Dopo 10 anni Macerata torna a votare per il ballottaggio tra due candidati sindaci. Da una parte Romano Carancini per il centro sinistra, dall’altra Fabio Pistarelli per il centro destra.
Molti sono stati in questi giorni gli appelli di candidati, futuri consiglieri e rappresentanti delle istituzioni e l’affluenza alle urne alle ore 12 di questo primo giorno di votazioni è di poco inferiore a quella del primo turno.
Hanno votato 3.483 persone, il 9,58% del totale, quindi 500 in meno rispetto alle ore 12 di due settimane fa.
Nel 2000 la percentuale dei votanti era sensibilmente scesa al di ballottaggio passando dal 78% al 55%.
Le urne restano aperte fino alle 22 di stasera. Si può votare anche domani dall 7 alle 15.
Per agevolare gli elettori nell’espressione della loro preferenza il Servizio elettorale del Comune ha predisposto un avviso, che è affisso in ogni cabina, dove si indica che il voto va espresso mettendo una croce solo sul nome del candidato sindaco prescelto e che non è ammesso il voto disgiunto.
Sono 36.264 i maceratesi chiamati alle urne, di cui 16.982 maschi e 19.282 femmine.
Nelle foto di Guido Picchio: i due candidati sindaci al momento del voto. Fabio Pistarelli si è recato alle urne intorno alle 12.30 nel seggio della scuola elementare IV Novembre di via Spalato; Romano Carancini alle 12.45 nella scuola media Dante Alighieri.
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AGGIORNAMENTO: fino alle 19 si sono recati alle urne 11.205 maceratesi, il 30,83% degli aventi diritto al voto. Nel primo turno alle ore 19 di domenica aveva votato il 39,75%.
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AGGIORNAMENTO DELLE 22: In questa domenica si sono recati alle urne 14.616 maceratesi, il 40,22% degli aventi diritto al voto. Al primo turno fino alle 22 avevano votato in 19.403, il 53,39%.
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Speriamo che questo tempaccio invernale riesca a contenere l’astensionismo…
@ Glauco
credo che dietro all’astensionismo ci sia qualcosa di più di una pioggia!!
@Cherubini.
Se cosi fosse oggi non sara` il Rinascimento dei ciechi.
Ma purtroppo questi sono i candidati.
Questa volta concordo con Cherubini, e aggiungo “capeteve ‘sta mela”
Precisazione:
Che nessuno pensi che sono un sostenitore dell’astensionismo!
Con la mia breve frase volevo solo rimarcare che se la gente non va a votare è perchè non si sente rappresentata da questa politica autoreferenziale.
Se la nostra democrazia fosse PARTECIPATA e la gente potesse partecipare a decisioni e discussioni l’andare a votare diventerebbe esigenza irrinunciabile.
Personalmente credo che l’astensionismo non sia il miglior modo per manifestare la propria protesta. Il miglior modo è sicuramente quello di andare a votare ed ANNULLARE LA SCHEDA.
Non ti giustificare Cherubini, personalmente sono un sostenitore dell’astenzionismo visto e considerao come stanno le cose.
P.S. Non avere paura a citarmi non sono un appestato e lo dico con orgolio quello forse che molti non hanno
Ma è ovvio che dietro l’astensionismo ci sia più di una giornata di pioggia ! ma sono certo che con una giornata tipicamente primaverile qualche indeciso se ne sarebbe andato al mare senza pensarci due volte….ognuno è libero di fare ciò che vuole ma concordo sul discorso di andare lo stesso e annullare la scheda se non si gradiscono i due candidati in questione…
Si preannuncia un ottimo risultato elettorale
W. Macerata
Non credo che ci sia da cantare vittoria per l’astensionismo o per le schede annullate: piuttosto ci si dovrebbe chiedere perché non si è riusciti a presentare liste e candidati che riuscissero ad aggregare consenso. Non è sempre colpa degli altri che non hanno capito. Non si può pretendere di essere gli unici depositari della verità.
Miglioratore sono daccordo con te, fare sempre un mea culpa non fa mai male!
