di Laura Boccanera
«Evitiamo strumentalizzazioni e polemiche, rispetto per la privacy e riserbo sulla vicenda». A chiederlo è il papà della bambina che il tribunale dei minori di Ancona ha allontanato dalla mamma lo scorso 10 agosto. Rompe il riserbo dopo il polverone mediatico che si è alzato sui social dopo l’intervento della Lega che ha avviato una campagna su gruppi Facebook per chiedere la restituzione della bambina e che in questi giorni sta riscuotendo molta partecipazione. Tramite gli avvocati Pietro Antonio Siciliano e Domenico Formica il papà però chiarisce i termini del contenzioso che dura da anni con la mamma della piccola civitanovese e invita ad abbassare i toni nel rispetto della serenità della minore.
La vicenda, delicatissima perché coinvolge una minore, due famiglie e aspetti su salute tutelati dalla privacy è salita alla ribalta dopo un comunicato della Lega nel quale gli esponenti parlavano di un abuso da parte del Tribunale che, secondo quanto sostenevano, avrebbe portato via la minore senza notifiche e senza che la mamma sapesse perché. Su questi e su altri aspetti intervengono gli avvocati che hanno seguito il papà dal 2014 ad oggi: «l’allontanamento temporaneo della bambina è stato disposto su decisione del Tribunale dei Minori di Ancona a conclusione di una lunga vicenda giudiziaria iniziata nel 2014 e caratterizzata da una complessa istruttoria arrivata persino all’attenzione del garante per i diritti dell’infanzia e che ha coinvolto non solo avvocati e magistrati, ma anche psicologi, medici, operatori socio-sanitari del consultorio, dirigenti scolastici, e servizi sociali, che hanno, ognuno per quanto di sua competenza, concordemente ritenuto che la minore stesse subendo un gravissimo pregiudizio a causa della perdurante violazione dei suoi diritti alla bi-genitorialità, alla salute ed all’istruzione. Si evidenzia che lo scopo delle azioni giudiziarie intraprese dal papà è sempre stato quello di poter garantire alla figlia la presenza della figura paterna e non certo quello di togliere la bambina alla mamma. Nel corso degli anni, infatti, si sono succeduti numerosissimi provvedimenti giudiziari che hanno accertato la situazione di grave pregiudizio per il benessere psico-fisico della bambina, i quali sono sempre stati portati a conoscenza della mamma che, tuttavia, ha rifiutato ogni soluzione alternativa proposta dalle visite protette presso il Consultorio familiare, educatore domiciliare, collocazione temporanea di madre e figlia in comunità. Le motivazioni che hanno portato all’allontanamento della minore, per altro non definitivo ma solo temporaneo, sono dunque ben note alla madre che, essendosi costituita tramite i propri avvocati in tutti i procedimenti pendenti a suo carico innanzi alla magistratura sia civile che penale, è sempre stata perfettamente a conoscenza delle conseguenze giuridiche che sarebbero derivate dalla consapevole mancata ottemperanza dei numerosi provvedimenti giudiziari i quali sono stati emessi, non certo a scopo punitivo della mamma, ma a tutela del benessere della figlia. La bambina in questo momento sta bene, è tranquilla, allegra e serena e con l’aiuto di psicologi, educatori e della famiglia paterna, sta recuperando prontamente il proprio benessere psico-fisico – continuano i legali -. Il papà e la famiglia paterna, sperano vivamente che la mamma con l’aiuto delle istituzioni possa essere in grado di prendersi cura della bambina che così potrà avere accanto a sé entrambi i genitori. Poiché questo è il reale andamento dei fatti, dimostrato da copiosa documentazione e da molteplici atti giudiziari, il padre della minore chiede di rispettare il diritto alla privacy di sua figlia e mantenere il dovuto riserbo sulla vicenda al fine di evitare strumentalizzazioni e polemiche che hanno come unico risultato quello di nuocere alla bambina».
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Non credo si tratti di una faccenda pubblica
Se non c’è privacy è perché l’interessato ha dato la vicenda in pasto al pubblico. Non si può lamentare.