Nella Lega scoppia la grana rifiuti,
al Cosmari si rischia la paralisi.
Il pasticcio politico di Buldorini e Parcaroli

IL COMMENTO di Carlo Cambi - Il presidente della Provincia è con l’immondizia alla gola mentre nel suo partito si accentuano le divisioni e nella coalizione di centrodestra si agitano le acque. Il Consorzio è privo di direttore tecnico e non può essere iscritto all’Albo dei Gestori Ambientali. E’ una conseguenza del caos creato dal caso Pezzanesi gestito dal segretario provinciale leghista. C’è stata in Regione una riunione di fuoco presente anche Francesco Acquaroli. Per i cittadini si prevedono aumenti salatissimi della tariffa

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Luca Buldorini e Sandro Parcaroli

di Carlo Cambi

In attesa di sapere se Sandro Parcaroli sindaco, come minacciato in una tumultuosa riunione di giunta l’8 agosto dove annunciò per gli inizi di settembre drastiche decisioni, farà il gran rifiuto a imitazione di Celestino Quinto, Sandro Parcaroli, presidente della Provincia, si è occupato di rifiuti. O meglio ha preso atto che il famoso piano rifiuti è il nulla. Si è dimenticato però di dire che il Cosmari tra 3 settimane rischia di chiudere: non ha direttore tecnico e per la legge non può fare né raccolta, né smaltimento. Se così fosse il caos sarebbe totale, si dovrebbe ricorrere ai privati con costi fuori controllo. Ne hanno parlato in Regione in un vertice a cui ha presenziato il presidente Francesco Acquaroli: pare che le urla si sentissero dal Passetto.

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Francesco Acquaroli

La questione è che sulla gestione dei rifiuti la sequela di errori è infinita, le dimissioni dei responsabili politici e tecnici se salta il Cosmari saranno inevitabili. Su queste pagine che mi ospitano, e ringrazio i colleghi di Cronache Maceratesi, il segretario provinciale della Lega Luca Buldorini nonché vicepresidente della Provincia – ente a totale trazione leghista dacché Parcaroli pur non pagando le contribuzioni al partito come fanno invece tutti gli altri amministratori leghisti è nel direttivo regionale salviniano – mi ha spiegato che devo starmene al mio posto perché loro amministrano bene (leggi l’articolo).

Confonde – forse per la giovane età e il recente approdo all’attività politica, una volta almeno c’erano le scuole di partito – i ruoli: un conto è l’esponente politico che ha il potere di fare, un conto è il giornalista che ha il dovere di testimoniare. Può darsi che a Buldorini ciò che vedo e racconto non piaccia, faccia allora qualcosa per cambiarlo. Il problema è però che quando si applica soprattutto se è in coppia con Sandro Parcaroli le cose non paiono andare per il meglio. Come sui rifiuti. E’ faccenda di cui poco ci si occupa perché insomma l’immondizia non piace a nessuno, contando su questa schizzinosa indifferenza sovente all’ombra dei rifiuti si sono fatti ottimi affari e fulgide carriere. E forse è accaduto anche a Macerata.

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Brigitte Pellei, Giuseppe Giampaoli e Maneuele Pierantoni all’ultima conferenza del Cosmari

Veniamo ai tre punti: l’ottima gestione politica di Buldorini & Co del piano rifiuti produrrà per i cittadini maceratesi un aumento della tariffa stimabile attorno al 25 per cento a partire dal primo gennaio 2024. Niente male per chi grida nelle piazze: non metteremo le mani nelle tasche degli italiani. Ma dei maceratesi sì. Lo ha spiegato il presidente del Cosmari Giuseppe Giampaoli che rispondendo ai sindacati – paventavano aumenti del 250% e forse non sono lontani dal vero – ha pensato di dare un sollievo alla popolazione annunciando un aumento del 15% da gennaio e poi un altro del 5%: sommandoli fa qualcosa meno del 25 (sono percentuali composte). Giampaoli ha spiegato che tutto nasce dal fatto di dover portare i rifiuti a Fermo (dal teatro alle foto ai rifiuti paga Macerata incassano Fermo o Sant’Elpidio) e di spargerli un po’ qua e un po’ là perché la discarica di Cingoli è esaurita e l’allargamento strappato al sindaco obtorto collo è appena un pannicello caldo. Sempre ammesso che si faccia. L’espressione di Giampaoli, uno che ha radici profonde nel Cosmari, “è la seconda volta che andiamo a Fermo con il capello in mano” non suona come elogio per la coppia di fatto leghista che regge la Provincia.

