Il ministro De Micheli
di Andrea Pietrzela
Il tema della viabilità, duramente colpita dal sisma del 2016, è tuttora tra i più delicati ed urgenti, tant’è che Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti (ed ex commissario alla ricostruzione), ha voluto recarsi in prima persona all’incontro organizzato dall’Anci nella sede della Provincia di Ascoli. «Conosco bene i problemi del terremoto, sono stata commissario per 13 mesi -dice-. Il ministero delle Infrastrutture ha attivato un lavoro per studiare da subito tutte le soluzioni possibili compatibili con una qualità della viabilità. Le realizzazione, però, per ovvie ragioni non possono essere immediate». Poi si avvia nella Sala dei Presidenti: presenti le autorità regionali e provinciali, pronte a proporre idee all’attenzione del ministro, gli addetti ai lavori dell’Anas e i direttori di alcune fabbriche, portavoce in prima persona delle loro problematiche sul territorio. Tanti i temi toccati nelle due ore e mezza di interventi: dalla A14, in questi giorni praticamente quasi impercorribile, alla Salaria, luogo nevralgico per l’attraversamento del paese, fino alle imprese nella zona del cratere ed i relativi appalti, con il problema dell’apertura dei cantieri burocraticamente lenta ed economicamente spesso difficilmente sostenibile per i piccoli comuni.
A riassumere i lavori svolti finora e ad introdurre i prossimi, ci ha pensato il sindaco di Force e coordinatore Piccoli Comuni Anci Marche Augusto Curti: «Finora sono stati fatti oltre mille sopralluoghi e sono state finanziate le priorità. Nella scala di livello di danno che va da 1 a 5, le priorità fino alla numero 3 sono state finanziate. Le priorità 4 e le 5 non ancora, ma i danni legati al sisma sono stati riconosciuti: l’incontro di oggi serve proprio per capire dove e come dare una risposta alla priorità di livello 4».
«Iniziamo dalle emergenze: la A14 – ha detto De Micheli -. C’erano mille modi per affrontare una questione che riguarda un concessionario, Autostrade per l’Italia, soggetto a procedura -spiega-. Io ho preso una decisione: ho messo delle persone al ministero per accompagnare e supportare il concessionario privato, che deve dialogare con la Procura, alla quale oggi verrà presentato anche un piano emergenziale per il viadotto del “Cerrano”. Il punto politico è il disordine e la sottovalutazione, il punto tecnico sono le decisioni che prendiamo ogni giorno. La decisione sulla A14, però, in questo momento non è nelle mie mani. Nelle prossime settimane, con alcune risorse che Anas ci metterà a disposizione, inizieremo a finanziare la quarta parte della ristrutturazione: la logica è di lavorare affinché ci siano le condizioni infrastrutturali per avere delle imprese nelle aree del terremoto – conclude il ministro -. Se non c’è il lavoro, anche la ricostruzione delle case poi diventa problematica. Per tutte le questioni infrastrutturali, avremo una o due persone che dialogheranno direttamente con i presidenti della Regione in modo tale che non si perdano nel mare del ministero e possano contattarci più frequentemente e direttamente. Per quanto riguarda l’Anas, il loro lavoro finora è stato stupefacente: ricordo i sopralluoghi sulle strade, oggi il primo piano di emergenza è stato realizzato al 97%. Prima della burocrazia, devono esserci condivisione e decisione: se ci sono questi due passaggi, la burocrazia diventa pura formalità e non può opporsi ad una decisione politica forte e condivisa».
Il governatore Luca Ceriscioli ha detto: «Abbiamo già affrontato i temi del prolungamento della terza corsia, della Salaria, il problema del fallimento delle imprese, tra cui quelle di costruzione: ogni volta che accade questo si subisce un ritardo di mesi, se non anni. Ogni ritardo infrastrutturale diventa un problema per la nostra economia e per la nostra sicurezza. Dobbiamo capire come affrontare questi nodi senza perdere troppo tempo. Inoltre ci candideremo per ricevere i traffici in uscita dalla Brexit, per noi può essere una grande opportunità». Dello stesso avviso anche la vice presidente Anna Casini: «la nostra regione ha una crescita del Pil del 3%. Siamo la prima regione d’Italia, malgrado il terremoto di quasi un anno e l’isolamento infrastrutturale in cui ci troviamo».
Maurizio Mangialardi, presidente Anci, sposta il mirino sull’aspetto burocratico: «Oggi abbiamo bisogno di un testo unico che raccolga le miriade di ordinanze che sono state fatte e dia risposte più dirette e adeguate. Al momento la A14 è imbarazzante per una regione come la nostra, che punta tantissimo nel turismo. Bisogna ridare lustro alle due corsie e alle gallerie che cadono, poi pensiamo alla terza. Bisogna collegare bene tutte le realtà più piccole, per rivitalizzare tutto il territorio». L’ingegnere Fulvio Soccodato, soggetto attuatore per il ripristino della viabilità post sisma, spiega il cronoprogramma di lavoro dell’Anas: «Sono stati creati piani per degli interventi che assorbono gli incidenti più lenti e gli incidenti più urgenti, poi c’è un terzo filone dedicato alla ricostruzione. In questa situazione però il confine tra l’emergenza e la ricostruzione diventa labile: abbiamo oltre 15mila chilometri nel cratere, quattro regioni coinvolte. Il metodo è stato il seguente: nel 2016 abbiamo cercato di capire quali erano gli interventi più importanti e li abbiamo individuati in quelli di mobilità, per permettere a tutti, Protezione civile compresa, di potersi spostare nel più breve tempo possibile in tutta la zona del cratere. Sulla base dei punti da raggiungere, li abbiamo classificati con tre livelli in relazione a che cosa quella strada ci permette di raggiungere: prima le strade interregionali, poi le aree industriali e infine le aree comunali. Il programma 408 finora ha fatto oltre 2.200 sopralluoghi identificando oltre duemila criticità, cioè interventi necessari. Più della metà degli interventi è stata classificata tra i livelli 1 e 3 e sono stati realizzati».
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Sono da 3 anni che parlare bla bla bla e niente fatti x i poveretti dei terremotati che ogni giorno vivono nei gironi giganteschi dell’INFERNO, ora basta.