di Mario Battistini
Incredibile Silvano Iommi. In politica da cinquant’anni, sale ripetutamente in cattedra per bacchettare chi non è in linea col suo pensiero. Anche lo Sferisterio, orgoglio dei maceratesi, amato dai melomani di tutto il mondo e celebrato nelle enciclopedie e nei testi di storia dell’arte, è finito nella sua impietosa agenda delle cose da sconfessare. E’ andato addirittura indietro di duecento anni nel tentativo – mal riuscito – di macchiare la memoria dei geniali costruttori del grande monumento. Un clamoroso flop, ma anche un boomerang che in qualche misura potrebbe finire per coinvolgere ingiustamente l’ignara amministrazione oggi in carica. Ma per l’assessore nulla di quel che si è creato a Macerata merita un giudizio positivo.
Nei secoli passati questa città guadagnò il titolo di “Atene delle Marche”, negli Anni Ottanta indagini demoscopiche la promossero ai vertici della nazione per qualità della vita, con successiva conferma (2016) da parte di Legambiente, Sole 24 Ore e Istituto Ambiente Italia. Sia pure con diverse gradazioni di merito, questa città ha sempre avuto buoni amministratori. E tali risulteranno alla fine del loro mandato – ce lo auguriamo – quelli oggi in carica. E’ la politica, assessore Iommi, che non funziona. La politica arrogante e inconcludente che distribuisce arbitrariamente poteri personali senza curarsi delle esigenze della collettività. Si è tolto agli elettori anche il diritto di scelta dei loro rappresentanti ed è per questo che oggi, con il 40 per cento di adesioni, il primo partito in Italia è rappresentato dagli astensionisti.
In Italia e nel mondo la situazione è indubbiamente pesante, ma lo zoccolo duro della nostra società, fatto di gente onesta, laboriosa, tollerante e civile, resta vivo e solido. E questa è la forza di Macerata. L’Università è in posizione di vertice su scala nazionale, cresce l’Accademia di belle arti, l’Istituzione scolastica svolge il suo ruolo con profitto, l’associazionismo è una realtà sempre presente e di livello elevato le innumerevoli attività culturali prodotte ogni anno. I continui messaggi negativi finiscono però per tratteggiare una immagine distorta di Macerata, rischiando anche di frenare quel corposo movimento turistico che giustamente il sindaco Parcaroli auspica per incrementare gli interessi della città.
Negli Anni Ottanta (sindaco Carlo Ballesi) il Comune deliberò il risanamento del Palazzo Buonaccorsi chiamando alla direzione dei lavori l’architetto Paolo Marconi, “maestro del recupero della bellezza”, docente universitario a Roma, professore della Scuola di archeologia di Atene e consulente tecnico del governo francese. L’assessore Iommi non approvò questa scelta e lo disse. Il Comune però andò avanti e oggi, del tutto rigenerato, il Buonaccorsi è un patrimonio invidiabile di Macerata, esaltato nelle riviste del Fai.
Un anno fa, alla vigilia dell’insediamento dell’Amministrazione di centro destra, affermatasi con voto plebiscitario, sempre l’architetto Iommi gridò ai quattro venti (poi smentito anche dal suo collega di giunta, l’assessore Marco Caldarelli) che Macerata era alla frutta per colpa del malgoverno Carancini. “Ha fatto niente e quel poco che ha messo in campo è da censurare”. Tutto sbagliato: di cattivo gusto, fra le tante storture presenti, le luci installate al Monumento della Vittoria e irrazionali quelle accese in Piazza della Libertà. Pollice verso – addirittura! – anche nei confronti dell’Accademia di belle arti, preziosa istituzione culturale, che ha curato l’illuminazione dello Sferisterio, “trasfigurandolo con giochi e artifizi illuminotecnici inappropriati”. Rispose su Cronache Maceratesi il critico d’arte Vittorio Sgarbi. “Le luci adottate allo Sferisterio qualificano in modo egregio la funzione contemporanea del monumento, identificato non tanto come struttura architettonica ma come luogo scenico. Così illuminato, lo Sferisterio non passa certo inosservato, ma afferma con forza la sua identità di teatro e, quindi, di luogo deputato allo spettacolo”.
