Cherubini contro il “sindaco francese”
«E’ la bandiera del fallimento»

POLEMICA - Il consigliere comunale del M5s attacca Romano Carancini per aver appeso i vessilli alla finestra del palazzo comunale, e non solo: «Dopo i fatti dell'anno scorso non ha mai ammesso di aver sottovalutato un problema sociale evidente. Basta "uomini soli al comando"»
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Le bandiere italiana e francese alle finestre del sindaco

 

«Ognuno di noi avrà un giudizio sul proprio operato tra 40 anni e purtroppo il nostro “sindaco francese” avrà un giudizio impietoso ed una domanda ricorrente che si faranno i cittadini: “ma chi era il sindaco a Macerata quando successero quei fatti tremendi?” Ognuno di noi può usare parole come “accoglienza”, “sostenibilità”, “sicurezza” ma poi le parole volano ed i fatti restano ed ormai è una certezza che questo sindaco francese e la sua giunta (con rare eccezioni) non sono né accoglienti, né sostenibili, né garanti della nostra sicurezza». E’ una critica che va ben oltre la polemica del giorno quella di Roberto Cherubini, consigliere comunale del Movimento 5 stelle di Macerata, contro il sindaco Romano Carancini.

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Roberto Cherubini

Ieri il primo cittadino ha deciso di appendere la bandiera francese alla finestra dell’ufficio, nella sede del Comune. Un gesto di amicizia per la Francia dopo le polemiche con il governo che ha scatenato critiche da più fronti per l’opportunità e la legittimità del gesto. «La prima cosa che mi sono chiesto vedendo quella bandiera francese appesa ad una finestra di palazzo Conventati – spiega Cherubini -, è se un sindaco possa autonomamente decidere di appendere una bandiera di un altro Paese. Questo ce lo dirà il questore Pignataro, che ha dimostrato di essere efficace e rigoroso. Resto un profondo estimatore dei gilet gialli non violenti, quelli cioè che stanno lottando come il M5stelle per i diritti e la dignità dei più poveri. Loro, come noi, si trovano a dover sormontare una montagna di interessi personali difficilmente scalfibili, rappresentati perfettamente dal pensionato a 3mila euro al mese che sfila a Roma perché gli tolgono 20 euro all’anno per aiutare i poveri. Forse siamo un Paese irrecuperabile dove personaggi con stipendi con sei zeri parlano di solidarietà e di accoglienza e poi detestano che per applicare la solidarietà si tolga qualcosa dai loro privilegi». Cherubini torna poi all’attacco di Carancini: «Torno al sindaco sicuramente più sfortunato della storia di Macerata che un giorno parla di solidarietà e l’altro esalta Minniti, esempio peggiore di solidarietà. Un paio di anni fa facemmo un elenco dei suoi fallimenti evidenti (leggi l’articolo) ai quali si sono aggiunti due fatti gravissimi in città che senza dubbio lo faranno ricordare come il sindaco del peggior periodo storico di Macerata (Cherubini si riferisce all’omicidio di Pamela Mastropietro e al raid razzista di Luca Traini, ndr). Nei pochi mesi che ci porteranno alle elezioni 2020 probabilmente tenterà nuovi salti carpiati ed insieme al suo gruppo fallimentare cercherà di far dimenticare fatti indimenticabili. Ricordo con lucidità la sua risposta ad un’interrogazione di un Consigliere comunale che lamentava una sicurezza lacunosa in città: “voi strumentalizzate tutto, ci saranno 6 o 7 ragazzi fuori controllo in città, Macerata è una città tranquilla e dovete finirla di strumentalizzare”. Poi successero quei fatti sfortunati per tutti, non solo per lui, e da allora nessuna ammissione di sottovalutazione di un problema sociale evidente. Città come la nostra – conclude Cherubini -, non dovranno più essere in mano a “uomini soli al comando” ma dobbiamo augurarci tutti che il prossimo sindaco (donna o uomo) lavori per la coesione sociale e per il dialogo, rifuggendo il più possibile dall’insulto verso chi la pensa diversamente».

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