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Giuseppe Pezzanesi

Ma ora emerge il secondo e più inquietante fatto: il Cosmari rischia di chiudere tra tre settimane. Non hanno il direttore tecnico. Questo impasse è frutto della pervicace ostinazione di Sandro Parcaroli e Luca Buldorini di sistemare l’ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi che come si ricorderà fu eletto presidente del Cosmari nonostante un divieto esplicito di legge. Tant’è che l’Anac ha bocciato la nomina e il Tar ha confermato l’inconferibilità dell’incarico a Pezzanesi. Resta da capire se gli atti che egli ha compiuto siano inficiati o meno. Perché Pezzanesi dovesse stare, peraltro illegittimamente al vertice del Cosmari, lo sa bene Luca Buldorini che con tanto di fanfare lo ha accolto nella Lega. La bulimia da incarichi a volte fa brutti scherzi. Nell’ottobre del 2021 il neoleghista Pezzanesi annunciò la necessità di trovare un nuovo direttore generale del Cosmari perché Giampaoli, plenipotenziario dell’immondizia per una vita, si avviava alla pensione. Il primo bando fu da Pezzanesi cassato dopo aver speso inutilmente centomila euro. A metà giugno dello scorso anno finalmente si nomina Brigitte Pellei – ingegnere ambientale – direttore generale. Ad agosto Giuseppe Pezzanesi salta per l’intervento dell’Anac e il 6 dicembre il Cosmari decide di affidarsi di nuovo a Giuseppe Giamapoli che diventa facente funzioni di presidente.

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Il Cosmari

Ma in tutto questo turbinar di delibere, carte bollate e riunioni di maggioranza con la regia di Luca Buldorini si dimenticano di una cosa: il Cosmari è senza direttore tecnico. Giampaoli è in pensione e non può farlo, la direttrice generale non ha i requisiti per farlo e però la legge (Decreto Ministeriale 3 giugno 2014 numero 120) è chiarissima: senza il direttore o responsabile tecnico l’azienda come recita l’articolo 10 comma 4 del Regolamento dell’Albo dei Gestori Ambientali non può essere iscritta all’Albo e dunque non può operare. La legge stabilisce i titoli che questa figura indispensabile deve avere. Oltre a un idoneo titolo di studio deve possedere: “un’esperienza maturata nello specifico settore di attività per i quali è richiesta l’iscrizione; un’idoneità attestata mediante una verifica iniziale della preparazione del soggetto e, con cadenza periodica quinquennale, ripetuta con verifiche che garantiscano il necessario aggiornamento, oltre a indispensabili requisiti morali.” La prima data utile per eventualmente far sostenere le prove di idoneità a un candidato del Cosmari è il 28 novembre e dunque a rigor di legge da oggi a fin quando non ci sarà un direttore tecnico il Cosmari non potrebbe operare. I costi di raccolta e smaltimento rifiuti affidati in emergenza a un soggetto terzo sarebbero devastanti e se ricadessero interamente sui cittadini politicamente insostenibili ed economicamente troppo onerosi.

Da qui una tumultuosa riunione in Regione da cui presidente e vicepresidente della Provincia – leggasi Sandro Parcaroli e Luca Buldorini – sono usciti con la coda tra le gambe, un problema grosso come una discarica e un appannamento politico senza precedenti con una evidente incrinatura dei rapporti di maggioranza nel centrodestra perché Fratelli d’Italia non vuole vedersi addossare costi e danni di una macroscopica inefficienza targata Lega.