E andiamo avanti. Non ha avuto migliore accoglienza l’orologio planetario in piazza della Libertà che richiama, soprattutto d’estate, schiere di studiosi e turisti. Beh, secondo Iommi, siamo di fronte a una patacca: la “torre dello Swatch”. Sarà, ma ai più sembra una “patacca” ben riuscita, non foss’altro perchè realizzata con la supervisione scientifica dei famosi Laboratori fiorentini e con l’imprimatur del professore Paolo Galluzzi, uomo di scienza, massimo studioso di Leonardo da Vinci e direttore del Museo Galileo di Firenze. Questo il suo commento il giorno dell’inaugurazione dell’orologio: “E’ un’opera straordinaria che impreziosisce di una nuova gemma lo splendido centro storico di Macerata. Questo orologio planetario è un bene culturale unico al mondo e la città di Macerata deve andarne fiera”.
Per restare ai giorni nostri, l’attacco a gamba tesa contro lo Sferisterio è comunque il più sorprendente di tutti anche perchè “studiato” e divulgato a pochi giorni dal debutto della Stagione lirica che celebra quest’anno il centesimo anniversario dell’acclamata “Aida” del 1921. Ma non si avverte in città quel clima di festosa mobilitazione che dovrebbe caratterizzare un appuntamento di tale rilievo. Perché? E’ strana, molto strana – nei toni, nei contenuti e nella tempistica – la maldestra uscita denigratoria nei riguardi di una delle vicende storiche più limpide e più amate dai maceratesi. “Ma basta – ha tuonato imperiosamente l’assessore – con la caramellosa storiella dei Cento Consorti che edificarono questo teatro per diletto dei maceratesi. Fu invece un progetto di speculazione edilizia per qualificare la zona dove poi si sarebbero costruiti dei palazzi”. Speculazione edilizia? Che tristezza! E’ una ricostruzione dei fatti clamorosamente fantasiosa e fuorviante, che ha suscitato sconcerto e reazioni indignate. E non pochi fra gli eredi di quei cento benefattori, molti dei quali vivono in mezzo a noi, pretendono scuse formali. “L’avventura dei Cento Consorti – ha commentato, fra gli altri, la bravissima professoressa Lucia Tancredi – impone rispetto e incondizionato apprezzamento, E’ una storia esaltante che ha fatto emergere, in tempi assai lontani, una Macerata audace, generosa e proiettata verso orizzonti di crescita. Questa città meriterebbe politici migliori”. Proprio vero.
L’assessore Katiuscia Cassetta con alcuni eredi dei cento consorti in una conferenza stampa di inizio luglio
La Storia non tradisce e la Storia ci racconta che la vicenda dei magnifici Cento Consorti non fu una iniziativa isolata progettata da furbastri tessitori di trame speculative in campo immobiliare. Si qualifica un’area con un’opera monumentale – questa la stravagante accusa – al solo scopo di favorire poi l’edificazione di nuovi palazzi nella zona. Niente di tutto questo. La vicenda dello Sferisterio fa emergere, al contrario, argomenti di indiscutibile valore sociale e culturale, in perfetta sintonia con migliaia di identiche vicende registrate nello stesso tempo in provincia, nelle Marche e in tutta Italia. Storie importanti e tutte promosse non per fini speculativi, ma per un corale desiderio di riscatto popolare, che spinse ad agire ceti sociali fino ad allora emarginati.