Giusto, Paolo. Se il messaggio voluto non è stato recepito dai cittadini, c’è qualcosa che non funziona nel messaggio stesso o nella modalità di comunicazione.
Prendersela con gli elettori è veramente sciocco.
E lo dico da candidato consigliere, se non sono riuscito a prendere più voti di quelli che ho preso, è perchè non mi sono fatto capire da chi non mi ha votato! Me la sono presa con me stesso, e sicuramente in futuro mi migliorerò nelle lacune avute. Mi dispiace per Munafò del quale spero avrò l’occasione di conoscere personalmente, che veda così nera queste elezioni! Secondo me i 2 candidati sono lo specchio di questa città, sarà la città a sciegliere chi più merita.
Placido, in tutta sincerità, non sono affatto d’accordo con te. Andare a votare è un diritto oltre che un dovere e anche andarci per fare scheda bianca, significa esprimere un voto che non ha idee e va rispettato, così come andare a votare e fare una scheda nulla, significa non apprezzare nessuno dei candidati, sia alla prima votazione che al ballottaggio.
In ogni caso il voto esprime qualcosa e quindi è molto importante andare a votare.
Signor Renna non è affatto vero che i due candidati sono lo specchio della città. Sono soltanto quello che la città ci offre, sia che essi possano piacere molto, sia che non piacciono affatto!
Invece penso che queste elezioni rispecchiano un po’ quello che sta succedendo in tutta Italia e cioè che i partiti e liste civiche crescono come i funghi, i candidati oggi li trovi a dx, domani sx o chissà dove.
Secondo me esistono troppe idee politiche (o forse non esistono affatto), non c’è più lo spirito di gruppo dove l’unione fa la forza, c’è solo una grande dispersione in tutto e l’astensionismo non è altro che lo specchio della confusione che regna sovrana in tutti gli italiani.
Infine, mi permetta di fare un esempio, se per domani avrà votato ALMENO il 50% dei maceratesi, il candidato che diventa sindaco potrebbe esserlo con appena un 26% di consensi… chi, in queste condizioni, si sentirebbe di rappresentare la propria città???
Invece è significativo che non rappresenta il restante 74%….
Direi che per il nostro futuro sindaco questo è abbastanza deludente.
Non so se mi sono spiegata….
Con ogni probabilità, domani alle 15 si dovrebbe arrivare intorno al 55-60% di affluenza. Sarebbe un risultato in media con il resto del Paese e vicino all’ultimo ballottaggio svoltosi dieci anni fa. Purtroppo questa è la legge elettorale, cara Lilly: ci può stare che un candidato venga eletto sindaco con il 26-30% dei consensi. Poi bisogna fare il conto dei voti (non le percentuali) ottenuti nei due turni, metterli vicini e tentare un’analisi calcolando le mille varianti che “scattano” in ogni ballottaggio tra le quali alcune sono preoccupanti, altre sono dettate da uno scarsissimo interesse nei confronti della politica (e dell’amministrazione locale), altre ancora da semplice pigrizia (ma come? abbiamo votato due settimane fa e ci tocca andare di nuovo? che palle…). Per certi versi non condivido lo “snobismo” di chi cerca sempre l’ulteriore, anche tra 5 candidati, per altri versi mi rendo perfettamente conto che la politica, nei prossimi anni, dovrà tenere seriamente in considerazione la frattura che si è creata (anche) con la cittadinanza se è vero, come è vero, che neanche l’elezione del sindaco e del consiglio è uno stimolo sufficiente per recarsi alle urne. Quella della partecipazione potrebbe essere una strada percorribile ma occorre approntare metodi e strategie efficaci per dispiegarla sul territorio, presso i cittadini. Ci sentiamo domani, buona notte a tutti.
