Aato3, assemblea fiume
ma nessuna intesa sull’acqua.
Catena: «Si perseguono altri interessi»

MACERATA - Astea e Apm spingono per la scelta di un sistema consortile che veda protagoniste le municipalizzate. Il sindaco di Montecassiano attacca il presidente Alessandro Gentilucci

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Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, presidente dell’Aato3

di Luca Patrassi

Nulla di fatto anche oggi sul fronte della scelta della società consortile per la gestione unica del servizio idrico nell’ambito dell’Aato3. La riunione dei sindaci, protrattasi per diverse ore, non ha registrato la benché minima novità rispetto alla scelta da fare entro la fine dell’anno per evitare la messa a gara e la possibilità che questa possa essere vinta da un privato ponendo fine alla gestione pubblica del sistema acqua. Lapidario il commento del presidente dell’Aato3 (e sindaco di Pieve Torina) Alessandro Gentilucci: «La riunione è andata bene sul fronte del bilancio mentre sul fronte della scelta del sistema consortile di primo o di secondo livello c’è bisogno di un approfondimento, le posizioni non sono condivise».

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Leonardo Catena

Osserva il sindaco di Montecassiano Leonardo Catena: «Il problema è l’atteggiamento del presidente dell’Aato3, atteggiamento arrogante, vuole comprimere la discussione tra le parti quando l’unico interesse è evitare che il sistema idrico vada a gara e vada al privato. Invece sottraendosi in questo modo al confronto si è portati con malizia a pensare che si voglia andare sul fronte opposto a quello della gestione pubblica che si dichiara di voler perseguire. Di fronte a questo il presidente dell’Aato dovrebbe recitare un ruolo di garante: prima di Gentilucci, con Fiordomo e con Montemarani non c’era mai stata una polemica, si è sempre lavorato per trovare soluzioni condivise. Ora da mesi si sono irrigidite le posizioni, da quando c’è Gentilucci è aumentata è la conflittualità, voler irrigidire la situazione significa non trovare la soluzione».

«Astea e Apm – continua Catena – detengono circa l’80%  delle quote e ritengono che la società consortile di secondo livello sia quella tecnicamente praticabile, allontanando anche il possibile ricorso dei privati  mentre dall’altra parte alcuni sindaci della montagna vedono questa ipotesi come una usurpazione. Inutile fare una battaglia di principio a sei mesi dalla scadenza del termine, quando il percorso che i sindaci della montagna – che sono una minoranza – indicano non è praticabile. Di fronte a questo, andiamo a sbattere contro il muro e il presidente sarebbe il primo responsabile, però, ripeto, magari è questo quello che qualcuno vuole».

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