La sede del Cosmari
di Monia Orazi
Terremoto al Cosmari, l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ha pubblicato sul suo sito la delibera (per leggerla integralmente clicca qui) relativa al procedimento di inconferibilità dell’incarico di presidente del consiglio di amministrazione a Giuseppe Pezzanesi, nominato presidente dall’assemblea dei soci mentre era sindaco di Tolentino, comune con più di 15mila abitanti, il 4 agosto 2021.
I dubbi e le perplessità sull’opportunità di nominare Pezzanesi presidente del Cosmari, erano già stati sollevati da Cronache Maceratesi in un approfondimento dell’avvocato Giuseppe Bommarito (leggi l’articolo). L’articolo 7 del decreto legislativo 39 del 2013, a cui fa riferimento Anac, stabilisce tra le altre cose, che un sindaco di un comune con più di 15mila abitanti, non può essere presidente di un ente di diritto pubblico, controllato dallo stesso comune. Nella delibera non ci sono riferimenti a Cosmari o a Pezzanesi, si legge omissis, ma a confermare che si tratta di lui è lo stesso ex sindaco di Tolentino, raggiunto telefonicamente.
Giuseppe Pezzanesi durante una delle assemblee del Cosmari
LA DIFESA DI PEZZANESI – «Si tratta proprio di me, ho avuto comunicazione della delibera direttamente dal Cosmari, a cui è giunta la comunicazione. Per correttezza ci consulteremo per 24 ore, con i miei legali ed il consiglio di amministrazione, non nascondiamo nulla né mai lo faremo, ma su questo faremo una conferenza stampa.
Abbiamo sempre tenuto la medesima posizione, non siamo andati avanti da sprovveduti. Loro hanno capito tutto ma non ci sentono – ha detto riferendosi all’Anac Pezzanesi – se l’assemblea me lo chiederà mi dimetterò. Ci siamo sempre rifatti alla legge nazionale, con pareri legali che hanno confermato la nostra posizione, per Anac questo non va bene, secondo la norma nazionale noi siamo a posto, hanno un modo di affrontare le cose alla Marchese del Grillo».
Giuseppe Giampaoli
Pezzanesi ribadisce la volontà di mettere tutto nelle mani dell’assemblea dei sindaci che sarà convocata con urgenza: «L’assemblea è sovrana, non abbiamo mai nascosto nulla. Ci poniamo di fronte a questa comunicazione con grande serenità, perché di fatto non ho deleghe come presidente. Valuterò la situazione con i nostri legali, durante l’assemblea dei soci esporremo la nostra posizione e loro decideranno.
Metto tutto nelle mani dei sindaci sono pronto a dimettermi anche domani, se me lo chiederanno. Su questo aspetto ci sono già dei pareri legali, i nostri avvocati si pronunceranno su questa delibera, decideremo cosa fare. Non è una questione personale ma etica e morale, il rispetto dovuto ai sindaci che si sono messi in campo, non per fare cose fatte male, io ho portato la mia esperienza il mio modo di fare al Cosmari. Se l’assemblea me lo chiederà solo sono pronto a lasciare, loro mi hanno voluto mi dimetterò se sarà questa la loro volontà».
Pezzanesi ribadisce di non avere un ruolo gestionale: «Non ho nessuna delega ma per qualcuno non è sufficiente. Respingo l’inconferibilità perché non ho ruoli con fornitori, non dispongo pagamenti bancari o contratti. Sono andati avanti come un carro armato e questo mi fa mi fa pensare, ma legge è uguale per tutti. La norma nazionale è chiara, non ho deleghe e posso essere il presidente, non vedo perché dobbiamo sottostare ad una interpretazione contraria proprio oggi tra l’altro che a Cosmari si è insediato il nuovo direttore Brigitte Pellei».
Brigitte Pellei
LE MOTIVAZIONI ANAC – Nel documento, lungo 11 pagine, in termini giuridici e specifici, i referenti Anac spiegano tutte le motivazioni tecniche per cui la nomina di Pezzanesi a presidente del consiglio di amministrazione, ricade nell’ipotesi di inconferibilità.
Nel dettaglio rigettano le stesse motivazioni espresse dagli avvocati del Cosmari e riportate nella risposta del responsabile aziendale della prevenzione della corruzione e della trasparenza, secondo cui Pezzanesi non avrebbe deleghe. Per l’Anac quello di Pezzanesi non è un semplice potere di firma, o privo di ruolo gestionale. Si legge nella delibera: «In merito al ruolo gestionale il consiglio amministrazione dunque il presidente – così si esprime l’Anac – l’attribuzione di determinati poteri al direttore generale non consente di ritenere il consiglio di amministrazione privo di rilevanti poteri gestionali.
Basti far riferimento soprattutto, ma non esclusivamente al potere del consiglio di amministrazione di deliberare sulle assunzioni a tempo indeterminato, di proporre modifiche al regolamento sulle modalità di esercizio sul controllo analogo e allo statuto della società, di deliberare in ordine alla stipula dei contratti, convenzioni, accordi di ogni tipo che vincolano la società verso terzi. Pertanto nonostante la presenza di un direttore generale, appare il cda dotato di rilevanti competenze gestionali, dunque anche il relativo incarico di presidente è da ritenersi riconducibile tra quelli di amministratori di enti di diritto privato in controllo pubblico, anche in considerazione del potere di firma». Nel documento, sulla base dei dati forniti dallo stesso Lancioni si riporta come Pezzanesi abbia firmato 48 atti di delibera del consiglio di amministrazione, tra atti, convenzioni e contratti.
