Da Gian Mario Maulo, presidente del Consiglio comunale di Macerata:
Il Piano Casa del Comune di Macerata, nato nel lontano 2001, emerge dalle fondamenta solo ora con i Piani Attuativi, dopo aver superato le fasi urbanistiche e progettuali: contrariamente all’opinione corrente, quindi, non ne fanno parte i nuovi quartieri delle Vergini e di Corneto approvati nel 1997, le aree di via Valenti appena successive, tanto meno i palazzi ex Vignati ed ex Tombesi previsti nientemeno che nella variante del 1989.
Nelle intenzioni degli amministratori il Piano era finalizzato 1) a programmare un’espansione edilizia sulla base del Preliminare di Piano Canzian del 1997, 2) ad ottenere un vantaggio economico pubblico da chi era beneficiario di una rivalutazione delle aree da agricole ad abitative, 3) a dotare il Comune di un certo numero di appartamenti da destinare alle emergenze sfratti, 4) ad immettere sul mercato contemporaneamente un numero di appartamenti che calmierasse i prezzi troppo alti per una città di provincia.
Nel giudizio di altri, invece, esso 1) alimentava la speculazione edilizia su aree offerte da privati fuori dal PRG, 2) immetteva sul mercato cubature non richieste dallo sviluppo demografico alimentando così l’investimento in seconde case, 3) diventava di conseguenza uno spreco di territorio, 4) caricava sugli acquirenti un prelievo pubblico con l’effetto di aumentare i prezzi invece di calmierarli, 5) estendeva senza necessità le aree urbanizzate da mantenere a carico dell’amministrazione.
Di fatto il tempo, il mercato e gli eventi finanziari internazionali si sono incaricati di orientare le scelte al di là delle intenzioni ottimistiche e delle previsioni catastrofiche: ‘eterogenesi dei fini’ sorriderebbe il filosofo G.B. Vico! ‘Astuzia della Ragione’ suggerirebbe Hegel!
La crisi finanziaria mondiale ha diminuito drasticamente la domanda, ha bloccato il dinamismo edificatorio e congelato i prezzi ed ha spalmato di fatto su più anni l’espansione edilizia che si è, così, adeguata alla domanda effettiva. I vantaggi pubblici sono fortemente dilazionati sul piano finanziario, altrettanto le disponibilità effettive di cubature per emergenze abitative.
Non c’è stata la colata di cemento, anzi c’è il rallentamento del dinamismo edificatorio. I prezzi sono fermi, come anche la domanda. Ma anche l’occupazione è calata di molto per il settore e per l’indotto.
Gli allarmisti del dispendio di territorio, della speculazione edilizia, dell’aumento finale dei prezzi sono smentiti; gli ottimisti della caduta dei prezzi e del boom delle entrate comunali pure.
Si spera in una graduale ripresa del settore, anche per l’occupazione, ma proporzionata alle effettive esigenze abitative, almeno perché nessun costruttore oculato investe in eccedenza rispetto alla domanda.
Il Piano, di fatto, costituisce una programmazione di prospettiva, più rapida ma non meno rigorosa, dell’espansione edilizia, sostitutiva del PRG con vantaggi procedurali e di tempo e con maggiore collaborazione tra pubblico e privato anche per il controllo della qualità progettuale; esso, inoltre, trasforma in vantaggio pubblico la previsione urbanistica, trasferendo al Comune parte dei benefici della rivalutazione fondiaria, in denaro e in appartamenti.!
Niente ‘magnifiche sorti e progressive’, ma neppure il disastro urbanistico paventato: solo una scelta urbanistica di prospettiva e una scelta sociale coraggiosa, acquisita come modello anche dalla Legge Finanziaria del 2006″.
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Un politichese davvero stucchevole. Inutile elencare al cittadino una serie di leggi e decisioni senza spiegare nei dettagli cosa è previsto da PIANO CASA e minitematica a Macerata.
