Alberto Cicarè
di Federica Nardi
Una città salutare, “healthy city”, così immagina Macerata Alberto Cicarè, consigliere comunale di Strada comune-Potere al Popolo. E per realizzare questa sua visione ha presentato un ordine del giorno al prossimo Consiglio comunale (lunedì), in aperta e voluta controtendenza con il dibattito al momento incentrato sul futuro e nuovo ospedale di Macerata.
«L’attuale modello incentrato sui grandi ospedali non riesce a far fronte a tendenze acclarate quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della quota di non autosufficienti, il diffondersi di patologie croniche – dice Cicarè -. I sistemi sanitari realizzati sul modello lombardo, definito di “eccellenza” (con una forte vocazione medica in chiave chirurgica e riabilitativa), hanno mostrato tutti i loro limiti se prendiamo in considerazione l’alta diffusione del Covid nel territorio, nelle Rsa, l’alto numero dei ricoveri e dei decessi». A questo si aggiungono altri elementi messi in evidenza dalla pandemia, prosegue il consigliere come «l’importanza dei medici di base nel servizio sanitario», l’importanza dei «servizi di assistenza sociale» e il passaggio «da una medicina di attesa, che fa fronte a patologie che si acutizzano e vanno trattate in ospedale, a una medicina di iniziativa, che va incontro alle persone in funzione preventiva delle malattie, o per limitare l’aggravarsi di patologie croniche».
Per questo Cicarè chiede che il Comune realizzi un passaggio in realtà già previsto dalla riforma sanitaria ma mai portato davvero a compimento, cioè l’istituzione delle Case della salute. Partendo dalla definizione di “healthy city”, cioè «una città conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla, tramite una integrazione tra servizi sanitari, sociali, culturali e ricreativi», per il consigliere è «opportuno coinvolgere nella creazione di questa rete di servizi le istituzioni sanitarie, l’Ircr, le associazioni cittadine attive nel campo sociale».
L’invito del documento che sarà discusso la prossima settimana è quindi rivolto al sindaco Sandro Parcaroli e all’amministrazione, di «attivarsi nelle sedi preposte, la Regione Marche, l’Area vasta 3, con il supporto e la collaborazione dell’Ircr, per sollecitare l’avvio delle procedure necessarie per la realizzazione di una o più strutture sanitarie di base, Case della salute o Case della comunità, ovvero strutture territoriali di riferimento alle quali i cittadini possano rivolgersi in ogni momento della giornata, dove riunire e integrare i servizi forniti da più figure professionali distinte tra loro, per ambito di intervento, competenze e modalità operative, come il medico di medicina Generale, il pediatra di libera scelta, il medico di continuità assistenziale, l’infermiere di comunità, l’ostetrica, il fisioterapista, l’operatore socio-sanitario, l’assistente sociale, lo psicologo, con il supporto di collaboratori amministrativi». In alternativa a realizzare nuove strutture, Cicarè propone di trovare uno o più edifici adatti allo scopo.
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