Luca Buldorini, vigile del fuoco 36enne, ufficializza la sua candidatura a sindaco per Appignano, al grido di “Appignano agli appignanesi”. A sostenerlo la Lega che lo ha già nominato referente cittadino.
L’annuncio di Buldorini è una lettera rivolta agli appignanesi, in cui il candidato detta qualche linea programmatica e presenta senza anticipare i nomi la sua squadra: «donne e uomini, volti nuovi e stanchi dell’immobilismo creato dalle amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi venti anni tutte targate Pd». La volontà è «creare un’alternativa di amministrare credibile che metta al centro le numerose problematiche del proprio territorio e che segni una netta discontinuità con il passato».
«Ho 36 anni, sono sposato con Stefania Lanciani e ho un figlio, Benito di 16 mesi, diplomato presso l’Itis di San Severino in Elettrotecnica. Sono un Vigile del Fuoco in forza al Comando Provinciale di Macerata.Da sempre ho cercato di essere attivo nella comunità di Appignano per dare il mio contributo di tempo ed energie a favore di tutti gli abitanti. E’ quanto vorrò fare, con il vostro consenso, anche come sindaco – dice Buldorini nella lettera -. Dopo lunga riflessione ho capito che era il momento di mettere al servizio del mio paese ( dove sono nato, dove vivo, dove conosco tutti e tutti mi possono avvicinare e parlare per strada) il mio modo di essere. Essere cioè un sindaco disponibile all’ascolto, determinato a compiere scelte condivise, attento all’uso delle parole, sempre disponibile ad aiutare chi ha bisogno, impegnato a valorizzare ciò che unisce piuttosto che enfatizzare ciò che divide. Con questo impegno mi metto a disposizione. Mi metto a disposizione perché voglio bene al mio Comune e stimo le persone che vi abitano: voglio che Appignano possa trovare una nuova concordia anche attraverso l’impegno al dialogo tra tutti. Solo così potremmo crescere».
La squadra in lista è stata scelta per «competenza e professionalità – spiega il candidato -, di persone che già nella propria vita lavorativa e sociale operano con grande partecipazione e spirito di servizio .Ecco questo è il concetto cardine del nostro progetto: la politica non è incarnazione dei personalismi ed egoismi, ma significa servire i cittadini e fare il bene del paese, questo è spirito di servizio. Vogliamo rappresentare il mondo del lavoro e dell’impresa, avendo come priorità l’occupazione ed il benessere di tutti i cittadini. Siamo certi che gli elettori del centrodestra non disperderanno i loro voti, indirizzandoli verso l’unico progetto politico in grado di scardinare l’attuale amministrazione .Ci siamo fatti carico di unire chi vuole cambiare, abbiamo costruito un programma credibile che garantisce il vero cambiamento amministrativo, come ampiamente già dimostrato dal nostro capitano Matteo Salvini, che con il suo impegno quotidiano sta riuscendo contro tutto e tutti a rimettere in marcia la macchina dello stato dove al primo posto devono essere gli italiani e l’Italia. Insomma se si vuole cambiare lo si fa senza accampare improbabili questioni ideologiche solo per giustificare una scelta diversa con il rischio di riconsegnare il potere locale al Pd. I cittadini come noi, sono i primi a doversi battere perché ciò non accada. Ci impegneremo per questo nel rispetto delle regole di una battaglia elettorale civile, rispettosa del diritto di tutti i contendenti ad avere le proprie idee anche se diverse dalle nostre, purchè sempre e comunque sia garantito a tutti di poterle esprimerle. Auspichiamo che i toni restino nei confini di un civile confronto utile e costruttivo. I recenti interventi sopra le righe da parte dei rappresentanti dell’ultimo raggruppamento politico entrato in corsa nelle file del centrosinistra mirati a chi oggi garantisce una sostenibilità al paese dando centinaia di posti di lavoro e creando un circuito indotto alle attività collaterali, devono essere l’eccezione e sono motivati con un eccesso di enfasi che non fa bene a nessuno,tanto più se veramente l’obiettivo è lo stesso. Nei prossimi giorni – conclude Buldorini -, daremo nota della serata di presentazione ufficiale dove con grande orgoglio avremo il piacere di presentarci al completo e presentarvi il nostro programma politico per Appignano. Con questa mia presentazione chiedo il vostro consenso, per dare alla nostra comunità un’opportunità di vero cambiamento. Per cominciare un cammino insieme e per il bene della nostra comunità».