La Lista di cittadinanza MaceraTiAmo chiede quindi ufficialmente al Signor Maulo di dire ai cittadini maceratesi quale nuova cubatura prevedono PIANO CASA e MINITEMATICA (più di 1milione di metri cubi per la richiesta di nuovi 10mila abitanti!!) e sulla base di questo se:
– la sua coalizione intende ritrattare con privati e costruttori per rendere più armonica la colata di cemento;
– la sua coalizione intende approvare quel PIANO ENERGETICO che permetterebbe di costruire case con precise regole di sostenibilità
– stanno tirando un respiro di sollievo grazie alla crisi economica che costringerà tanti costruttori a non sfruttare Piano casa e minitematica
– passeggia mai per la città e si è magari accorto che ci sono centinaia di cartelli VENDESI, AFFITTASI
– passeggia mai per la città e si è accorto che le costruzioni completate da mesi hanno al massimo 4/5 luci accese negli appartamenti
Il politico serio ed intelligente è anche quello che ammette di aver sbagliato e tenta di fare un passo indietro. Non mi sembra questa la strada.
Grazie per la risposta
I mattatori guardano in ‘faccia’ al toro! il toro, invece, punta dritto al drappo rosso! lei scrive molto meglio di quanto legge! dopo che avrà ri- letto il testo, sono disposto ad una conversazione faccia a faccia, non da proclami scritti e recitati; tenga presente che io nel 2002 ho votato contro il piano casa come si prospettava allora: ora voto articolatamente piano attuativo per piano attuativo, con i dovuti distinguo, dopo averli esaminati e sapendo che sono contingentati nel tempo nel corso di una decina di anni. Lei sa che la media dei metri cubi di…territorio ‘utilizzati’ dalla nostra città ogni anno è di circa 100 mila, perciò il PIano Casa si riduce ad una programmazione decennale (sostitutiva del PRG che richiederebbe tempi più lunghi e procedure più complesse per essere approvato) sulla base di un serissimo ‘preliminare di piano’ Canzian ampiamente discusso in Consiglio nel 1997! …dopo di che lascio a lei tutto lo spazio per … l’ideologia a priori! La differenza fra l’ideologia e la razionalità è che l’ideologia modifica la percezione dei fatti che mutano per mantenere incrollabile se stessa, la razionalità invece modifica la propria risposta in base ai fatti che mutano! Toro o mattatore?
aggiungi: SAPENDO CHE, DOPO LA CRISI ECONOMICA E DI CONSEGUENZA ANCHE EDILIZIA, sono contingentati nel tempo nel corso di una decina di anni
“Razionalmente” non riesco a spiegarmi i 10.000 abitanti in più nel giro di 10 anni.
razionalmente Alberto Sordi calcolava che il suo neonato crescendo di tanti etti al mese a 50 anni diventava un gigante! lei sa bene che la media della crescita è calcolata sui decenni passati e siccome tutti sanno che non siamo cresciuti di 10 mila abitanti ogni 10 anni, ciò significa che la domanda di metri cubi dipende da molti altri fattori che non sono la crescita demografica: ad es. abitudini e stili di vita, aumento dei single giovani o anziani che siano ecc…CERTO UNA POLITICA CORAGGIOSA E CAPACE DI ATTIVARE RISORSE COMUNITARIE DEVE PUNTARE AL RECUPERO- VALORIZZAZIONE DELL’ESISTENTE!
Sig. Maulo, scusi tanto, ma ho cercato di tradurre quello che ha scritto finora e non ci sono riuscito; più che altro mi ha spiazzato con l’ultimo concetto (puntare al recupero-valorizzazione dell’esistente) quando finora avevo capito il contrario.
Ho certamente dei limiti a capire come parla un politico e per questo le chiedo di spiegarmi meglio, se possibile, se lei è favorevole alle nuove costruzioni o no.
Concludo dicendole -rifacendomi all’ultima sua risposta- che molta gente manifesta da tempo una nuova esigenza: quella di meno cemento e più verde. Ma di questo finora ve ne siete infischiati alla grande.
Grazie
Sig. Maulo, leggendo il suo articolo non riesco a capire come mai gli amministratori si sentivano così ottimisti approvando nuova cubatura edificatoria in contemporanea all’avvento della crisi, culminata nell’ottobre 2008, ma con premonitori segnali di arrivo risalenti già al 2004 e ancor prima.
Inoltre credo che l’aumento dei prezzi sia dovuto alla necessità di rientrare con i prestiti finanziari sostenuti dai costruttori per “restare in piedi” in un periodo in cui investire sulla vendita di costruzioni è quanto meno azzardato.
