Un momento della serata
di Marco Ribechi
La fama della Carmen trasforma il Lauro Rossi in cinema per una notte di rara bellezza. È stato un evento davvero speciale quello realizzato nel teatro di Macerata per celebrare l’eroina di Bizet sul grande schermo.
Una scena del film di Cecil B. DeMille
L’occasione ha permesso di assistere all’inusuale spettacolo di un’orchestra che suona dal vivo brani pensati per accompagnare un film muto, una prassi molto comune nel passato ma quasi totalmente scomparsa ai nostri giorni. Se nell’aperitivo del mattino il direttore artistico Paolo Pinamonti aveva dichiarato: “Vedo le origini del cinema nell’eredità lasciata dal melodramma” bisogna dire che la serata gliene ha dato pienamente atto, confermando le sue osservazioni e facendo cogliere tante sfumature delle musiche filmiche che oggi, nell’epoca del digitale, appaiono scontate e banali.
L’orchestra al Lauro Rossi
Non è stato così invece per la Form che, diretta magistralmente da Timothy Brock, ha dimostrato la complessità del sincronizzare una colonna sonora a delle immagini enfatizzando anche, con sapienti colpi di scena musicali, le varie dinamiche che si susseguono sulla pellicola. Il mito di Carmen è stato ampiamente celebrato anche al cinema con una serie davvero numerosa di rappresentazioni filmiche che l’hanno saputa declinare in molte direzioni differenti. Per l’esecuzione della Form sono stati scelti il lungometraggio Carmen, di Cecil B. DeMille, realizzato nel 1915 con colonna sonora di Hugo Riesenfeld riadattata sulla partitura di Bizet, e A Burlesque on Carmen, con la regia di Charlie Chaplin e colonna sonora di Timothy Brock commissionata dal Teatro de la Zarzuela di Madrid. Il primo film, all’epoca già salutato come capolavoro, vide la consacrazione della cantante protagonista Geraldine Farrar, capace di veicolare non solo tutta la carica sensuale della protagonista ma di restituire una Carmen ancora maggiormente artefice del proprio destino, donna libera capace di pilotare i desideri degli uomini. Magistrali anche le scene della tauromachia finale, veri e propri effetti speciali avanzatissimi per l’epoca, realizzate con l’utilizzo di ben dieci macchine da presa.
Il finale di A Burlesque on Carmen
Il secondo film invece è la parodia del primo con un Chaplin in parte spassoso ma in parte anche tragico e drammatico. Il finale, che vede da canone l’omicidio di Carmen, viene subito svelato nella sua finzione restituendo al regista-attore la sua carica comica che inevitabilmente lo caratterizza. L’accostamento in rapida successione delle due pellicole è stato sicuramente azzeccato, dimostrando come Chaplin abbia saputo cogliere momenti di comicità nel dramma e per dare continuità all’evoluzione dell’arte filmica. Il pubblico numeroso ha davvero apprezzato l’appuntamento, originariamente pensato per lo Sferisterio e purtroppo spostato al Lauro Rossi, tributando allo sforzo del direttore e dell’orchestra lunghi e ripetuti applausi, tutti estremamente meritati.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati