La delegazione Anci in Senato con la presidente Elisabetta Casellati
«Il grido d’allarme delle popolazioni colpite dal terremoto va ascoltato e recepito con urgenza da parte delle istituzioni e della politica. L’Italia non può essere campione nell’emergenza e tartaruga nella ricostruzione. Ne va della vita delle persone e della stessa credibilità del nostro Paese». Queste le parole di Elisabetta Casellati, presidente del Senato, che ieri a palazzo Madama ha ricevuto una delegazione dell’Anci rappresentativa delle quattro regioni colpite dai terremoti del 2016: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Per Casellati è anche «incomprensibile che dei 22 miliardi di euro stanziati dal 2016 ad oggi sia stato possibile utilizzare appena 49 milioni a causa di procedure lunghe e burocratiche. La rinascita sociale, economica e culturale di quelle terre martoriate dipende esclusivamente dalla celerità della ricostruzione attraverso normative simili a quelle dell’emergenza. Mi auguro – ha concluso -, che il Parlamento e il Governo si facciano carico di dare al più presto risposte tempestive ed efficaci alle comunità così duramente colpite dagli eventi sismici e provate da oltre tre anni di attesa e di disagi».
A commentare oggi queste parole è Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche che ha guidato la delegazione: «l’indignazione della presidente Casellati è la nostra. Abbiamo rilanciato con forza le nostre ragioni. L’appello della seconda carica dello Stato non deve cadere inascoltato e l’auspicio è che si proceda quanto prima a recepire le richieste che Anci ha posto anche al ministro Paola De Micheli ad Ascoli Piceno lo scorso 28 gennaio e a Vito Crimi nel corso dell’assemblea di Roma del 16 gennaio». Le richieste dell’Anci restano «una legge organica che possa essere utile anche per la futura gestione di calamità simili – ha detto Mangialardi – e l’approvazione del documento di sintesi già prodotto dalle 4 Anci regionali e dai suoi tecnici e che è stato assunto nell’assemblea a Roma con i punti individuati dai sindaci per far ripartire la ricostruzione pubblica e privata. Grazie all’azione dell’Anci abbiamo ottenuto una legge dedicata e, attraverso il confronto col governo, contiamo che i punti sintetizzati nel documento approvato in assemblea e che il presidente Decaro ha portato nell’audizione al governo, possano essere inseriti nel Decreto Milleproroghe. In particolare abbiamo preparato l’emendamento che riguarda il personale che non è più rinviabile». Se l’Anci riterrà insufficienti le risposte «sappiamo di poter contare sull’appoggio di 8mila sindaci italiani già pronti ad essere mobilitati dal nostro presidente Decaro», conclude Mangialardi.
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