Nel Settecento e anche nel secolo successivo, quando ancora vigeva in alcune realtà arretrate l’osceno “ius primae noctis”, spazi e luoghi di divertimento non erano di competenza dello Stato o delle Municipalità locali. Vi provvedevano a loro spese i cittadini. Le classi patrizie dominanti organizzavano le loro feste – concerti, balli, opere liriche, prosa e giochi d’azzardo – nei castelli o nei lussuosi saloni delle loro principesche dimore, inaccessibili ai comuni mortali, i quali però un bel giorno, da nord al sud del Paese, quasi all’unisono, avviarono un’autentica rivoluzione, decidendo di costruire a loro spese migliaia di teatri condominiali. Teatri sì di proprietà privata, ma aperti a tutti per favorire occasioni di svago e di divertimento e una sincera aggregazione fra famiglie delle più disparate condizioni sociali. La stessa Scala di Milano, il più importante teatro del mondo, ha avuto questa formazione, come pure il nostro “Lauro Rossi”, eretto nel Settecento per volontà di 46 maceratesi che si autotassarono fino a rimetterci, in qualche caso, l’osso del collo.
E fu questo, proprio questo, il percorso seguito anche dai Cento Consorti – non tutti nobili, non tutti ricchi – per costruire lo Sferisterio (progettista il geniale architetto Ireneo Aleandri di San Severino) a diletto pubblico (gratuito) della comunità maceratese. Il tutto concepito con onestà e alla luce del sole. Altro che speculazione edilizia. Va da sé – ma è conseguenza naturale e pure auspicabile – che ogni opera pubblica di valore attira sul territorio investitori di risorse, ingrandendo e qualificando quartieri e città. Allora, se anche lo Sferisterio ha contribuito ad arricchire Macerata di nuovi insediamenti urbanistici, ulteriore merito deve essere riconosciuto a chi ha lavorato per regalarci questo fantastico monumento. Resta un fatto incontrovertibile: da borgo rurale qual era, Macerata, grazie allo Sferisterio, iniziò un percorso di crescita sociale, economica e culturale coinvolgente che, giorno dopo giorno, ha dato lustro e prestigio a intere generazioni di residenti. E per restare in tema, la splendida Loggia dei Mercanti sorta in piazza della Libertà nel Cinquecento, come dobbiamo valutarla? Utile spazio per i commercianti del tempo o atto di speculazione edilizia visto che poco dopo la sua costruzione il centro registrò nuovi insediamenti abitativi? Il famoso Beaubourg di Parigi, museo di arte contemporanea progettato da Renzo Piano, ha cambiato il volto di un quartiere degradato della capitale di Francia e favorito non una speculazione edilizia ma la nascita di moderni agglomerati urbani in una vasta area totalmente rigenerata.
Ma perché, e qui la chiudiamo, si è tentato di offendere la memoria di benemeriti cittadini passati a miglior vita due secoli fa – due secoli fa! – e quindi nell’impossibilità di difendersi? Cosa nasconde questa brutta pagina di cronaca? Fuor di retorica, a distanza di tanti anni, quei Cento Consorti che hanno regalato alla città un bene prezioso debbono poter riposare in pace, ricevendo solo e sempre rispetto e onori. Ma, vedrete: il libro giallo delle presunte negatività di Macerata fra non molto ci riserverà altri capitoli “sensazionali”. Uno – si mormora – potrebbe addirittura riguardare il grande missionario Padre Matteo Ricci, il quale, nel suo lungo soggiorno in Cina, attorno al 1590, forse era l’Anno del Drago, sarebbe stato scoperto – bricconcello scienziato, letterato e sacerdote – a fumare un sigaro di carta paglia nel Palazzo imperiale di Pechino…
Una macchia sulla scritta dei cento consorti Ma non è colpa di Iommi
Gli eredi dei cento consorti «Fecero un gesto epico, il loro messaggio ancora forte e chiaro»
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Per quanto riguarda il funzionamento dell’orologio, io qualche cosa da ridire l’avrei: il giorno italico era tutta altra cosa è di conseguenza il funzionamento dell’orologio. Non si è neppure capito che le ore erano in numeri ordinali mentre negli orologi moderni i numeri sono cardinali. Bah! Abbiamo perso l’occasione di una vera torre dei tempi. Come il tempo veniva rappresentato ieri è come viene rappresentato oggi.
Grazie, Mario!
