Macerata piange il fotografo Sandro Polzinetti, l’anima errante sui Sibillini, lo sguardo spinto sino alle viscere della terra ad esplorare i suoi tesori nascosti, sino a scoprire una delle meraviglie del Paleolitico: la Venere di Genga, da lui ritrovata nel 2008, in una grotta a San Vittore di Genga, 8 centimetri di divinità femminile in pietra a tutto tondo, risalente a circa 28mila anni fa, che occupa un posto d’onore nei libri di storia dell’arte. Si è spento oggi nella sua Macerata, da dove era partito fin dal 1951 per esplorare i Sibillini ed i loro territori, effettuando rilievi di cavità sconosciute, immortalandone le bellezze ed i suggestivi scorci paesaggistici, diventati libri fotografici oggi quasi introvabili. Era un uomo curioso, elegante e riservato nei modi, una figura poliedrica di appassionato ambientalista, escursionista, fotografo, speleologo e ricercatore che collaborava attivamente ai progetti dell’università di Siena. Le sue immagini oltre che nei libri di approfondimento sui Sibillini, sono state esposte in moltissime mostre, in giro per le Marche e per l’Italia.
Ogni volta le sue pubblicazioni e le mostre erano un grande successo. Aveva aderito nel 2014 al progetto lanciato da Daniele Salvi, di chiedere per i monti Sibillini la tutela come patrimonio Unesco. Convintamente aveva firmato l’appello, da sempre estimatore e grande appassionato di queste montagne. Le ritraeva sempre con foto dal taglio quadrato, con lo sguardo preciso e una tecnica rigorosa e fotocamera analogiche, a volerne mostrare la meraviglia dell’habitat naturale. Di lui restano al patrimonio collettivo della città proprio i suoi libri e le foto, scatti eterni che raccontano la grande bellezza della sua terra.
(Credit photoforma.it)
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Sentite condoglianze alla famiglia.
Ho conosciuto Polzinetti molti anni fa. Una gentile persona, grande appassionato di montagna, ottimo fotografo.
Porterò con me sempre il suo ricordo.
Condoglainze alla famiglia.
Una persona stupenda, con la quale ho fatto tantissime uscite in montagna negli anni passati. La sua raccolta fotografica delle nostre montagne è sterminata e di grandissimo valore scientifico e naturalistico.
Conosceva letteralmente i Sibillini come le sue tasche, in ogni più recondito recesso. Riposa in pace, Sandro.