Cosmari con i rifiuti alla gola:
Cingoli tracima, Parcaroli fermo
Si rischiano tariffe triplicate

L'INTERVENTO di Carlo Cambi - A Fosso Mabiglia non si può più scaricare nulla e ci vogliono almeno 18 mesi per l’allargamento. Ora l’immondizia finirà tutta a Fermo che punta, guadagnandoci, a diventare l’hub di Marche Sud. Secondo i calcoli tecnici fatti all’interno dell'azienda, ma che vengono accuratamente tenuti riservati, si parla di aumento dal 200 al 300% da qui al 2025. Il caso Pezzanesi pesa sulla gestione e anche Giampaoli è sub iudice. L'ex candidato dg ha chiesto 500mila di risarcimento dopo l'annullamento del primo concorso. L'inerzia del presidente della Provincia è lampante, come denunciato da Confindustria

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Carlo Cambi

di Carlo Cambi

«Non sappiamo dove metterli, ancora due settimane e dovremo sospendere la raccolta». La voce viene dall’interno, non la sovrastano neppure i vagli che a fatica provano a smaltire ciò che resta delle scorie del terremoto. Il Cosmari è con i rifiuti alla gola perché la discarica di Cingoli, la tanto evocata discarica di Cingoli ormai tracima. Per quanto il sindaco, Michele Vittori, abbia fatto l’impossibile per consentire l’allargamento ci vogliono da 18 mesi a due anni per poter sfruttare ancora un po’ quel sito e nel frattempo non si sa dove portare l’immondizia. La situazione dei rifiuti a Macerata e in provincia – come denunciato qui su CM che ringrazio per accogliermi dal presidente degli industriali maceratesi Sauro Grimaldi – è vicina al disastro: tariffe che forse triplicano, attuale presidente facente funzione forse impossibilitato per legge a svolgere l’incarico, una causa da mezzo milione che potrebbe portare al danno erariale e alla revoca di tutti gli atti compiuti tanto da Giuseppe Pezzanesi quanto da Giuseppe Giampaoli con conseguente caos amministrativo e decadenza anche dell’attuale direttore generale Brigitte Pellei, necessità di ricorrere a un direttore tecnico esterno e dunque a gettone per potere continuare a operare.

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Sandro Parcaroli, presidente della Provincia e presidente dell’Ata, nonché sindaco di Macerata,

L’inerzia di Sandro Parcaroli come presidente della Provincia e presidente dell’Ata – da lui dipende la gestione dei rifiuti – si scaricherà sui cittadini e sulle imprese con rincari che oscillano, secondo i calcoli tecnici fatti all’interno dello stesso Cosmari, ma che vengono accuratamente tenuti riservati, dal 200 al 300 per cento rispetto alle tariffe attuali da qui al 2025.

Dice un tecnico del Cosmari che vuole restare anonimo: «A fare i conti si fa presto, a Cingoli non possiamo portare più nulla; abbiamo di fronte due anni di trasferimento di rifiuti a Fermo che però non riesce a smaltire tutto e dunque si dovrà guardare a Pesaro o fuori regione. Significa movimentare l’immondizia tre volte e questo spiega il moltiplicatore della tariffa». Né Sandro Parcaroli né Giuseppe Giampaoli presidente facente funzione del Cosmari fanno parola di tutto ciò. Anche perché la vera posta in gioco è altra e passa sulla testa di imprese e cittadini.

Si sa che Fermo ha già individuato – al contrario d Macerata –  il sito di un’altra discarica e chiede alla Regione il via libera per diventare il “general contractor” del trattamento dei rifiuti di Marche Sud. La crisi di Macerata agevola questa richiesta. Ci sono – inutile nasconderlo –  appetiti sia politici che imprenditoriali. La situazione è tale per cui Macerata sta portando i soldi dei suoi contribuenti sempre di più verso al provincia di Fermo. Lo ha fatto ampiamente con le attività culturali, lo fa e lo farà con i rifiuti.

