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«In questi mesi il contrasto al Covid-19 ha dettato l’agenda sia politica che sanitaria e la sanità marchigiana riprende con la riapertura progressiva delle attività specialistiche ambulatoriali sia ospedaliere che territoriali (Distretti). Ma con che prospettiva di sicurezza riapriranno i Poliambulatori?». E’ quanto si chiede il dottor Luigi Venanzi, vice coordinatore nazionale del Cimo, il sindaco dei medici specialisti ambulatoriali, che punta il dito contro la gestione della sanità nella nostra regione. «L’emergenza Coronavirus – continua Venanzi – ha portato alla luce problematiche del nostro Sistema sanitario marchigiano, sottaciute e nascoste per anni, conseguenti a una politica sanitaria scellerata, e non poteva essere diversamente che tutto questo determinasse, proprio con la pandemia, una vera Caporetto della “Sanità pubblica”. Il Ssr è collassato proprio quando si è trovato ad affrontare un’emergenza e come in Lombardia, il virus si è diffuso nelle Case di Riposo e nelle Rsa causando decessi molti dei quali non ascritti al Coronavirus. Quando si tagliano posti letto per 20 anni, si dirotta parte dei fondi pubblici alla sanità privata, o si pensa a costruire l’ennesima “cattedrale del deserto” (Fiera di Civitanova, dove sono stati ricoverati 5 pazienti. Leggi l’articolo), è normale che poi si generino macerie, come non è normale trasferirvi personale sanitario sguarnendo altre sedi dove il personale era già ridotto all’osso. Sarebbe stato invece più normale, che in una situazione emergenziale, almeno una parte di quei soldi, fossero stati investiti per rigenerare un servizio sanitario ambulatoriale oramai allo stremo e incapace di fornire un’offerta sanitaria di qualità». E qui arriva il nodo degli ambulatori territoriali e delle visite e prestazioni che dovrebbero ricominciare. »Gli ambulatori specialistici territoriali – continua il vicecoordinatore del Cimo – sono nelle stesse condizioni precarie di due mesi fa (basta farsi un giro nell’interno) cioè vecchi e fatiscenti, qualcuno situato in strutture pericolanti, con tecnologie obsolete con situazioni pericolose per la salute degli utenti e degli operatori sanitari per la ritardata/mancata fornitura di dispositivi di protezione individuali, e di percorsi di sicurezza in entrata e uscita dalle sedi. I cittadini che chiedono solo la soluzione ai loro problemi che in queste situazioni li costringe optare per i centri privati. In questi giorni sono disorientati per il caos generato dal fatto che hanno visto rinviare per l’ennesima volta gli appuntamenti, e tutto perché i piani di lavoro non stati preparati dall’azienda per tempo. Ma la sanità italiana non era la migliore al mondo? Ma è stato davvero così? Più volte lo si è detto e scritto, perché garantisce a tutti cura e assistenza e per la preparazione di medici e infermieri, ma nessuno ancora ha risposto perché invece l’organizzazione è fallita miseramente. Se tra pochi giorni riapriranno a pieno regime i poliambulatori del territorio marchigiano – rimarca Venanzi – sarà inevitabile che i tempi di attesa si allunghino ulteriormente. La Fase 3, per ragioni di sicurezza, costringerà le Aziende sanitarie e ospedaliere ad allungare i tempi degli appuntamenti per procedere alle attività di prevenzione al contagio, il che determinerà ancora più disagio e i medici specialisti non sono disponibili a fare ancora da capro espiatorio per colpe di disorganizzazione e improvvisazione di altri. Su questa premessa i medici hanno dichiarato la loro disponibilità al confronto, e poiché dalla “torre di avorio” non giungono segnali, sono pronti ad aprire una stagione di lotta a difesa dei pazienti e della dignità professionale».
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Chi doveva fare visite già programmate, sia urgenti che periodiche, da mo hanno preso la strada della sanità privata là dove più velocemente hanno riaperto, io compreso e non certo felice visto il costo. Quando si tagliano posti letto per vent’anni, la responsabilità è di tutti. A Ceriscioli possiamo solo consegnargli ” Il taglio d’Oro ” con ben 13 ospedali perfettamente chiusi, ospedali ridotti a cronicari oppure depauperati di reparti funzionanti e trasferiti secondo la logica del “ più è dannoso il frutto del mio operato, più sono contenti i signori della sanità privata che mi hanno dato una mano ad essere eletto e al quale si sono aggiunti anche chi in cambio di voti mi voleva sottrarei l’osso. Ma, l’astuto Ceriscioli molto bravo nei conti al punto tale di laurearsi in materia per essere sicuro di non sbagliarli, con una delle due uniche mosse concrete del suo quinquennio ha cacciato subito gli intrusi di cui forse a torto o a ragione ,( non lo sapremo mai o forse sì se cambia tempo), non li ha fatti nemmeno entrare a Palazzo Raffaello, scoraggiandoli a non farsi più né vedere e né sentire e con una semplice telefonata. Torneranno di nuovo all’attacco, ma con un altro e non ancora meglio chiarito soggetto che sicuramente non farà neanche una delle due indovinate da Ceriscioli. La seconda mossa, vista la situazione sanitaria delle Marche a lui conosciuta come a tutti i suoi uomini, vicini e costanti e che se non ci fosse stato il coronavirus non sarebbe stato costretto a farla , va comunque valutata tenendo conto della velocità con cui andava presa, del resto l’unica possibile in quel momento di miseria sanitaria e urgenza e che talaltro si presentava immediatamente fattibile , in piena pandemia e se anche qui la burocrazia non fosse immediatamente intervenuta si sarebbe potuto metterne in mostra tutti gli eventuali pregi se ci fossero stati. ( Teniamo conto anche di eventuali catastrofi, così facciamo contenti detrattori e avvocati nonché il personaggio in cerca d’autore che non lo troverà mai in quanto già trasformatosi in fantasma lui stesso medesimo, personaggio d’altri tempi, inarrivabile ed ineguagliabile statista nella sua ego fantasia anche se meramente non corrispondente né a fatti e né a circostanze che abbiano potuto determinarne nella sua sfortunata carriera anche un semplice buffetto). Stendiamogli un piumone pesantissimo sopra ma tanto si scopre sempre. Tutti, sapevate e tutti avete taciuto coltivando il vostro orticello, anche le fantomatiche associazioni pro ospedali. Le uniche note positive, anzi vere esplosioni musicali e non semplicemente armonie delicatamente suonate e non percepite vista la delicatezza di orecchie molto sorde e lingue alquanto lunghe solo quanto non serve più usarle, sono la sindaca di San Severino, Sig.ra Piermattei, l’avvocato che sostiene il suo movimento, Maffei e le proteste giunte da Fabriano. Ah, vi prego di scusarmi se qualche vostra fievole proposta non mi sia giunta magari perché sono anch’io debole di udito. Ma smettetela. Ogni giorno esce fuori qualcuno che ha da dire la sua e la sua rimane tranne quanto viene usata da altri personaggi per la pura carità che non riescono a contenere nelle loro umanistiche esteriorità ,diffondono a piedi pari. Si dovrebbe dire mani ma quelle sono già piene di contributi pro causa propria.
Non essere, sembra! Leonida Rubistein
La programmazione sanitaria non può essere fatta da un professore di matematica, il Ceriscioli in veste decisionista, che per di più sceglie volutamente di ignorare del tutto i consigli e le raccomandazioni della classe medica.