Gentiloni a Macerata,
firma per la nuova Questura:
«Lo Stato è vicino dopo le 2 tragedie»

LA VISITA/1 – Il premier è arrivato in prefettura alle 17,40 dove ha presenziato ad un vertice sulla sicurezza. Poi ha siglato il protocollo per portare tutti gli uffici della polizia alle Casermette. Il presidente del Consiglio ha ricordato i fatti di cronaca avvenuti nelle scorse settimane: «Sono qui per portare la mia vicinanza. La terribile uccisione di Pamela e la tentata strage di stampo razzista episodi di fronte ai quali è fondamentale che istituzioni e forze dell'ordine mostrino capacità di fare squadra»
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Il premier Gentiloni e il sindaco Carancini firmano il protocollo d’intesa per la nuova sede della Questura alle ex Casermette con Marco Sangiorgio della Cassa Depositi e prestiti

 

di Federica Nardi

(foto Fabio Falcioni)

Il premier Paolo Gentiloni a Macerata. E’ arrivato alle 17,40 in piazza della Libertà. Un leggero ritardo dopo la visita a Pieve Torina e alla basilica di San Nicola a Tolentino (leggi l’articolo). Accolto dal prefetto Roberta Preziotti, Gentiloni ha subito raggiunto la sala della prefettura dove si è svolto un incontro sul tema sicurezza e ordine pubblico con i vertici delle forze dell’ordine. La riunione si è conclusa con la firma per la nuova sede della questura, che si sposterà dal centro storico alle ex casermette in via Roma (leggi l’articolo). Presenti il sindaco Romano Carancini, il commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, Roberto Reggi direttore dell’agenzia del demanio, il prefetto Roberta Preziotti, Alessandra Guidi, vice capo della polizia e Marco Sangiorgio, della Cassa depositi e prestiti. Una sede unica che ingloberà anche gli uffici che ora si trovano in via dei Velini. A seguire Gentiloni ha preso parte all’incontro con il Pd nel cinema Italia dove si è presentato in veste di candidato (leggi il servizio).

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Il premier Paolo Gentiloni accolto dal prefetto Roberta Preziotti

LE PAROLE DEL PREMIER – «E’ un’occasione di vicinanza nei confronti di una comunità che tra l’altro mi è particolarmente cara per ragioni familiari – ha detto Gentiloni -. Colpita nelle ultime settimane da due tragedie. Il delitto che ha portato alla terribile uccisione di Pamela e la tentata strage di stampo razzista. Di fronte a episodi come questo credo sia fondamentale che istituzioni e forze dell’ordine mostrino capacità di fare squadra. Perché per quanto eccezionali episodi così lasciano un segno nella comunità. Nessuno è disposto a considerarli dimenticati e a non prendere in considerazione le cicatrici e l’insicurezza. Episodi di questo genere portano con sé strascichi e ferite. Assieme alla pietà e solidarietà alla famiglia di Pamela e alla vicinanza alle persone ferite dal tentativo di strage deve esserci la presenza delle istituzioni. È questo il senso della mia presenza oggi, una vicinanza all’intera comunità di Macerata. L’obiettivo è che la presenza dello Stato rassicuri i cittadini e faccia gradualmente tornare alla normalità. Che non significa oblio, perché ricordare è una lezione preventiva per le nostre comunità. Significa lavorare con presenza forte delle forze dell’ordine e il gioco di squadra delle istituzioni per ottenere risultati. In questo senso va la firma appena fatta per il nuovo edificio della questura finalmente unificata perché ora si trova in uffici diversi. E’ anche la sede della polizia stradale. E nella stessa area sorgerà un plesso scolastico. Si lavora da molti mesi a questo protocollo di intesa. Firmarlo oggi è un bel messaggio per Macerata e i suoi cittadini. Impegno che deve continuare anche nelle situazioni del terremoto. Siamo stati con De Micheli e Ceriscioli a Pieve Torina, per la riunione della cabina di regia. Tra le ferite delle comunità è ancora viva quella della sequenza sismica. Abbiamo messo in campo grandi risorse ma dobbiamo far mettere radici a queste risorse e trasformarle in opere, messa in sicurezza e patrimonio culturale. Sono passato a San Nicola a Tolentino. Ho visto il cappellone ancora imbragato. C’è molto lavoro ancora da fare».

 

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