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La cena dei sindaci (e dei due presidenti della Provncia) lo scorso 10 agosto allo chalet Cala Maretto di Civitanova

Pochi ricordano la cena dei primi di agosto a Civitanova offerta dal sindaco Fabrizio Ciarapica: dodici sindaci attorno al tavolo. C’erano anche i due presidenti di Provincia Sandro Parcaroli e Michele Ortenzi. La serata si chiuse con l’hastag “insieme per crescere”. Sotto c’è un progetto antico e mai decollato: far diventare il distretto calzaturiero una sorta di nuovo organismo politico. Non è un caso che l’assessore alla cultura di Macerata non eletta, ma molto protetta da Parcaroli sia assai attiva e ben disposta verso il fremano dove ha radici e, si dice, ottimi contattati economici. C’era un progetto chiamato Shoevalley, che ora forse giace in fondo a qualche cassetta, che fu presentato al Micam, al convegno annuale di Symbola e prima ancora aveva cercato benedizione dall’Università di Camerino che in nome della scarpa metteva tutto insieme: dalle tomaie ai teatri passando per i ristoranti. Il progetto ha bisogno di soldi e di sostegni e magari rinsaldare i legami tra Fermo e Macerata partendo dai rifiuti potrebbe servire. Anche a costo di creare fratture nei diversi organismi. E’ vulgata popolare che lo scarpaio non va tanto per il sottile. Ma mentre a Fermo gli scarpai di fatto sono la Confindustria a Macerata non è così. Da qui la lettera che il presidente degli industriali maceratesi Sauro Grimaldi ha inviato a Sandro Parcaroli affermando: «Ci rammarica molto constatare di essere la provincia meno virtuosa a livello impiantistico sul tema rifiuti».

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LEGA – Sandro Parcaroli e Luca Buldorini venerdì durante la visita a Macerata di Matteo Salvini

In attesa di una risposta di Luca Buldorini vicepresidente della Provincia, scudiero di Parcaroli e segretario provinciale della Lega – speriamo non voglia affermare di nuovo che le preoccupazioni sui rifiuti sono notizie false “al solo scopo di diffamare” diffuse dal “servilismo di un opinionista” – è il caso di notare che le imprese sono preoccupate e stufe di pagare senza ricevere. Sandro Parcaroli affermò: «Sui rifiuti tengo fede all’impegno assunto con i cittadini». Ha fatto di più, ha fatto scuola.

La nomina a presidente del Cosmari di Giuseppe Pezzanesi, ex sindaco di Tolentino accolto a suon di fanfare nella Lega da Luca Buldorini tanto da portarselo sul pulmino riservato in gita a Pontida, nonostante una manifesta proibizione di legge è stata un modello: anche l’Ast si trova – bocciata la nomina come prevedibile della dottoressa Daniela Corsi – senza direttore generale.

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Luca Buldorini, Filippo Saltamartini, Giuseppe Pezzanesi, Sandro Parcaroli: tutti al raduno legista di Pontida

Nella Lega delle Marche quando si tratta di fare le nomine vale il comma conte Ugolino: più che l’onor (o la legge) potè il digiuno. Quella improvvida di Pezzanesi cancellata prima dall’Anac e poi dal Tar col Cosmari che dopo aver fatto fuoco e fiamme ha deciso di alzare le mani, si porta dietro un rischio gravissimo per la sopravvivenza del Consorzio medesimo. Circostanza di cui forse non tutti si stracciano le vesti. Il mese decisivo sarà febbraio prossimo. Si torna in aula in Tribunale per i procedimenti aperti nei confronti dell’ingegner Giuseppe Giampaoli a seguito di vicende – a esempio le dimissioni dal consiglio dell’avvocatessa Valeria Attili – di cui si è occupato lungamente e con la consueta perizia proprio qui su Cronache Maceratesi l’avvocato Giuseppe Bommarito, ma soprattutto c’è un’udienza esiziale il primo febbraio.

Il dottor Roberto Pierantoni – già vicesegretario della Camera di Commercio di Macerata ora segretario di quella del Molise, uno dei massimi esperti di aziende pubbliche – ha chiamato in giudizio il Cosmari per qualcosa meno di mezzo milione di euro. Se ne discuterà di fronte al giudice del lavoro di Macerata, ma se ne interessa anche la Corte dei Conti che, a quanto si sa, avrebbe acceso un faro sulla gestione Pezzanesi-Giampaoli del Cosmari e anche sulle eventuali responsabilità della presidenza dell’Ata (leggi Sandro Parcaroli). Si valuta se l’azione promossa da Pierantoni – chiede gli emolumenti che avrebbe dovuto ricevere come direttore generale del Consorzio visto che aveva vinto il primo concorso poi cancellato da Pezzanesi – non esponga lo Stato a un danno erariale.

