La riunione
Ventisette milioni di euro per la digitalizzazione della rete idrica e contrastare gli sprechi. Si tratta di fondi che arrivano dai finanziamenti del Pnc sisma e sono destinati ai comuni del cratere di Marche (20 milioni) e Abruzzo (7 milioni) che hanno scelto di investire in una tecnologia che può fare la differenza per il contrasto alla crisi idrica. Oggi durante l’assemblea Aato a Macerata, presieduta dal presidente Alessandro Gentilucci, è stato approvato lo schema di accordo di programma tra le Aato 3, 4 e 5, la Regione e il Commissario straordinario alla riparazione e ricostruzione Guido Castelli. Il programma degli interventi prevede un investimento di 20 milioni di euro, che saranno distribuiti tra i Comuni sulla base di criteri e modalità che saranno condivisi dal territorio. La digitalizzazione dei sottoservizi verrà realizzata grazie a rilievi aerei (droni), laser scanner e georadar. L’insieme dei dati raccolti consente di fotografare in tempo reale la situazione, attraverso quella che viene chiamata “nuvola di punti”, cioè un’immagine in 3d estremamente dettagliata degli impianti rilevati. Questo tipo di monitoraggio permette di intervenire puntualmente anche nella regolazione dinamica della pressione, impossibile altrimenti da calcolare così nel dettaglio. Il soggetto gestore sarà la società Ciip.
«Rendiamo i territori del cratere protagonisti della transizione digitale – ha detto Castelli -. Lo sviluppo di una piattaforma di monitoraggio e gestione della risorsa idrica rappresenta un primo passo per una visione di sviluppo strategico del cratere. Questa tecnologia ha delle potenzialità straordinarie per il contrasto alla dispersione idrica. Nei territori dove questa tecnologia è già operativa si registrano perdite d’acqua fino a otto volte inferiori». «Un risultato politico straordinario – sottolinea Gentilucci -, abbiamo messo insieme tre Autorità d’ambito, Aato 3, 4 e 5, la Regione e il commissario straordinario alla ricostruzione per un intervento che consentirà di far fronte allo spreco d’acqua».
Infatti è quello che manca ai comuni terremotati dal 2016, la digitalizzazione della rete idrica, le popolazioni non aspettavano altro!
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