Da sinistra a destra Marusia Ciavattini, Andrea Perugini, Erika Cardelli, Simone Iualè, Marco Scarpetta, Massimo Mobili, Marusia Ciavattini, Sergio Marzetti, Tommaso Corvatta, Augusto Frinconi e Ivo Costamagna
di Laura Boccanera
Otto sindaci contro Ciarapica, 36 anni di politica civitanovese si è radunata questa mattina, su invito dei promotori del comitato “Amici del Varco” allo chalet Raphael Beach alla presenza di alcuni operatori turistici fra balneari e albergatori. Un “question time” per sapere cosa gli ex amministratori pensassero della proposta Strever per la riqualificazione di Piazza XX Settembre e la concessione a 35 anni dei parcheggi a pagamento di tutto il centro.
E tutti sono contrari, alcune idee diverse su come fare e cosa fare, ma tutti abbastanza compatti sul respingere al mittente la proposta. In particolare la contrarietà maggiore sta proprio nell’idea di tramutare tutta l’area in cui insiste l’arco di Caradonna in un parcheggio, ma forti resistenze anche nei termini della convenzione con la cessione al privato di un vero e proprio “tesoretto” le tariffe dei parcheggi che frutta , cosi come sono, senza aumenti, quasi 500mila euro. La possibile soluzione alternativa sta secondo i sindaci in una riqualificazione a stralci del Varco con fondi propri o europei e parcheggi da ricavare in zona limitrofe al centro, tra cui Cecchetti. Riuniti in un unico colpo d’occhio c’erano Ivo Costamagna (sindaco dal 1984 al 1990), Augusto Frinconi (sindaco dal 1990 al 1993), Sergio Marzetti (vice, poi subentrato a Marinelli dal settembre 2001 al giugno 2002), Massimo Mobili (dal 2007 al 2012), Tommaso Corvatta (dal 2012 al 2017). Non erano presenti fisicamente, ma hanno fatto arrivare sostegno e solidarietà al comitato anche gli altri ex primi cittadini, Lamberto Diomedi (dal 1983 al 1984), Barbara Pistilli (dal 1993 al 1995) Erminio Marinelli (sindaco bis dal 1995 al 2000 e dal 2002 al 2007). Il parcheggio al Varco non piace agli ex amministratori: «Per 220 posti auto in più che si potrebbero reperire andiamo ad impegnarci per 35 anni. Non si sta decidendo un progetto importante per l’oggi, ma per il futuro. Servirebbe uno studio approfondito sulla viabilità per trovare soluzioni reali al problema dei parcheggi e del traffico», l’opinione di Frinconi.
«Non sarebbe un tabù pensare di allargare gli spazi blu in una determinata zona – ha esordito Costamagna – ma occorre pensare ad un progetto globale, anche perché c’è una società, la Civita.s che o viene ripensata all’interno di una multi utility, come era stato impostato, o chiude. Il sindaco ha parlato di una rambla, ma il paragone è alquanto inappropriato. La vera chiave di volta è nella Ceccotti, risolvere quell’area significa liberare la città dal traffico e dalle auto». Non piace il metodo adottato dalla giunta a Sergio Marzetti: «Un progetto come questo non può essere imposto dall’alto. Personalmente non mi piace nessuno dei tre pilastri su cui poggia questa riqualificazione, non sono d’accordo sull’estensione della zona a pagamento, non sono d’accordo sulla concessione al privato e non sono d’accordo nel ricavare un park sotterraneo al Varco. Anche perché, volendo,c’è un polmone di parcheggi nell’area Ceccotti, oltre 1000 se va avanti la programmazione su quell’area. E poi per ora non serve la riqualificazione della piazza, semmai serve sistemare proprio l’area del Varco».
«Il problema è cosa si vuol fare di questa città – ha detto il sindaco Massimo Mobili – se si vogliono portare le macchine in centro oppure no. Ma c’è già tutto nel piano regolatore che fece la Pistilli, un buon piano che prevedeva già allora un centro con un traffico limitato e una serie di parcheggi allo stadio, alla Ceccotti e alla Cecchetti. Che fine ha fatto il piano Cecchetti e il sottopasso e i parcheggi che doveva realizzare il privato? Io al Varco vedo interventi minimalisti, più cose ci si mettono, meno si rivaluta l’arco». A chiudere il cerchio Corvatta, che con l’abbattimento dell’ex fiera ha disvelato l’arco e riconsegnato quello spazio che oggi è oggetto di valutazione urbanistica. «Nel nostro piano del traffico, fatto nel 2016 si prevedevano 30 chilometri di piste ciclabili urbane e parcheggi satellite poco lontano dal centro. Il comune oggi non ha bisogno di fare cassa con i parcheggi e non può essere un privato a decidere la politica e la trasformazione di un’area. Inoltre da quello che mi risulta Strever non ha mai gestito parcheggi, respingo inoltre che mi si accusi di aver in precedenza ipotizzato un park sotterraneo, perchè avevamo avviato un percorso con gli studenti dell’università di architettura per prevedere il destino di quell’area».
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Qualche “nuance” di naftalina, ma la condivisione della posizione “riscalda il cuore”. Adesso spazio alle proposte. Non mancano le aree (Ceccotti first). Citanò semo li mejo
Rimane sempre quel non so che, quel impercettibile bisogno di non voler dire non tanto quello che i politici pensano e non dicono, qui tutti in veste di architetti urbanistici ma di non far trasparire quello che pure arriva loro direttamente dalla voce di chi in una cena, una passeggiata o in una discussione tra cittadini pu diranno sull’argomento. I cittadini parlano ed hanno una visione a 360 gradi non ostacolata da auto impedimenti che renderebbero la discussione scialba, falsa o ipocrita. Nascosti più che nell’ombra da orecchie indiscrete, la gente parla e manifesta il proprio vero pensiero. In questa vicenda, anzi in questo articolo si risponde alla pazzesca idea di vendere Civitanova e si fanno proposte più o meno valide che però si allontanino dal nocciolo della questione. Che parlino pure i politici, ma che parlino anche cittadini e commentatori. Se vogliamo dare voce alla città, diamola a tutti, a chi è d’accordo e a chi non lo è. Ma facciamo dire loro anche i motivi e soprattutto i dubbi che potrebbero ( parlo al condizionale ma lo scrivente sa altrettanto come il moderatore che per primo leggerà questo commento e che poi deciderà se può o non può essere postato ), riprendo, che i commenti potrebbero essere del tutto leciti o magari frutto di fantasia visto che viviamo in una nazione catalogata tra se non la più corrotta del mondo. In democrazia, lo dicon tutti anche chi la affosserebbe immediatamente e non fa niente per nasconderlo e qui a Civitanova da qualcuno abbiamo avuto prove certissime, c’è ancora la libertà di esprimere il proprio pensiero dopo aver ragionato e poi dedotto in base alla propria esperienza, conoscenza o anche solo una semplice percezione che si stia usando uno strano modo di agire. Vendere Civitanova o prestarla per 35 anni, di dubbi ne può far venire parecchi e un giornale che vuole dimostrarsi anch’esso democratico e al servizio dei cittadini lo dimostri.
“A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
…ma cos’è, una “giunta” arcobaleno..eh!? gv