Confesso che più di una volta sono stato tentato di replicare alle frequenti esternazioni dell’architetto da quasi un anno finalmente assessore all’urbanistica Silvano Iommi. Ma da povero ingegnere prestato all’informatica non mi ritenevo in grado di confutare le dotte considerazioni dell’assessore. Ma oggi finalmente leggo chi con precisione e competenza fa impietosamente chiarezza sulle esternazioni dell’assessore e provo a esporre anche il mio pensiero. La prima cosa da dire è che non è sempre necessario pontificare su qualunque argomento e se per un volta non si ha niente da dire è bene tacere. Ma con la calura estiva le fontane del maceratese sono in secca e quale miglior argomento dello Sferisterio che si avvia al traguardo dei 200 anni e dei maceratesi che ce lo hanno generosamente trasmesso per fare un po’ di controcultura? Nel merito non posso non condividere quanto viene scritto e mi chiedo: anche fosse vero quanto dice l’assessore, e non lo è, a chi può interessare la descrizione di una Macerata meschina e traffichina? vogliamo proprio farci del male ? Abbiamo in casa un gioiello accompagnato da una bellissima storia e dobbiamo per forza svilirlo solo per rimanere sulla cresta dell’onda mediatica. Nel corso della storia solo pochi architetti hanno saputo raccontare belle storie oltre a far sfoggio della loro competenza tecnica e il nostro assessore non sembra tra questi. Per concludere vorrei riprendere il pensiero di Lucia Tancredi che alcuni giorni fa su Cronache Maceratesi così fotografava la situazione: ‘Forse Macerata merita politici capaci di vedere oltre la breve ala del piccione pistacoppo, non solo chi la giudica col metro stretto dei propri risentimenti’.
Aggiungerei infine che poiché l’assessore Iommi in questo momento rappresenta l’amministrazione comunale, bene farebbe il Sindaco a richiamarlo all’ordine delle competenze del suo assessorato all’urbanistica che nulla hanno a che vedere col denigrare ciò che si è creato a Macerata addirittura 200 anni fa, altrimenti il rischio paventato dall’autore di qualche scoop di gossip su Padre Matteo Ricci potrebbe concretizzarsi a breve …
Fu inaugurato nel 1829 per disputare gare di “Pallone al Bracciale” che era il principale gioco nazionale di quel periodo. Era semplicemente uno stadio.
Fu usato anche per esibizioni di tauromachia.
Solo nel 1921, 92 anni dopo, con l’Aida, lo Sferisterio divenne un vero e proprio teatro lirico all’aperto. Tanto per precisare.
Tutti meritano politici migliori. Se Iommi è convinto di quello che dice, fa bene a dirlo, anzi facessero tutti così. E poi a Macerata c’è chi dice e ordina di peggio. Ma pretendere politici migliori a Macerata o a Civitanova è come bestemmiare se credenti. Ci sono?…qualcuno li conosce? Metterebbero sul fuoco le proprie gonadi od altro per raccomandarne l’onestà, la sincerità d’intenti e un grande sviscerato amore per il prossimo che va al di là di semplici e meschini proponimenti alla Salvini, Meloni e Renzi? Ma lasciamo perdere e godiamoci Iommi e anche un eventuale Padre Matteo Ricci che ha lasciato discendenti in Oriente. Ma che pretendiamo… politici come Sgarbi che a Civitanova il pubblico raffinato applaude perché dice cornuto a chi gli ha gridato capra. Del resto Sgarbi anche a Civitanova trovando i soliti sempliciotti e pure politici ha trovato l’America. Politici migliori…, magari no, ma almeno intelligenti!!!