La situazione è di stallo, non possono abbassare i prezzi altrimenti non rientrano con i loro finanziatori, ma nel contempo a questi prezzi non trovano domanda sul mercato. Abito sopra i nuovi palazzi di neapolis in via valenti e, passando tutte le sere verso le 20 sulla strada soprastante, le assicuro che vedo accesi sempre i soliti 4-5 appartamenti da mesi, segnale che quegli enormi palazzi sono pressoché vuoti.
Stessa situazione in via trento, non parliamo delle “spighe” che tempesta di pubblicità ovunque per vendere qualche appartamento. Sono tutte nuove costruzioni dove si trovano ogni tipologia di metratura adatte sia alle esigenze di famiglie più o meno grandi sia ai singles.
Introducendo nuove costruzioni, secondo me, si rischia di dare un lieve ed ultimo sollievo ad un mercato che, se continua in questa direzione, è solo destinato al collasso.
Spero inoltre che i futuri bilanci comunali non siano basati sugli ipotetici introiti provenienti dalle aree autorizzate a nuove edificazioni, perché credo che alcuni, pur avendo l’area edificabile, troveranno serie difficoltà economiche a costruire e probabilmente desisteranno.
saluti
La variantistica, un tempo specialità dei letterati, è – un po’ ovunque, ma a Macerata senza dubbio – una specialità specialissima degli urbanisti, dei proprietari terrieri e dei costruttori.
Sarebbe bello far incontrare le due branche e adoperarsi alla pubblicazione di un libercolo di storia locale, che si premuri di analizzare nel dettaglio e con caparbia precisione tutte le varianti al Piano Regolatore negli ultimi quarant’anni.
Con nomi e cognomi, ovviamente: sennò che studio di storia locale sarebbe??
tre semplici osservazioni e due domande:
1) 43537 erano i maceratesi nel 1971, 43056 nel 2009: -481 abitanti in 38 anni (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Macerata) … 10 mila abitanti in 10 anni è un puro sogno, tenendo conto delle persistenti carenze della città sui fronti della viabilità, servizi, inquinamento, degrado urbano (tra cui in bella evidenza strade e marciapiedi a pezzi), dell’aumento dei costi per comprare casa (appena mitigati dalla crisi) e della carenza assoluta di offerta lavorativa.
2) certo, la cubatura è aumentata… ma di pari passo sono aumentati gli appartamenti vuoti (sfitti, in vendita o semplicemente vuoti). basta passeggiare fra i quartieri per rendersi conto non solo dei tanti cartelli vendesi/affittasi, ma anche e soprattutto delle case e appartamenti vuoti (di cui alcuni in completo abbandono) e completamente disabitati (vedi cassette esterne grondanti di posta e pubblicità).
3) stimo un 10 (min) – 20 (max) % di unità abitative disabitate: questi vuoti sono il risultato dell’affermazione del sig. Maulo, per la quale la domanda è aumentata a fronte di una popolazione stabile. a cosa è servito? da osservatore noto solo un accresciuto abbandono e una conseguente visione negativa sulla città di chi si trova ad ammirare questo scenario.
1) quali attrattive garantisce Macerata, tali da giustificare la costruzione di ulteriori abitazioni e la persistenza di prezzi notevolmente superiori al circondario?
2) come si pensa di continuare a vendere case nuove a prezzi eccedenti la capacità di guadagno (e di risparmio) della maggior parte delle persone, in un contesto in cui le banche sono molto guardinghe a fare dei prestiti e la situazione lavorativa è tutt’altro che tranquilla e rassicurante (per non dire molte volte assai precaria)?
Sono uno studente universitario e inizio a fare ragionamenti più costruttivi su un mio futuro non tanto lontano: sono maceratese doc, e particolarmente innamorato del luogo dove sto vivendo. Ma quando si parla di abitazioni e famiglie giovani mi sorge sempre una domanda, forse qualcuno di voi più saggio di me saprà rispondermi.
– Premesso che come ogni universitario, tra periodo di studi e praticantati stage e soprusi simili inizio a lavorare a 30 anni, senza avere la certezza fino a 40 della garanzia del posto fisso
– Premesso che accetto, inconsapevole e silenziosamente, la cosiddetta “mobilità del lavoro e del capitale”
– Premesso che tanto per comprarmi casa devo fare un mutuo, come il 99% dei cittadini del mondo
– Premesso che al centro storico di Macerata ormai non ci abitano neanche piu gli universitari per i vari problemi di parcheggio-abbandono-desolazione-schiamazzi notturni-scomodità-buio e quanto altro
Il quesito è: se io e la mia ragazza tra un po di tempo ambissimo a formare una famiglia e cercare di darci una stabilità immobiliare di un certo tipo, datemi una ragione per cui io debba scegliere Macerata e non Sanseverino (o Pollenza, o Treia, o Corridonia, o Montecassiano, o un punto qualunque dell’hinterland maceratese).