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Come cittadino della provincia di Macerata vorrei suggerire al futuro sindaco di creare un gattile ad Appignano. C’è già un canile. Quando hanno sequestrato con un autentico blitz delle forze dell’ordine e del veterinario provinciale i mici di una cittadina, questi sono stati portati ad un gattile approntato in fretta e in furia dal sindaco uscente. Ebbene, di tutti i gatti della infornata si sono perse le tracce. Il cosiddetto gattile era pieno di buchi e i mici sono fuggiti e di sicuro sono morti. Ma di ciò sembra che al sindaco uscente e al veterinario provinciale la vicenda interessi poco o niente. Ad Appignano un gatto nero fu impiccato nei giardini pubblici. Alcuni gattini piccoli sono stati ammazzati a bastonale nel cimitero. Sembra che un gatto sia stato buttato un una stufa infuocata. Credo che interessarsi per questi nostri fratelli minori – cani e gatti – sia una dimostrazione di civiltà. Pure per Appignano. La cui amministrazione comunale fino ad oggi si è disinteressata. Mi auguro che la Lega abbia successo pure ad Appignano, come lo sta avendo nel resto dell’Italia. E, mi auguro, che la Lega di Salvini sia sensibile al problema che ho posto.
INDIPENDEMENTE DA GATTI CANI ET ECC.. ANCH’IO SONO UN’ANIMALISTA..!…(PER QUALCUNO, UN ANIMALE..!.. MA NON MI TOCCA MINIMAMENTE…!).. VOLEVO SOLO DIRE CHE; HO NOTATO DELLE LISTE, ANCHE AL DI FUORI DI APPIGNANO, CON DEI GIOVANI MOLTO PREPARATI E LA VOGLIA DI FARE, (NON SOLO CHIACCHIERE), SAREBBE ORA SCOSSA DI PRENDERLI IN CONSIDERAZIONE..! AIUTANDOLI DALL’ESTERNO, CON LA NOSTRA UMILE ESPERIENZA DI VITA VISSUTA,… NON COME FANNO ALCUNI EGOISTI MATUSA, METTENDOSI DI TRAVERSO, DICENDO CHE NON ANNO ESPERIENZA…!!!!
Mi piace rispondere a Gagliardini. Ha ragione quando dice che i giovani hanno da dire cose più legate alla loro nuova realtà della loro epoca. Però se fossi un giovane non escluderei l’ausilio e il consiglio dei “vecchi” politici. Basti vedere la situazione africana e del terzo mondo, in cristi poiché le tappe che noi prospettavamo per mettersi in condizione di fare da soli e nell’interesse di quelle popolazioni non sono state attuate. Con la conseguenza do guerre, confusioni, immigrazione organizzata.
Nella nostra gioventù si iniziava a fare politica affiggendo manifesti, poi entrando in un direttivo, poi in consiglio comunale, magari come assessore o sindaco. Infine, le istituzioni più allargate, fino a Parlamento. Nelle sedi dei partiti e delle istituzioni si discuteva. Poi è venuta la moda di scegliere “l’uomo del destino”, ossia il catalizzatore di voti. E si è iniziato così il declino della politica democratica, con un personaggio come garanzia. I risultati li vediamo. Siamo oggi alla “democrazia on line” dei 5 Stelle, che sta toppando, in quanto vogliono tradurre teorie in realtà politica. Quando ero all’opposizione scrivevo programmi molto belli per il PCI di Corridonia, che erano la sintesi di una dialettica interna al Partito.. Ma quando andai con i Compagni in amministrazione a Corridonia, mi accorsi che solo un 10-20 per cento di quei programmi sarebbero stati attuati, dovendo tenere conto dei bilanci e del personale e delle lungaggini burocratiche.
Di sicuro, noi anziani saremmo incapaci di affrontare i tempi attuali. Però, i giovani, su alcuni argomenti come quello degli anziani, dovrebbero fare tesoro di ciò che gli anziani dicono e propongono.
Poi ci sono i nuovi profeti. Li abbiamo visti con i 5 Stelle, che stanno ansimando nelle sabbie mobili del governo. E c’è Greta, con i suoi sogni, che nessun potere mondiale vorrà soddisfare, come nessun giovane suo sostenitore è disposto a fare. Quindi, oltre alle idee di principio, c’è solo aria fritta. Come quella irreale di Verdi e Ambientalisti, con il Fronte del NO, che conosco molto bene.
Oddio…. Bisognerebbe valutare un tantino meglio gli slogan.
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Appignano agli appignanesi, così come Macerata ai maceratesi, Roma ai romani, Cagliari ai cagliaritani, ecc. ecc. ecc. sembrerebbere sottointendere “tutti gli altri via, fuori,a casa”
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Quindi, per estensione, i NON maceratesi fuori dai ball, andasero a lavorare altrove, chi non è maceratese NON lo vogliamo…
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In questo caso, probabilmente, il “fuori dai ball” da Macerata NON sarebbe gradito a chi, a Macerata, ci lavora…
Nel 2019 c’è ancora chi mette de nome ai figli Benito!!!