La grafica della copertina del primo libretto dell’Aida 1921
di Marco Ribechi
Conservato per cento anni dentro uno scatolone polveroso in soffitta torna alla luce dopo una giornata di pulizie. E’ emerso inaspettatamente dalle memorie del passato un antico libretto dell’Aida del 1921, la prima opera lirica mai rappresentata nella storia dello Sferisterio di Macerata.
Il libretto fronte e retro
Un volumetto di oltre 30 pagine, realizzato in stile Liberty, venduto al prezzo di una lira con all’interno tutte le informazioni su Giuseppe Verdi, sullo Sferisterio e sull’opera in programma. Un documento capace di recuperare per filo e per segno tutti i protagonisti di quella fantastica primissima stagione, che diede il via alla consacrazione dello Sferisterio a tempio mondiale della lirica. A trovarlo i discendenti della famiglia Simoncelli, oggi residenti in corso Garibaldi: «Da varie decine di anni quello scatolone giaceva semidimenticato nel sottotetto della nostra abitazione – spiegano gli autori del ritrovamento – sapevamo che conteneva del materiale appartenuto ai nostri bisnonni e che questo materiale non aveva valore economico. E infatti, quando abbiamo deciso di riaprirlo, abbiamo trovato tantissimi spartiti antichi poiché in famiglia c’era la passione per la musica classica e lirica e inoltre c’era chi suonava il pianoforte. Poi però la sorpresa quando, tra tutti quei fogli, è apparso anche questo libretto del 1921 perfettamente conservato dentro un altro libro».
L’inserzione pubblicitaria della farmacia Simoncelli
E presto chiarito anche il motivo del salvataggio di quello che, al tempo, sarebbe potuto apparire come un libretto ordinario. «I nostri antenati, i Simoncelli – continuano gli autori del ritrovamento – erano farmacisti. All’interno del libretto si può trovare anche lo spazio pubblicitario della loro farmacia, probabilmente era stata fatta una donazione per sostenere la lirica o, quantomeno, la stampa del libretto. Crediamo che questo sia il motivo per cui il libretto sia stato messo al sicuro fino ad arrivare ai giorni nostri».
La pubblicità della Fabbrica di birre Cioci
All’interno del libretto c’è un vero e proprio mondo da esplorare che emerge grazie alle tantissime inserzioni pubblicitarie di attività che ormai oggi sono quasi totalmente scomparse. A parte aziende come la fabbrica di pianoforte Borgani o la Nazareno Gabrielli infatti non è rimasta traccia di quel tessuto economico produttivo che caratterizzava la Macerata degli anni ’20. Trasuda però una città ricca e all’avanguardia poiché molte sono le pubblicità di alberghi, istituti di credito, fabbriche attive nel settore agricolo capaci di soddisfare il fabbisogno delle campagne circostanti. Sono presenti inserzioni di ogni tipo di professionalità, a testimonianza che Macerata era un centro in cui non mancava nulla. In particolare colpisce la presenza anche di una fabbrica di birra (la famosa Birra Cioci il cui nome è ancora usato per definire la Rampa Cioci) e di molti rivenditori di auto, moto nonché officine e benzinai, evidentemente a Macerata le vetture avevano un certo mercato.
Da San Severino la Prima Fabbrica Italiana di Materiale Apistico C. Perucci & F.
La raccolta pubblicitaria inoltre fu fatta anche nei comuni limitrofi, Civitanova (Chalet Miramamare), Monte San Giusto (Biscotti in scatola Tommaso Mazza), San Severino (C. Perucci & F. Materiale Apistico), Pollenza (Fabbrica, Infissi, Mobili) e persino Pescara (Ditta Bucco e Capaccini lavorazione meccanica del legno). Questo sta a significare che l’evento era considerato molto importante non solo in città ma su tutto il territorio anche extra-regionale. Decine di pagine pubblicitarie a supporto della prima stagione lirica quindi che, già all’epoca, aveva donato sogni gloriosi ai maceratesi che forse già intravedevano la consacrazione dello Sferisterio negli anni a venire.
Da un lato la descrizione dello Sferisterio, dall’altra la pubblicità della ditta di strumenti musicali Borgani
Mio nonno si chiamava Filippo Giacomo Radames e nacque il 15 agosto 1921 nel camerino di un attore allo Sferisterio durante lAida è unemozione vedere questo articolo e il libretto originale!
Che emozione leggere queste cose,città importante,oggi.........
Chissà se anche il conte Pier Alberto Conti era uno spregiudicato speculatore... O solo un amante che, per far felice l'amata, non badò certamente a spese...
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Mio nonno Ilari Marino, telegrafista alle poste di Macerata, mi raccontava, che durante la stagione lirica del 1921 si adoperava presso la biglietteria dello Sferisterio come contabile.