I fusti e le scatole sequestrate con 100 chili di marijuana
di Gianluca Ginella
Ottanta chili di marijuana sequestrati a Cingoli. Operazione della questura di Macerata che nasce da un controllo svolto lungo corso Cavour, a Macerata, e che ha poi portato gli agenti a perquisire tre abitazioni di Cingoli, nelle disponibilità di un 41enne, che è stato arrestato e si trova ai domiciliari. All’interno di cantine e garage sono stati trovati barilotti e scatoloni che contenevano marijuana confezionata e pronta ad essere venduta. «Era destinata ai ragazzi di medie e superiori della provincia, questa operazione testimonia il nostro lavoro in difesa dei più giovani e delle loro famiglie» ha detto il questore Antonio Pignataro. Lo stupefacente ha un costo di 4-5 euro al grammo, a conti fatti quello sequestrato poteva valere tra 320mila e 400mila euro.
Tredici barilotti bianchi, con dentro etti ed etti di marijuana, già confezionata in buste di cellophane e sottovuoto. E poi scatoloni contenenti scatolini (un centinaio) simili a quelle che si trovano nei negozi cannabis shop.
Tutto è nato da un incessante servizio, nell’ambito del progetto “scuole sicure”, che ha coinvolto numerosi poliziotti in borghese della Squadra mobile di Macerata, diretta dal commissario capo Matteo Luconi, per individuare gli spacciatori che sostavano davanti alle scuole o nelle immediate vicinanze. Gli agenti si sono camuffati da operai dell’Enel, o hanno finto di essere comuni cittadini che portavano a passeggio i loro cani. In questo modo, senza essere notati, hanno individuato delle persone, vicino alle scuole, che potevano essere degli spacciatori. Persone che sono poi state seguite dagli agenti della Squadra mobile, mentre si muovevano nel capoluogo e in altri comuni. Si è trattato di un lavoro certosino che ha permesso agli agenti di scoprire la base dove poteva essere custodita la sostanza stupefacente. Alla fine giovedì, intorno alle 23, è stata fermata un’auto in corso Cavour, con a bordo due persone: uno dei sospettati, un 41enne che vive a Cingoli, e un cliente (trovato con un piccolo quantitativo di marijuana). I poliziotti hanno deciso di proseguire gli accertamenti a casa del 41enne. Si sono spostati a Cingoli e lì hanno perquisito una casa nella disponibilità dell’uomo. Tombola: gli agenti hanno trovato tre fusti bianchi nella cantina. Dentro c’era marijuana. Da lì hanno perquisito le altre due case (di proprietà di parenti del 41enne, estranei alla vicenda). Nelle cantine e garage hanno trovato altri fusti e altra droga. E poi scatoloni con un centinaio di scatoline, anche in queste c’era droga. «Nel corso delle perquisizioni abbiamo trovato anche elenchi con nomi di clienti e spacciatori. La droga veniva venduta ad un costo tra i 4 e i 5 euro al grammo» dice il commissario Luconi. Il 41enne è stato arrestato e si trova ai domiciliari. Gli accertamenti sono ora in corso per capire la provenienza della marijuana e dove sia stata coltivata, se in zona o fuori e se vi siano altre persone coinvolte nel giro di spaccio. Le indagini sono coordinate dal procuratore Giovanni Giorgio e dal pm Enrico Riccioni.
«Dobbiamo difendere ad ogni costo i nostri ragazzi contro la cultura della morte contro chi, per biechi interessi ed egoismi personali, vuole avvelenare il futuro della nostra società – ha detto il questore Antonio Pignataoìro -. Occorre assolutamente l’unione di tutti indistintamente perché il dramma che vivono molte famiglie può colpire tutti. Il futuro dei nostri ragazzi non può essere salvaguardato solo dall’autorità giudiziaria e dalle forze di polizia, ma occorre un coinvolgimento di tutta la società, in modo particolare dei genitori e qualora, come si verifica molto spesso, vi sia la mancanza dei genitori o della famiglia, occorre creare dei servizi sociali specifici che possano assistere, aiutare e guidare i ragazzi nel loro sviluppo cognitivo». Il questore ha anche sottolineato che «Questa operazione è l’ennesima prova dell’efficienza e della passione che gli uomini della polizia mettono per difendere i ragazzi. Un segnale, l’ennesimo, della proficua collaborazione con la procura, con il procuratore Giovanni Giorgio e i suoi sostituti».