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Roberto Pierantoni

Di sicuro espone i cittadini a un danno indiretto: quello di veder aumentate le tariffe. L’annullamento del concorso per direttore generale deciso da Giuseppe Pezzanesi ha generato una sorta di decadimento gestionale del Cosmari che – nonostante Giampaoli vanti un bilancio 2022 in attivo – ha sulle spalle una montagna di debiti: 40 milioni a fronte di un valore della produzione di 54 milioni. Pezzanesi annullò il concorso con questa motivazione: «I candidati non sono di livello adeguato». Fatto fuori Pierantoni si fece il secondo concorso vinto da Brigitte Pellei che però era tra i candidati anche del primo concorso quelli ritenuti da Pezzanesi non idonei. In entrambi i concorsi non fu mai inserito come criterio di selezione l’essere in possesso dei requisiti per potere fare il direttore tecnico. Senza direttore tecnico le aziende che si occupano di smaltimento di rifiuti non possono operare. Si sa che l’ingegner Pellei ha provato per tre volte a superare l’esame senza successo e oggi il solo che ha questo requisito al Cosmari è Giampaoli, ma il 16 ottobre deve smettere di operare.

A riprova dell’ottima gestione dei rifiuti a Macerata si è ricorsi all’incarico a un esterno che opera a termine e a gettone lasciando l’operatività del Cosmari appesa a un filo. La causa Pierantoni mette in luce la totale invalidità degli atti compiuti tanto da Giuseppe Pezzanesi quanto dall’ingegner Giampaoli. A parere dei massimi amministrativisti – tra questi Luca Tommasiello – la nullità degli atti di un amministratore di cui viene dichiarata con sentenza la inconferibilità ha la caratteristica della pena accessoria ed è automatica se dagli atti compiuti deriva un danno all’azienda.

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Il Cosmari

Un danno certo c’è nel fatto che il Cosmari ha perso tutti i finanziamenti per la costruzione del biodigestore che doveva generare metano dai rifiuti. C’erano i bandi per il Pnrr: 78 milioni. Il caos gestionale derivante dai concorsi annullati e dai ricorsi al Tar per Pezzanesi ha fatto bocciare le domande di finanziamento. Ma c’è di più. La Legge Madia – riforma della P.A. – e la legge anticorruzione hanno una serie di articoli tesi a impedire il cosiddetto “pantouflage”. Un dipendente pubblico che ha avuto incarichi direttivi non può nei tre anni successivi all’andata in quiescenza esercitare incarichi di qualsiasi natura in organismi economici che hanno a che fare con l’amministrazione da cui proviene. Il parere dell’Anac è chiarissimo: “Il divieto deve trovare applicazione anche in relazione al personale che rivesta il ruolo di Presidente del consiglio di amministrazione. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli.”

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Giuseppe Giampaoli, presidente facente funzione del Cosmari

In base a questa legge Giuseppe Giampaoli non avrebbe potuto svolgere le funzioni di presidente e tutti gli atti da lui compiuti sono nulli. Da quel che si sa al Cosmari ci sarebbe però stata una certa consuetudine all’ interpretazione elastica delle norme. Sempre ai tempi della presidenza Pezzanesi si è svolto un concorso per responsabile della manutenzione dei mezzi meccanici e degli impianti. A vincerlo fu un ingegnere civile già dipendente del Cosmari che però si dimise constatando che lui ne capiva poco di quel settore e al suo posto venne preso un ingegnere anche questo civile proveniente dal Comune di Tolentino. Come è evidente che nel Cosmari continua a esserci un’anomalia mai sanata e che se si aprirà, come pare, un’inchiesta sulla gestione dei rifiuti emergerà.

Il presidente dell’Ata Sandro Parcaroli rappresenta il Cosmari come una società in house il che postula che tutti i servizi siano affidati al Consorzio da tutti i soggetti partecipanti. Il comune di Corridonia però non ha mai conferito il servizio di raccolta che viene gestito in autonomia  con tariffe più basse . da Corridonia ambiente che anzi sta allargando il suo raggio di azione. Ce n’è abbastanza per cominciare a capire se la gestione di rifiuti sia come sostengono Sandro Parcaroli e Luca Buldorini – presidente e vice della provincia di Macerata che da oltre tre anni governano anche questo settore – un fiore all’occhiello oppure se ci siano volutamente delle manovre per deprezzare il Cosmari – scorporare alcuni servizi – dalla raccolta, alla gestione del verde fino ai servizi cimiteriali – e piazzarlo con una privatizzazione che fa gola a molti importanti operatori. Magari questa è un’ idea balsana, da buttare nei rifiuti.


(Clicca per ascoltare la notizia in podcast)

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