Francesca Frenquellucci e Matteo Ricci
I 5Stelle hanno chiuso le porte al Pd in vista delle elezioni regionali, ma qualcuno nelle Marche fa capire che resteranno aperte nel caso si cambiasse idea. E così oggi il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, uno degli esponenti di punta dei dem marchigiani, ha annunciato: «Ho chiesto a Francesca Frenquellucci, capogruppo del Movimento 5 stelle, di entrare in giunta comunale come assessore all’Innovazione».
Matteo Ricci, che è anche presidente di Ali- Autonomie locali italiane, lo spiega con post su Facebook. «In questi mesi abbiamo avviato una collaborazione utilissima alla città e sull’università abbiamo portato a casa insieme un risultato straordinario – spiega Ricci -. Il corso di laurea in ingegneria dell’informazione, dell’Università politecnica delle Marche, è infatti una risposta concreta alle esigenze delle nostre imprese con ottime prospettive occupazionali per i giovani. Abbiamo inoltre collaborato bene in consiglio comunale sul bilancio partecipato, sulla sicurezza, e tanto altro ancora. In questi mesi ho apprezzato molto inoltre le caratteristiche e l’impegno di Francesca, molto appassionata e determinata a dare un contributo concreto al miglioramento della città. Come assessore all’innovazione potrebbe seguire le attività economiche, i servizi demografici, le reti informatiche e la città digitale, democrazia diretta, università. Tutte tematiche care storicamente al movimento di appartenenza. Credo che possiamo essere il primo comune in Italia a creare una collaborazione di questo tipo – conclude Ricci -, del resto siamo forti della coerenza del percorso che abbiamo fatto insieme e dei risultati ottenuti in così poco tempo. Nelle condizioni politiche nazionali e cittadine che si sono create, l’ingresso in giunta di Francesca mi sembra la naturale conseguenza».
Frenquellucci conferma, anche lei su Facebook, che la proposta è stata accettata: «Ringrazio il sindaco Matteo Ricci per le parole che ha speso nel presentarmi questa proposta che mi lusinga e mi riempie di orgoglio perché avvalora il lavoro che con il mio gruppo abbiamo svolto fin dalla campagna elettorale. Mi preme precisare che questa richiesta da parte del sindaco nasce dal lavoro svolto nell’ambito del laboratorio politico che è stato messo in atto qui a Pesaro cinque mesi fa e dai tanti progetti realizzati e da realizzare come quello dell’università, questa richiesta esprime un traguardo meritocratico e prescinde dalle decisioni che verranno prese per la prossima tornata elettorale regionale per le quali mi adeguerò alle scelte del Movimento 5 stelle. vPortare a compimento le promesse fatte ai cittadini è il nostro obiettivo e questo assessorato dà la possibilità di realizzare altri punti del nostro programma e questa per me è la cosa più importante. Ho contattato i consiglieri e gli attivisti del mio gruppo i quali appoggiano in toto questa proposta».
Sarebbe più rispettoso dell’intelligenza dei cittadini e delle persone prive di sveglia al collo chiamare col nome proprio questa operazione: inciucio politico. Altro che favolette sull’innovazione e sulla meritocrazia. Per fare un’operazione di creazione di un insediamento universitario (tra l’altro con un corso di laurea presente da anni a non più di 60 km da Pesaro, non certo 600) non occorrono grandi e particolari capacità: è sufficiente mettere i soldi dal bilancio comunale, eventualmente integrati da risorse consortili. Non è necessario neanche avere il voto unanime del Consiglio Comunale, essendo sufficienti ampiamente i voti della maggioranza. Se comunque l’opposizione pentastellata condivide, lodevolmente o meno, tale investimento o iniziativa sarebbe stato più che sufficiente che avesse semplicemente votato a favore del provvedimento. Non c’era bisogno certo di accettare un assessorato. Tantomeno all’innovazione (parola abusata, travisata e svuotata spesso di ogni reale ed utile contenuto). La verità è che un assessorato dato ai cinque stelle dal sindaco del Pd implica la completa e totale adesione alla maggioranza ed al suo programma di mandato da parte dell’opposizione dura e pura dei five stars locali. Quella stessa maggioranza contro cui i pentastellati si erano presentati in campagna elettorale raccogliendo consensi dai cittadini pesaresi che purtoppo per loro li hanno votati pensando fossero alternativi al PD. Insomma questo è il solito ed antico salto della quaglia, la solita tradizionale operazione di trasformismo che nulla ha di innovativo, anzi. L’innovazione di cui si blatera è solo un pannicello, magari un po’ “trendy”, messo lì a coprire le “vergogne”, come si diceva una volta, cioè quelle parti intime che era ritenuto sconveniente mostrare.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il sindaco ha aperto una scatola di sardine e ci ha trovato un tonno 5 Stelle. Come è bello morire felici seduti su di una poltrona.