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Filippo Saltamartini con Michele Vittori

Il terzo tema sul tappeto è cosa succede se gli atti deliberato da Pezzanesi presidente vengono ritenuti invalidi. Il caos sarebbe totale: la nomina di Brigitte Pellei sarebbe invalidata e il Cosmari si troverebbe totalmente paralizzato. Ma se anche si dovesse superare questo collo di bottiglia del direttore tecnico resta il problema del piano rifiuti che non c’è al pari a dello stallo in cui si trova quello per l’acqua. E’ di nuovo un problema interno alla Lega che Luca Buldorini fa fatica a “governare”. Risultato da fine mese la Provincia di Macerata avrà un’emergenza rifiuti che costerà più o meno 5 milioni e 800 mila euro al netto del caos al Cosmari. Il 30 agosto Sandro Parcaroli ha annunciato trionfante che il piano rifiuti è passato a grande maggioranza in Provincia. Hanno deciso che solo a fine dicembre si saprà quali sono i cinque siti dove si farà forse la discarica (Giampaoli aveva promesso una decisione entro novembre).

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Andrea Blarasin

Quel piano non l’ha votato Cingoli e il sindaco Michele Vettori aspetta di sapere dove si farà la nuova discarica prima di consentire l’allargamento provvisorio di quella che lui ospita. Se Cingoli si mette di traverso il Cosmari, ammesso che possa continuare ad operare, non sa dove mettere i rifiuti e la previsione dei sindacati della tariffa aumentata del 250% diventerebbe realtà. Luca Buldorini, data l’esperienza sulla cremazione, potrebbe anche rilanciare l’ipotesi termovalorizzatore che consentirebbe ai cittadini invece di pagare lo smaltimento di avere benefici dai rifiuti. Peraltro la diffusione di questi impianti è un progetto del ministro per le infrastrutture Matteo Salvini. Ciò detto il vicepresidente della Provincia e segretario provinciale leghista ha un problemino non da poco: il sindaco di Cingoli da cui dipende la soluzione tampone dell’emergenza rifiuti è Michele Vettori un pupillo dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini perno leghista della giunta Acquaroli. L’uscita di Andrea Blarasin dal gruppo consiliare leghista di Macerata indica che Buldorini sta lavorando per far saltare Aldo Alessandrini eletto a sorpresa capogruppo e segretario comunale. Questa iperattività del giovane segretario provinciale pare stia infastidendo non poco l’assessore alla sanità. La mossa sarebbe di far marcare la dissidenza da Blarasin, che però pensa ad una sua autonoma iniziativa per dare luogo ad una civica di centrodestra, commissariare il partito a Macerata e sfruttare nuove adesioni.

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Claudio Carbonari

Il punto è che Claudio Carbonari pare deluso dalla Lega e si guarda attorno e che l’operazione immaginata da Buldorini per rafforzarsi rischia di far saltare la giunta Parcaroli. Non è passata inosservata una riunione di ciò che resta della lista civica Parcaroli in cui tanto il sindaco quanto Buldorini hanno chiesto la confluenza sotto le insegne salviniane. Alcuni hanno detto no – “non siamo i rifiuti della Lega” – altri ci pensano, altri in particolare un’assessora colta sono entusiasti. Se avvenisse questa fusione per incorporazione – linguaggio che Parcaroli conosce bene – la Lega si troverebbe con cinque assessori (di cui solo due eletti), il presidente del Consiglio comunale e quello dell’Apm ed è probabile che le urla ascoltate sui rifiuti riecheggerebbero anche a palazzo civico. L’obiettivo di questa manovra è uno solo: consentire a Luca Budorini di diventare presidente della Provincia. La scadenza è al 2025, ma c’è la possibilità che si voti di nuovo a suffragio universale per l’ente di secondo grado ben prima e che anche Parcaroli si faccia da parte per dare via libera al suo scudiero. Sarebbe un parziale gran rifiuto, ma forse utile per liberarsi della grana dei rifiuti.

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