«Macerata è una esperienza che ricorderò con grande piacere, è stata una crescita da un punto di vista professionale e umana», così il tenente colonnello Walter Fava che sta per lasciare l’incarico di comandante del Reparto operativo di Macerata, che dirigeva dal 2016, per trasferirsi a Roma, da dove era arrivato, dove guiderà il Gruppo del Comando per la tutela della salute. Da lunedì sarà in servizio il nuovo comandante del reparto operativo, il tenente colonnello Massimiliano Mengasini, che arriva dal Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri di Velletri.
Anni impegnativi quelli vissuti a Macerata dal colonnello Fava, che l’hanno visto impegnato nelle indagini di due degli episodi che hanno sconvolto la provincia, l’omicidio di Pamela Mastropietro e il raid di Luca Traini.
«Tanti i risultati operativi di spessore conseguiti in questi ultimi 4 anni nell’attività antidroga in provincia – commenta Fava – a partire dall’arresto del gruppo di cittadini albanesi coinvolti nel rinvenimento e sequestro di oltre 900 chili di marijuana a Porto Recanati del giugno 2017, per passare all’operazione Top 2017 che ha portato all’arresto della banda di origine magrebina avente base tra Monte San Giusto e Montegranaro col maxi sequestro di oltre 240 chili di hashish, per giungere ai recenti numerosi arresti e sequestri di eroina (per oltre 3 chili) all’Hotel House». Fava ha poi ricordato le «tempestive ed efficaci risposte agli efferati e drammatici delitti di fine gennaio e inizio febbraio 2018 con il tragico omicidio di Pamela Mastropietro e la strage ad opera di Luca Traini». Indagini ma anche l’attività svolta, con grande cura, nell’organizzazione dello spettacolare concerto della Banda dell’Arma allo Sferisterio di Macerata, a settembre dello scorso anno, e delle annuali Feste dell’Arma. Inoltre ha ricordato anche come sia stato fornito «un attento e approfondito contributo nell’ambito del Gruppo interforze antimafia della prefettura di Macerata con l’imponente attività informativa – aggiunge – e di impulso nella prevenzione del fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nella ricostruzione post-sisma, con i numerosi controlli ai cantieri – svolti con le altre componenti delle forze di polizia provinciali, la Dia e l’Ispettorato del lavoro – e nella preparazione delle interdittive antimafia contestate.
Gli obiettivi istituzionali conseguiti in questi anni al servizio della comunità maceratese sono stati possibili – evidenzia ancora il tenente colonnello Fava – anche grazie allo spessore e alla professionalità dei propri collaboratori, oltre che al coordinamento del comandante provinciale colonnello Michele Roberti e alla direzione del procuratore Giovanni Giorgio e dei prefetti che si sono avvicendati in questi anni».
L’ufficiale, 41enne originario di La Spezia, ha frequentato l’Accademia Militare di Modena nel biennio 1997-1999. Ha conseguito le lauree in Giurisprudenza, Scienze della sicurezza interna ed esterna e scienze politiche e dopo un anno alla scuola carabinieri di Benevento ha ricoperto il primo incarico operativo in Calabria, al comando del Norm della Compagnia di Bianco, dove viene poi confermato per 4 anni al comando della compagnia, competente sui comuni di San Luca e Africo Nuovo, nel cuore dei territori della ‘Ndrangheta. Dal 2007 al 2013 approda poi nelle Marche al comando della Compagnia di Urbino e a seguire viene chiamato al Comando Generale di Roma fino a ottobre 2016 quando giunge al Reparto operativo di Macerata.
(Foto di Fabio Falcioni)
Auguri x la carriera, purtroppo ti ricorderai di macerata x l'orrendo delitto di Pamela.
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Tutto bene tutto liscio tutti bravi e Pamela?e Traini?e la”mafia”Nigeriana?Tutti sapevano o non c’era niente di evidente?L’HH c’era prima del 2017 o faceva comodo non intervenire?Ora dopo il buon lavoro la città può stare tranquilla?E tutti quei ragazzi positivi o sballati dove si approvigionano?L’operazione è riuscita ma il paziente è morto!
Cari carabinieri, non stancatevi mai di combattere gli spacciatori di morte. La droga è il male più grande per i ragazzi della nostra attuale società.
Non bastano gli interventi delle forze dell’ordine, occorrono i processi e le sentenze.