E’ QUESTO IL FULCRO DEL RAGIONAMENTO ATTORNO AL PIANO CASA: E’ UNA MANOVRA DI POLITICA ECONOMICA, DUNQUE A VANTAGGIO POTENZIALE DEL CITTADINO. (secondo la teoria)
Non so se avete notato che l’aumento di residenti nei comuni limitrofi a Macerata (emblematico è il caso di Corridonia) è strettamente legato all’aumento dei prezzi a Mq degli immobili di Macerata. E neppure di fronte alla crisi le Forze Oscure dell’Edilizia locale sono riuscite a riequilibrare i prezzi degli appartamenti.
Il risultato? Le famiglie giovani se ne vanno da Macerata. Ma non perchè mancano le case, bensì perchè mancano le case alla nostra portata.
Quindi nonostante amo Macerata, per non garantirmi il nomadismo e comprare una casa, mi accorgo che a Macerata un appartamento a Collevario costa come due appartamenti a Pollenza. Secondo voi che devo fare?
Ma serve davvero fare tutte ste case?
Per il Signor Maulo: perfetta la sua citazione economica sull’andamento mondiale del mercato degli immobili: è vero ciò che lei dice, perchè globalmente c è un regime potenziale di concorrenza perfetta. Ma se le dicessi che a Macerata, o in un altro micro ambiente qualsiasi, tale mercato è monopolistico, ecco spiegato perchè chi è dal lato dell’offerta se ne sta sbattendo di far variare i prezzi, e chi come il Comune cerca di far abbassare i prezzi sta facendo una manovra di politica economica teoricamente giusta, ma che si infrange contro un muro (e qualcuno se lo poteva immaginare)
Mi scusi, ma come si assegna la doc. C’è un ufficio apposito, oppure basta l’autocertificazione? Quelli che hanno un genitore di Macerata e l’altro di Civitanova è meno doc? E se uno ci lavora e basta a Macerata quanto è doc ?
🙂
é doc chi ama Macerata. lo dicevo scherzando, ma visti i tanti detrattori, chi stima Macerata ormai si conta sulle dita di una mano. 🙂
Ciao Andrea, il tuo è davvero il punto di vista giusto. Quello cioè di chi ha determinati progetti e vuol capire come realizzarli. Potrei risponderti in due righe dicendoti che oggi ci sono tecniche edilizie “sostenibili” che permettono di costruire abitazioni a consumi vicini allo ZERO con costi al mq di 1000/1500 euro, ma preferisco farti leggere un articolo sui comuni virtuosi perchè se voi giovani vi interessate a questo nuovo modo di ragionare disegnerete per tutti un futuro migliore….
Il “Comune virtuoso” ama il proprio territorio, ha a cuore la salute, il futuro e la felicità dei propri cittadini. Adotta tutte quelle buone prassi amministrative orientate alla sostenibilità ambientale, alla partecipazione dei cittadini e alla cooperazione dal basso. Il Comune virtuoso pensa globalmente ed agisce localmente: partendo dalle piccole realtà, attraverso la prassi quotidiana, avvia grandi processi di trasformazione e di innovazione. Imprime un nuovo modello di società basato su autoproduzione e dono, sobrietà e buon senso, abbattendo ogni giorno mattoni di quel muro apparentemente insormontabile del consumo all’ennesima potenza e a qualunque costo.
Certo sarebbe un bel salto di qualità per le amministrazioni comunali, soprattutto per quelle che versano in una situazione di dissesto economico, se si adoperassero per incentivare i cittadini all’introduzione di nuovi stili di vita che consentano il risparmio di risorse, di energia, la riduzione dei rifiuti e degli inquinamenti, consentendo contemporaneamente anche un risparmio economico ed un miglioramento della qualità della vita.
