Sisma, l’ultimatum dei sindaci:
«O accogliete le modifiche
o scendiamo tutti in piazza»

ROMA - Assemblea dell'Anci con 70 primi cittadini ricevuti dal viceministro Crimi. Molte polemiche e attesa di capire se il testo consegnato sarà inserito nel Milleproroghe. Nel caso contrario sarà indetta una manifestazione nazionale. I commenti di Gentilucci (Pieve Torina) e Pezzanesi (Tolentino). Tra i presenti anche Carancini (Macerata)

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L’incontro dell’Anci a Roma

 

di Federica Nardi

I sindaci del cratere sono stanchi e la riunione oggi a Roma suona come un ultimatum al governo. Infatti o saranno accolte nel decreto Milleproroghe le istanze dell’assemblea oppure «ci sarà una manifestazione di tutti i sindaci di Italia». Ottomila primi cittadini. A spiegarlo Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presente oggi anche con la delega della vicina Fiastra. Lui è uno dei 70 primi cittadini approdati oggi nella capitale all’interno del Pio Sodalizio dei Piceni e ricevuti da Vito Crimi, viceministro dell’Interno ma già delegato al sisma nel primo governo Conte.

Tante le proteste contro Crimi, sopratutto perché i Comuni, dopo settimane e settimane di audizioni (nonché oltre tre anni passati dal terremoto) non si aspettavano di dover ribadire cosa, secondo loro, va cambiato del recente decreto sisma.

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Alessandro Gentilucci

Per Gentilucci, che è stato tra i sindaci che hanno preso la parola, i punti sono principalmente cinque: «le scuole, dove vengono disattese le normative nazionali per cui ci danno le pluriclassi senza assegnarci il personale. La ricostruzione privata sulla quale il decreto non garantisce alcun miglioramento né maggiore celerità nelle pratiche. La ricostruzione pubblica che è al palo. Il personale che segue regole europee ordinarie per cui dobbiamo agganciarci ad artifizi normativi per mantenere i ragazzi che abbiamo formato in tre anni e infine la nostra classe imprenditoriale che non ha avuto alcun tipo di agevolazione. E quindi abbiamo parlato di Zes per le zone maggiormente colpite».

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Giuseppe Pezzanesi

Per Giuseppe Pezzanesi di Tolentino il problema resta quello della norma sulle scuole che inceppa la volontà comunale di traslocarle fuori dal centro storico: «Abbiamo già detto più volte che decreto non solo non risolve i problemi ma in alcuni casi li aggrava o si è impicciato di materie (come le scuole nei centri storici) che dovrebbero essere di sindaci e tecnici. Loro non possono da Roma inficiare le dinamiche del territorio». Settanta i presenti oggi ma diversi gli assenti per impegni vari o per volontà esplicita, come i sindaci di Valfornace, Muccia, Castelsantangelo, Caldarola e Serravalle che hanno minacciato anche di riconsegnare le fasce se la situazione non si sblocca (leggi l’articolo). Tra i sindaci in sala Romano Carancini (Macerata), Robertino Paoloni (Loro Piceno), Gianluigi Spiganti (Visso).

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Maurizio Mangialardi

Presenti inoltre Anna Casini, vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Decaro, presidente nazionale dell’Anci insieme a Maurizio Mangialardi, coordinatore nazionale e presidente regionale Anci. «La sintesi dell’incontro con le proposte emerse dall’assemblea è contenuta in un documento in più punti che il presidente dell’Anci Antonio Decaro presenterà nell’audizione di questo pomeriggio, mercoledì 15 gennaio, per essere inserito all’interno del Decreto Milleproroghe – spiega Mangialardi -. Se le istanze dell’Anci fossero state recepite avremmo risolto gran parte dei problemi».
Le polemiche svalicano anche il perimetro dell’assemblea. Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Leonessa (Rieti) accusa Mangialardi di aver parlato «in termini positivi di quanto fatto dal governo per la ricostruzione» e quindi di «utilizzare l’Anci per una ‘cieca’ e ‘falsa’ propaganda politica non solo è inopportuno ma stante la materia è anche vergognoso».

 

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Romano Carancini

Sisma, 5 sindaci sul piede di guerra: «O si sblocca la situazione o consegneremo le fasce a Conte»

 



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