Rimango costernato sulla natura e la qualità del dibattito : Iommi avrà detto la sua che parte da una narrazione raccolta dai testi e dai documenti consultati da cui è difficile capire fatti diversi rispetto a quello che si legge . E’ una narrazione che anche fosse ripresa dai testi consultati non può essere mai quella definitiva . Ma si discute con eleganza e rispetto e si replica come ha fatto il sottoscritto . Era nata come una speculazione e per di più con scelta del sito più improbabile ed inopportuno a voler essere sinceri e realistici. Ma poi con gli anni si è capito che al monumento si poteva dare una svolta diversa o significati diversi ; il divenire della storia insegna solamente a chi vive con i piedi per terra e non tra le nuvole . Sono sconvolto dall’innescarsi di una polemica fuori luogo e pruriginosa toccando dei temi senza alcun senso . Se ha senso allora ricordo che un ben noto direttore artistico ( e potrei citare altri noti personaggi ) disse che era necessario , dopo tanti anni di amministrazione allegrissima della stagione lirica , riportare nella giusta dimensione gestionale e manageriale lo Sferisterio perchè secondo lui ci aveva mangiato ( sono le sue parole riportate dau noto giornale )anche mio cugino . Osannare va bene ma non prendiamoci per l’orologio del cuculo …
L’unica risposta logica al quesito posto dal Sig.Battistini è che si doveva coprire la gaffe ancora più macabra nei confronti della Città fatta dal Sindaco Parcaroli il giorno precedente che affermava “Chi viene da fuori pensa ancora che Macerata sia rimasta a Pamela e Traini,pensa ad una città sottosviluppata.Invece non è cosi”.Un concetto che suona bene sul palco leghista in campagna elettorale ma che dovrebbe indignare tutti i cittadini onesti e con un briciolo di orgoglio e consapevoli che quel pensiero è frutto di disonestà intellettuale.Come si evidenzia nell’articolo le radici storiche e culturali della Città sono profonde ed elevate e da molto prima che arrivasse lo Steve Jobs de noandri.Potevo capire alcune esternazioni preelettorali per accattivarsi le simpatie degli indecisi o degli ignari,ma ora sulla bocca di chi Governa la città oltre che inappropriate anche inopportune per il benessere cittadino.Qualcuno diceva che doveva studiare perchè non era ancora politicamente pronto a dei confronti,io credo che non sia pronto e basta.Macerata non è Med Store,la città è patrimonio di tutti se non la conosci non puoi amministrarla al meglio.Visti gli ultimi anatemi ad ingresso città perchè non scrivere “Lasciate ogni speranza o voi che venite!”
Ho conosciuto circa 45 anni fa un Mario Battistini, destinato poi a diventare una delle firme più autorevoli del giornalismo locale, capace di scrivere in 25-30 righe vicende anche complesse della politica, della cronaca e della cultura cittadina. Ora leggendo le circa 150 righe che ha scritto per commentare il nulla stento a credere che si tratti della stessa persona.
Da un polemista a tutto tondo come l’assessore Silvano Iommi ci saremmo aspettati qualcosa di più di due povere righe, queste si il nulla, in risposta a un articolo in cui Mario Battistini argomenta con dovizia di particolari e con le migliori armi della sua professione. Ma siamo solo all’inizio …
Come ho già avuto modo di osservare a commento dell’intervento della scrittrice Tancredi, l’Arch. Iommi ha supportato il proprio intervento con precisi riscontri documentari, mentre non altrettanto può dirsi per i suoi detrattori, ivi compreso il Battistini, il cui profluvio espositivo si sostanzia in una sequela di valutazioni (e correlate aggettivazioni enfatiche) squisitamente personali oltre che disancorate da atti ufficiali (basti notare che prosegue imperterrito nell’attribuire l’intera progettazione all’Aleandri, noncurante degli obiettivi contributi dell’Innocenzi e dello Spada opportunamente riferiti e documentati dall’Arch. Iommi).
Risulta quindi confermato che c’è una bella differenza tra “raccontare storie” e riferire fatti, checché se ne dica …
Il bello è che se molti turisti vengono a Macerata è per lo Sferisterio e le sue manifestazioni speculazione o meno.Quando arriveranno pulman di turisti per ammirare le opere (non ruderi)di Iommi lo faremo Sindaco a Vita,ma fino ad allora abbia la compiacenza di non denigrare un’entrata per il commercio cittadino tanto caro a questa Amministrazione.