Tutto questo è possibile e ce lo testimoniano i comuni di Monsano (AN), Colorno (PR), Melpignano (LE) e Vezzano Ligure (SP) che hanno fondato l’Associazione dei Comuni Virtuosi (www.comunivirtuosi.org). Si tratta di proposte e progetti a costo zero portati avanti con coraggio e ingegno da amministratori locali illuminati che hanno adottato politiche e scelte quotidiane amministrative orientate a diminuire l’impronta ecologica degli enti locali e, più in generale, della pubblica amministrazione.
Le tappe principali di questo percorso, ben individuate da Marco Boschini, Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi nonché Assessore del Comune di Colorno (Parma), si concretizzano, in primo luogo, nel rendere efficiente da un punto di vista energetico la “macchina comunale” (pubblica illuminazione, immobili come scuole, musei, impianti sportivi, biblioteche, municipi, ecc.) attraverso il coinvolgimento delle ESCO (imprese che sviluppano, finanziano e attuano progetti volti al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei consumi).
La seconda tappa si muove sul piano regolatore nel promuovere una gestione del territorio che miri a razionalizzare gli spazi già occupati, introducendo per le nuove edificazioni criteri di bio-edilizia, eliminando inutili e insostenibili speculazioni edilizie, invertendo un’ormai consolidata tendenza all’occupazione di suolo e alla cementificazione selvaggia.
Il terzo passaggio è quello relativo all’introduzione degli acquisti verdi (si intende l’introduzione di criteri ambientali nelle politiche di acquisto di beni e servizi da parte dell’ente pubblico caratterizzati da una minore pericolosità per la salute umana e l’ambiente) nella pubblica amministrazione riducendo la propria “impronta ecologica” attraverso l’acquisto di arredi, lampade, computer, fotocopiatrici, tessuti per divise, mezzi di trasporto, materiali da costruzione, carta, ecc.
Il passaggio successivo riguarda la gestione dei rifiuti con l’introduzione del sistema porta a porta per spingere la raccolta differenziata oltre il 70%, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e il passaggio da tassa a tariffa con forme di riconoscimento e premio per i cittadini più virtuosi. Parallelamente al sistema di raccolta, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti si interviene affinché la produzione di rifiuti pro-capite diminuisca di anno in anno attraverso percorsi concreti di autoproduzione, riutilizzo e riuso.
L’altro grosso capitolo riguarda la mobilità del territorio e la gestione dello stesso per quanto concerne l’ubicazione dei servizi e delle strutture pubbliche, la gestione e distribuzione delle merci, l’esistenza di un trasporto pubblico efficiente affiancato a nuove progettualità (car-sharing, autobus a chiamata, taxi collettivo, percorsi ciclo-pedonali, ecc.).
E’ esplicativo, a questo punto, riportare le esperienze di alcune amministrazioni comunali italiane che si sono attivate in merito.
Che dire ad esempio dell’esperienza di Carugate, un paese che primo in Italia ha adottato un regolamento edilizio all’avanguardia in Europa: da loro chiunque voglia costruire un edificio o ottenere un permesso per ristrutturarne uno già esistente ha l’obbligo della certificazione ambientale, una piccola ma efficace norma che permette a chi acquista un’abitazione di sapere quanto e come consumerà da un punto di vista energetico (ad ogni classe corrisponde un grado di efficienza come per gli elettrodomestici).
E il Comune di Trezzano Rosa che ha messo a norma e azzerato gli sprechi su tutti i punti luce del paese, rivolgendosi alle società ESCO e senza spendere un euro per gli investimenti strutturali necessari.
Il Comune di Follonica è, invece, intervenuto sui rifiuti con il progetto Ecomondo: i rifiuti riprendono vita grazie ad un mercato a cui tutti i cittadini possono partecipare con una tessera magnetica che registra ogni transazione in dare e avere. Il punto di riferimento di tutta l’operazione è la stazione ecologica del posto: un cittadino può conferire oggetti che non usa più (giocattoli, biciclette, mobili, ecc.), sulla tessera vengono accreditati punti con i quali potrà recuperare oggetti di suo gradimento lasciati da altri, in un gioco di scambio in cui chi ci guadagna è ancora l’ambiente.
Il Comune di Bressanone ha sostituito le lampade ad incandescenza dei semafori con quelle a LED che hanno una durata media di centomila ore (contro le duemila di quelle tradizionali) ed un risparmio energetico che si aggira intorno all’80%.
