Cura e prevenzione delle dipendenze,
Macerata modello nel Mediterraneo

PROGETTO MEDNET - Sono 23 i delegati provenienti da paesi del Nord Africa e del Medioriente, in visita studio per apprendere impostazione dei servizi, metodologie di cura, strategie di prevenzione del Dipartimento dipendenze patologiche. Questa mattina un incontro pubblico in biblioteca, poi visita agli ambulatori e alle strutture. Ieri l'incontro con gli operatori della Pars

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Le delegazioni nell’auditorium della biblioteca (Foto Fabio Falcioni)

Sono arrivati da Tunisia, Giordania, Libano, Egitto, Algeria, Marocco, Palestina a Macerata per conoscere il Dipartimento dipendenze patologiche dell’azienda territoriale e approfondire le buone prassi utilizzate. Il Dipartimento di Macerata, infatti, è stato scelto come eccellenza per cura e prevenzione delle dipendenze nell’ambito del progetto MedNet del Consiglio Europeo e Dipartimento politiche antidroga.

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Gianni Giuli (foto Falcioni)

«Siamo onorati e felici che il Dipartimento politiche antidroga ci abbia scelto come Servizio di riferimento nazionale per il progetto MedNet, è anche una grande responsabilità, perché un tema così complesso come quello delle dipendenze richiede risposte altrettanto complesse». Così Gianni Giuli, direttore del Ddp, ha salutato i 23 delegati, professionisti delle dipendenze, con diversi profili, in prevalenza medici e psicologi, provenienti da paesi del Nord Africa e del Medioriente, in visita/studio per apprendere impostazione dei servizi, metodologie di cura, strategie di prevenzione del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Ast di Macerata. Gianni Giuli sottolinea che «questo riconoscimento ripaga per tanti anni di impegno, ma ciò che più conta è continuare ad agire dentro un network di buone prassi, per cure sempre più appropriate e prevenzione all’avanguardia. Ciò finora è stato reso possibile da una rete reale ed unita, in cui soggetti pubblici e privati sono riusciti a fondersi in quel contenitore plurale che chiamiamo appunto Dipartimento».

Questa mattina si è svolto un incontro pubblico alla Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata in cui sono state illustrate in due lingue le finalità del progetto stesso e le modalità operative del Dipartimento.
Elisabetta Simeoni, direttore amministrativo del Dipartimento nazionale politiche antidroga, ha esposto l’importanza del progetto MedNET, promosso dal Council of Europe International Cooperation Group on Drugs and Addictions e dal Group Pompidou, articolato in Italia dal Dpa su mandato del Consiglio dei Ministri.

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La platea dell’incontro (Foto Falcioni)

La giornata di studio, alla quale ha partecipato anche il procuratore di Macerata Fabrizio Narbone,  ha avuto il patrocinio del Comune di Macerata, infatti a introdurre e a dare ufficiale accoglienza nel territorio maceratese è stata la vice sindaca e assessora alle Politiche sociali del comune di Macerata Francesca D’Alessandro: «Un plauso alle attività che il Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata, guidato dal dottor Gianni Giuli, porta avanti, per noi tutti un vero fiore all’occhiello. Il Dipartimento è sempre al fianco dell’amministrazione comunale che è impegnata in azioni e progetti concreti per la prevenzione e il contrasto all’uso di sostanze stupefacenti e ad altre dipendenze così come nella promozione del benessere soprattutto nei confronti dei giovani. Il fatto che le buone prassi messe in campo dal Dipartimento maceratese vengano prese ad esempio e possano concorrere a migliorare la qualità dell’attuazione delle politiche antidroga nei Paesi della Rete Mediterranea MedNet, mettendo l’accento su una migliore sensibilizzazione dei fattori culturali sulle politiche di intervento, è per noi motivo di orgoglio. Siamo convinti che il lavoro di rete, espletato attraverso attività congiunte e interventi integrati, possa rappresentare un valido contributo al nostro impegno a favore della collettività». La giornata proseguirà con la visita agli ambienti e negli ambulatori del Servizio Dipendenze per conoscere le modalità di lavoro dei professionisti del Dipartimento. Gianni Giuli presenterà una panoramica circa struttura e attività del Ddp, la sociologa Silvia Agnani approfondirà le azioni di prevenzione, la psichiatra Maria Assunta Evangelista e la coordinatrice infermieristica Luciana Renna presenteranno l’ambulatorio farmacologico, sarà la volta poi dell’ambulatorio psicologico, rappresentato dalle psicologhe Alessandra Morbidelli e Tania Colotti, infine la psicologa Alessia Savi si occuperà dei luoghi di lavoro di gruppo.

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La visita alla Pars

Il soggiorno del gruppo di studio è iniziato già ieri quando i delegati hanno visitato la Cooperativa Sociale Pars e in particolare il Villaggio San Michele Arcangelo di Corridonia. Un incontro che nasce e si sviluppa all’interno del rapporto che PARS ha instaurato negli ultimi mesi con il Dipartimento Nazionale per le Dipendenze e con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Josè Berdini (Responsabile delle Comunità Pars) è infatti membro del Cid (Comitato Italiano Dipendenze), un organo che collabora attivamente proprio con il Dipartimento Nazionale per le Dipendenze e che si configura come una somma di esperienze di realtà che operano nel settore delle dipendenze. Di questa lunga e preziosa catena di realtà fa parte anche il Gruppo Pompidou, Gruppo di cooperazione internazionale sulle droghe e le dipendenze, la cui presidenza in questo periodo è di competenza del nostro Paese.

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La delegazione alla Pars

L’obiettivo della visita era quindi quello di conoscere e comprendere metodologie di lavoro e di trattamento delle dipendenze tra diverse comunità. In questo senso va specificato che Pars si occupa ormai da anni di “doppia diagnosi” (dipendenze-psichiatria) e di problematicità di genere (sono presenti Comunità femminili) e del mondo dei minori. «Sono stati presentati – si legge in una nota della Pars – i riferimenti valoriali, la metodologia utilizzata nella gestione dei centri, i destinatari del servizio, la modalità di accesso alle prestazioni, il progetto terapeutico personalizzato, il palinsesto e l’organizzazione giornaliera, il contratto di ammissione e il regolamento, il programma Terapeutico e l’approccio integrato di intervento, l’organigramma e le figure impiegate nel servizio, gli incontri di equipe e supervisione, la logica della recovery e l’incontro con il dottor Lieberman del 2014».

Le foto di Fabio Falcioni di seguito:

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Il procuratore di Macerata Fabrizio Narbone

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L’intervento di Patrizia Peroni, vice questore a macerata

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