Immigrati, i progetti Sprar a Macerata:
«L’80% ha trovato un lavoro»

MACERATA - I dati sull'accoglienza comunale forniti dall'assessore Marika Marcolini in risposta all'interrogazione di Paolo Renna (FdI): «Non è stato più possibile applicare la clausola di salvaguardia ma il numero delle presenze è diminuito ben al di sotto della soglia». Sulla situazione dei dipendenti del Gus senza stipendio: «Incontreremo associazione e sindacati per capire se ci sono soluzioni, i soldi devono arrivare dal ministero»

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Paolo Renna

 

di Federica Nardi

Dal 1 gennaio al 19 novembre sono 121 le persone uscite dai progetti Sprar del comune di Macerata. Rimaste in città: 51. E tra loro 41 con un contratto di lavoro (l’80 percento). Questi i dati emersi oggi in seguito all’interrogazione di Paolo Renna (Fratelli d’Italia) in Consiglio comunale. Il consigliere ha chiesto all’assessore Marika Marcolini di rendere conto di una serie di dati e situazioni. In particolare la situazione degli immigrati usciti dai progetti Sprar e quella dei dipendenti del Gus, associazione che ha anche in gestione i progetti Sprar di Macerata, che da due mesi non ricevono lo stipendio.

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Marika Marcolini

Come premessa al discorso Marcolini ha specificato che al momento «non è stato possibile attivare la clausola di salvaguardia ma la Prefettura si è subito attivata e al momento tra progetti Cas e Sprar siamo ben al di sotto della soglia». Anche se il numero esatto non è disponibile. «Negli Sprar al momento accogliamo 74 persone, mentre i dati dei Cas sono a disposizione della Prefettura», spiega Marcolini, che aggiunge dettagli ai dati comunali. «Da gennaio  – continua – sono 121 le persone uscite dall’accoglienza comunale. Di queste 75 per scadenza, tre per decisione del Comune, 28 per abbandono, tre per dimissione volontaria dal progetto, 11 perché hanno trovato lavoro e una per indicazione della Prefettura. Delle persone uscite 51 sono rimaste a Macerata e 41 hanno un contratto di lavoro. Quando un ospite esce dal progetto Sprar il Comune informa sia la Prefettura che la Questura, rendendo conto della situazione della persona al momento dell’uscita. Nel periodo di accoglienza sono diversi i servizi di integrazione attivati: la prevenzione psico-socio-sanitaria, l’insegnamento della lingua italiana, la tutela legale, l’inserimento nel territorio e la possibilità di partecipare ad attività di volontariato». Tra le domande di Renna anche una sulle persone accampate nelle aree verdi o marginali della città. «Abbiamo accertato la loro situazione – spiega Marcolini – senza ulteriori costi a carico del Comune». Per quanto riguarda lavoratrici e lavoratori del Gus senza stipendio da due mesi, il problema è a monte. «I soldi devono arrivare dal ministero dell’Interno che però non ha pagato il contributo del secondo trimestre nei tempi previsti – sottolinea l’assessore – Ha liquidato solo il primo trimestre ad agosto. Stiamo pianificando incontri con il Gus e con i sindacati per cercare di chiarire la situazione e trovare un’eventuale soluzione».

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