Gli amministratori del Comune di Rosà hanno pensato bene di distribuire pannolini ecologici alle neomamme del paese, convincendole a smettere di comprare quelli usa e getta che inquinano e costano un sacco di soldi (ogni bambino ne consuma in media 5000 nei primi anni di vita).
Il Comune di Castellarano ha attivato un progetto per l’installazione, da parte dei privati, di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua. Il cittadino non deve far altro che rivolgersi all’ufficio ambiente del Comune, dove troverà un albo degli installatori convenzionati con l’amministrazione, i modelli della ditta che ha firmato un accordo pluriennale a prezzi convenzionati con l’ente locale, e le indicazioni per accedere a finanziamenti agevolati da parte dell’istituto di credito coinvolto dal comune nel progetto.
In alcuni condomini di edilizia residenziale pubblica, l’amministrazione provinciale di Ferrara ha pensato bene di sperimentare sul campo l’introduzione di nuovi stili di vita, attivando un progetto semplice e al tempo stesso rivoluzionario: attraverso incontri pubblici, corsi e laboratori manuali, consigli e opuscoli informativi, visite e uscite di gruppo, le famiglie residenti nei palazzi sono state coinvolte nello studio dello stile di vita e delle sue ripercussioni sulla natura e sugli equilibri socio-economici tra Nord e Sud del mondo. Nella fase successiva si sono illustrate le possibili strade da percorrere per introdurre nella vita quotidiana comportamenti sobri e sostenibili. Infine sono stati incentivati i comportamenti più virtuosi con la distribuzione di piccole tecnologie ecologiche di impatto immediato (riduttori di flusso per il risparmio dell’acqua, detersivi alla spina, lampade a basso consumo energetico, ecc.).
I Comuni virtuosi hanno dimostrato che intervenire a difesa dell’ambiente e migliorare la qualità della vita è possibile.
Attraverso uno sviluppo sostenibile un altro mondo è possibile.
MaceraTiAmo sta lottando per questo e se voi giovani gli darete forza e partecipazione le cose potranno cambiare
grazie
a roberto cherubini
un grazie per la concretezza delle proposte suggerite nell’ultimo intervento: con i tempi compatibili con un’amministrazione che deve fare i conti col personale, con le risorse immediatamente disponibili, con le normative…. l’amministrazione di macerata ha avviato processi di risparmio energetico sia nelle strutture pubbliche che nell’edilizia privata, ha approvato il PEAC e a gennaio approva il regolamento edilizio applicativo che prevede non solo per le strutture pubbliche ma anche per l’edilizia privata misure energetiche e ambientali di avanguardia sia per il risparmio energetico che per le energie alternative obbligatorie per ogni nuova costruzione, oltre che per il riscaldamento e la pubblica e privata illuminazion, per il potenziamento e l’ampliamento della raccolta differenziata ‘casa per casa’ (…mi piace di più di ‘Porta a Porta’!), per la bioedilizia, per il materiale riciclabile nella pubblica amministrazione, per l’ampliamento del verde (compatibile con le leggi che già obblicano a tanti metri quadri ogni tanti metri cubi), sia per l’obiettivo di recupero del patrimonio edilizio. Queste attenzioni, anzi obiettivi, sono presenti nell’amministrazione ed abbiamo bisogno del contributo politico competente di un gruppo che fa di queste istanze un assillo permanente dell’amministrazione, coscienti della fattibilità e dell’economicità oltre che dell’ecologicità degli stessi. Grazie della concretezza ! arrivederci.
Sembrerebbe che i tempi passati tra l’ideazione del piano casa e la sua attuazione siano abbastanza confrontabili con quelli normalmente utilizzati (forse per dare tempo a qualcuno) ma non indispensabili per la redazione di un PRG (per il PRG Canzian ne sono stati necessari molti di meno, ed era Maulo Sindaco), conseguentemente mi chiedo perché non è stato rivisto il PRG invece di questa porcheria di Piano casa?
Mi pongo una domanda. Ma Maulo era presente e come ha votato, per esempio, i piani casa di Fonte della Quercia dove persino i costruttori e i progettisti avevano previsto piste ciclabili e invece il Consiglio comunale le ha cancellate per far posto a sedi stradali più ampie, è così che Maulo intende favorire l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi o per alternativo forse intende l’uso di Suv che necessitano di strade più larghe?