Lilly, capisco la tua posizione, ma il non voto è una posizione politica ben precisa. Personalmente non vado a votare dal 1998, da quando cioé ho avuto il piacere di fare l’assessore nella Giunta Menghi. Mi sono reso conto che tutto sommato i partitti fanno finta di proporre cose diverse (parlo dei due schieramenti) mentre in realtà, nelle segrete stanze della politica, fanno gli accordi su chi deve vincere e chi deve perdere. L’ultimo esempio lo abbiamo visto con le ultime votazioni regionali dove il centro destra a tavolino si è accordata per perdere. Per quanto riguarda queste votazioni a Macerata non c’é bisogno di nessun accordo perché sia Carancini che Pistarelli garantiscono i poteri forti maceratesi, quelli per intentenderci cha hanno da sempre governato la politica maceratese, fatto salvo il periodo breve di 18 mesi dell’Amministrazione Menghi.
Ragazzi lo vogliamo dire che anni di appiattimento culturale, di grandi fratelli, amici e isole dei famosi , oltre alle varie domenica in e via discorrendo hanno creato un appiattimento e un assopimento delle menti tale che uno non capisce che la politica, soprattutto locale, è la nostra quotidianità? che è politica se ho una piscina dove poter nuotare o una struttura dove vedere un concerto, o passeggiare in un centro storico pulito e armonioso. Come si fa a dire che siamo disinnamorati della politica; siamo disinnamorati della vita? un altro conto è un voto di protesta o una non condivisione dei candidati, ma c’è un 30% che considera la politica un hobby, come andare a funghi o a pesca e di questi non possiamo dare la colpa alla scarsa rappresentatività dei candidati
Cara Lilly, sono d’accordo con te sul diverso significato del voto bianco, nullo e del non voto; lo sono meno sul fatto che sia un dovere. Se fosse un dovere il voto non sarebbe più realmente libero.
I due candidati SONO lo specchio della città, ma non perché è quello che la città offre. La città (anzi, i cittadini) hanno offerto ben altri tre candidati, tanto che in molti si sono lamentati (cosa ridicola) del fatto che fossero troppi. Comunque sia, l’86% dei votanti ha scelto uno di questi due, quindi non la facciamo tanto lunga sulla questione della rappresentatività: questi sono stati scelti, e chiunque vinca sarà più che rappresentativo. Se poi la partecipazione è scarsa, la questione non cambia, perché tutti hanno avuto la possibilità di partecipare e di esprimersi.
La libertà è tale proprio perché ciascuno può farne ciò che vuole: anche rinunciarci.
Che il voto sia un diritto-dovere non è un’opinione ma lo dice la nostra (sempre più sconosciuta) Costituzione. Purtroppo anche questo post mi fa convenire con Giancarlo Fiammelli su quanto sia riuscitissima l’operazione di grande lobotomizzazione che da un paio di decenni soprattutto attraverso il mezzo televisivo ci martella sull’inutilità per noi cittadini di esercitare il nostro diritto-dovere di partecipazione collettiva alla politica e di quanto sia “sconveniente” pretendere il rispetto dei nostri diritti quando la violazione dei nostri doveri è in realtà da ammirare come azione degna di rispetto e di ammirazione sociale. Non mi consolo affatto col “mal comune, mezzo gaudio” della vulgata corrente secondo cui nelle “democrazie mature” (cioè pronte a cadere dall’albero putrefatte?) è “fisiologico” che ci sia tanta astensione alle consultazioni elettorali e che, anzi, l’Italia è una strana eccezione… se formalmente astensioni medie del 30/50% hanno una loro legittimità, non per questo possiamo accettare questo trend (direi meglio: andazzo) come ineluttabile espressione di una volontà divina. Stiamo attenti, come ha detto ahimé giustamente Saviano, a non rafforzare la “cosa nostra” dei partiti e dei loro giochetti di potere con l’atteggiamento di noi cittadini che li consideriamo ormai “cosa loro”: dal Comune all’Unione Europea saremo noi cittadini a pagare le “loro” decisioni. Che ci piacciano o no. Assenti dalle urne o meno.
Se si fossero presentati personaggi di spessore, nuovi, non legati ai vecchi schemi della politica maceratese, che è sempre la stessa da decenni, l’affluenza sarebbe stata ben superiore. I due candidati, a vario titolo e ciascuno nel proprio ruolo, appartengono a quella classe politica che ha fatto solo errori su errori. Che voglia di votare possono avere i Maceratesi?