Il dirigente della Squadra mobile Matteo Luconi e il questore Antonio Pignataro
Il questore Antonio Pignataro
Il dirigente della Squadra mobile Matteo Luconi
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Grande operazione, anche se non ci credo che sia stata del tutto casuale. Sicuramente dietro c’era un lavoro di indagine avviato da tempo.
Invece al legislatore non interessa affatto difendere i più giovani, infatti non cambia la legge sullo spaccio.
Sono d’accordo col signor Iacobini: queste storie sono pressoché continue e non ponendovi rimedi, è chiaro che il tutto ti riduce a un gioco di ruolo. Col massimo rispetto per le FF.O anch’esse vittime dell’ignavia politica.
Solo ai domiciliari!?
Visto che si guadagna abbastanza e tutto sommato si rischia poco perché non continuare?
Hanno evitato tantissime morti tra i ragazzi, grazie x questa operazione.
Un plauso e un forte ringraziamento alle forze dell’ordine , però non capisco a cosa serva spiegare come avete agito per portare a termine l’operazione. Informare i malviventi che vi siete travestiti da operai del Enel oppure da civili a spasso con il cane non farà altro che a renderli più guardinghi per la prossima volta.
Iacopini, ha ragione, le forze dell’ ordine hanno il senso del dovere spiccatissimo, sanno benissimo che solo la politica può cambiare la situazione, preferisce non farlo, gli interessi sono enormi è dire poco, qui uccidere è un gioco, tutti hanno paura, perché la corruzione è in cima alla piramide.
Braviiiiiiiii!!!
mi spiace solo che dopo tanto lavoro ci si possa ridurre a un arresto ai domiciliari..
Per Paolucci. I domiciliari sono dati in attesa del processo. Il problema è che il processo si concluderà con una pena molto mite. E poi ci saranno gli sconti di pena.
La lotta alla criminalità organizzata, allo spaccio e all’illegalità deve essere una priorità assoluta di tutta la Comunità, di ciascuno di noi a seconda del proprio ruolo. Lo scorso mese, durante un’intervista svolta da remoto e rivedibile nella nostra pagina fb, l’avv. Giuseppe Bommarito aveva a lungo spiegato i meccanismi dello spaccio e più volte ha sottolineato il dato allarmante che l’età dei consumatori si sta progressivamente abbassando. Il dott. Massimo Mari ha molto sollecitato proprio sulla necessità di intervenire nelle scuole attraverso un progetto largamente condiviso dai dirigenti scolastici e diffuso su tutto il territorio per agire a tutela del diritto alla salute dei ragazzi. Noi non ci siamo sottratti durante la campagna elettorale ad affrontare questo grave problema, che, anzi, ci è sembrato doveroso dover affrontare pubblicamente: contro le droghe e contro i delitti arrecati all’ambiente, alle persone, alla vita noi siamo convinti che bisogna agire. Pensiamo sia necessario istituire un tavolo di confronto e di intervento in cui siedano più parti sociali, pensiamo che sia necessario stipulare un’intesa per scrivere un piano di prevenzione e di intervento che si avvalga dell’ausilio di tutti. Tocca a ciascuno noi noi essere responsabile della comunità in cui si vive e alla si quale appartiene, ciascuno di noi deve essere sentinella per la tutela del patrimonio umano, culturale, ambientale e sociale della Comunità stessa.
Complimenti alle forze dell’ordine, dimostrano sempre di essere bravi professionisti!
Per Macerata Rinnova. Molti stanno votando ‘sì’ al taglio dei parlamentari perché si vede che, anche se sono tanti, i suddetti legiferano poco, nella fattispecie in tema di contrasto allo spaccio. E’ noto che in molti Paesi, è solo un esempio, lo spaccio è punito anche con la pena capitale.