COSA SUCCEDE ADESSO – Leggendo la delibera, tutto passa nelle mani del responsabile aziendale anticorruzione e trasparenza, Fabio Lancioni, che ricopre il ruolo dal 2020, che dovrà adottare entro tre mesi una serie di provvedimenti. Il primo è quello di accertare se Pezzanesi abbia presentato una dichiarazione con cui attesta di essere esente da cause di inconferibilità, che se risultasse mendace, secondo quanto indicato dallo stesso decreto 39, non gli permetterebbe di assumere un ruolo simile per almeno cinque anni. Dovrà inoltre emettere il provvedimento di decadenza dall’incarico di Pezzanesi stesso.
Un altro aspetto importante, sempre in capo a Lancioni sarà l’avvio del procedimento di sanzione nei confronti dei rappresentanti dell’assemblea dei soci, cioè sindaci o consiglieri da loro delegati, che il 4 agosto 2021 hanno votato favorevolmente la nomina di Pezzanesi. L’articolo 18 del decreto spiega che sono responsabili delle conseguenze economiche, degli atti adottati da chi non poteva essere nominato nel ruolo di presidente. Per tre mesi i sindaci in questione non potranno conferire incarichi amministrativi equivalenti a quello dichiarato nullo dalla legge. Se sarà superato il termine previsto dalla legge e Lancioni non adotterà i provvedimenti di sua competenza, la legge prevede il potere sostitutivo in capo al Governo.
Giuseppe Pezzanesi
GLI SCENARI A BREVE TERMINE – Tutto dipenderà dalle decisioni assunte dall’assemblea dei soci, che potrebbe stabilire, se i pareri dei legali del Cosmari supporteranno tale decisione, di percorrere la via del ricorso al Tar, opzione che sembra la più praticabile nell’immediato, per non far decadere la governance in atto ed evitare il commissariamento. In caso contrario si apriranno le porte del commissariamento per il consorzio pubblico in località Piane di Chienti. Pezzanesi ha firmato i documenti, reperibili sul sito, con cui è stato indetto il secondo concorso che ha portato alla nomina di Brigitte Pellei, direttore generale del Cosmari e di altri concorsi con cui è stato assunto nuovo personale.
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Amen
Ce voleva lanticorruzione per capirlo?!?!?
Qualcuno di Camerino lo aveva già detto, ma non fu ascoltato nel consiglio di amministrazione della Cosmari.
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Certo che paragonare l’ANAC al Marchese del Grillo è di una gravita e di una volgarità inaudite. Una battuta sciocca che il Pezzanesi poteva e doveva risparmiarsi.
L’ANAC non ha agito di prepotenza, incurante delle norme vigenti, ma proprio sulla base di queste norme, che precludevano sin dall’inizio a Pezzanesi stesso di poter accedere alla carica di Presidente.
L’unica cosa che preoccupa nella delibera ANAC è la mancanza di ogni riferimento al vice presidente Giampaoli (nonchè direttore generale sino ad oggi, nonchè RUP, nonchè ecc. ecc …), la cui incompatibilità in questi ultimi mesi è ancora più palese e stridente: controllore di se stesso, un’assurdità giuridica.
Resta da capire come mai su questi aspetti abbiano sinora rigorosamente taciuto il responsabile del controllo analogo, il collegio sindacale, l’autorità di vigilanza, e soprattutto le istituzioni preposte, a partire dagli stessi Comuni, che ora saranno chiamati a risarcire i danni per tutta una serie di delibere nulle in quanto assunte da un CdA illegittimo nella sua posizione apicale.
Con questa delibera ANAC crolla miseramente la grande e risibile intesa trasversale che aveva portato, per quanto concerne il Cosmari, ad una suddivisione dei ruoli tra le varie forze politiche di centrodestra e di centrosinistra.
In questo, contesto, per mancanza di lucidità e di comprensione del problema, brillano il Comune di Macerata e quello di Civitanova Marche.
La decisione dell’ANAC è ampiamente motivata e rafforzata proprio dalle controdeduzioni dell’ente. C’è da augurarsi che il presidente si dimetta senza mettere in torsione l’assemblea dei soci e alimentare un lungo contenzioso. Anche il cda va rinnovato a partire dalla ingombrante presenza, nel bene e nel male, del deus ex machina Giampaoli.
L’insistenza di Bommarito sembra aver dato i suoi frutti. Certo che ci sarà battaglia ma questa è già una buona dimostrazione ” che alla fine, se c’è buona volontà da parte di chi ha esperienza, capacità e caparbietà, riesce a scoperchiare qualsiasi tetto”.
L’ANAC è come il bambino della famosa fiaba di Andersen che grida: “Il re è nudo!”. Il CONSMARI ha come obiettivo primo ed esclusivo la miglior gestione del ciclo dei rifiuti oppure questa viene dopo la spartizione di posti e…….? Lo so sto scrivendo delle banalità ma fino a quando l’opinione pubblica tollererà questo e mille altri casi di gestioni simili della “cosa pubblica” non potremmo certo fare passi avanti!
Per la smania di potere e per la caccia a poltrone ben retribuite non si guarda in faccia a nessuno. Le dimissioni immediate, di tutta la congrega, sono il minimo indispensabile.
A volte il sentimento che mi assale di fronte a fatti simili è semplicemente la vergogna.
Vergogna nel vedere che queste vicende accadono nelle nostre Marche, in provincia di Macerata.
L’evidente attaccamento alla poltrona di Pezzanesi di fronte ad una sentenza del genere, non trova né precedenti né giustificazioni possibili compatibili con il buon senso o l’opportunità.
C’è solo da chiedersi fino a quando i Sindaci saranno disponibili ad avvallare criticità tanto evidenti assumendosi, dopo una sentenza del genere, pienamente le proprie responsabilità.
Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile, men che meno Pezzanesi.