«E ora?». E’ questa la domanda che si pone il vescovo Nazzareno Marconi dopo la manifestazione che si è svolta nel pomeriggio a Macerata. «Il corteo c’è stato e grazie all’impegno di tanti, dentro e fuori il corteo, tutto si è svolto senza incidenti – precisa in apertura della nota il Monsignore – Non sono sceso in strada perché era un corteo “anti…”, una manifestazione “contro” qualcuno e le sue idee e io, per quanto ritenga sbagliata una idea, non posso essere anche “contro” la persona che la sostiene. Il mio modo di capire il Vangelo, mi fa sempre distinguere l’errore da chi sbaglia e se condanno l’ideologia fascista, così come l’ideologia comunista, cercherò di convincere chi le segue dell’errore, ma la parola “nemico” non fa parte del mio vocabolario».«Un vocabolario cristiano», sottolinea il vescovo, con «parole come: educare, costruire, dialogare, condividere. Tutte parole facili a dirsi e difficili da mettere in pratica. Perché non basta un corteo o un evento per farlo, ma ci vuole la pazienza e la costanza del lavoro di ogni giorno. Parole da dire, non da gridare. Mi piace molto anche la parola “preghiera” e per questo ho pregato, prima di tutto per almeno tre donne e poi per varie altre».
E qui Marconi rivolge il suo pensiero a tre mamme «a cui in questi giorni mi sento vicino con tutto il cuore, perché condivido il loro dolore e anche il senso di avere fallito nel realizzare un compito di bene. Ogni madre dovrebbe far crescere nel bene i propri figli, perché possa gioire di vederli sereni e felici. In questi giorni e negli anni a venire i cuori di queste madri soffrono e soffriranno. La madre di Pamela, per non essere riuscita ad aiutarla ad uscire da quel mondo della droga che l’ha portata alla morte. La madre di Innocent Oseghale, non so dove sia e se sia viva, perché questo figlio venuto da noi con il sogno del benessere facile, almeno più facile che in Nigeria, si è arreso alla via facile dello spaccio e poi del delitto. La madre di Luca Traini, che ha visto questo figlio problematico sempre più preda dei fantasmi della sua mente e delle idee sbagliate che altri gli hanno insegnato, fino a giungere all’azione orribile che ha compiuto. Infine le madri delle persone ferite, e tante altre madri, che vivevano serene per i loro figli e figlie e ora hanno scoperto che nessuno è al sicuro, perché il male in tante forme è sempre in agguato».
Il vescovo prosegue il suo intervento con una serie di interrogativi «E ora? Ora che i riflettori pian piano si spegneranno e le tv e i politici andranno a fare campagna elettorale sul palcoscenico di qualche altra tragedia, noi restiamo a raccogliere i cocci e a ricostruire. A ricostruire la serenità delle famiglie, la capacità di incontrarci senza paure e senza aggressività, la volontà di accogliere e di lavorare per il bene comune. Cosa abbiamo imparato? Che Macerata è meno sicura, accogliente, onesta, serena e pulita di quanto credevamo; ma certamente lo è molto di più di come è stata dipinta dalle lenti spesso deformanti delle telecamere e dalle parole spesso simili della stampa. Coraggio perciò che c’è da camminare, ma la strada è meno lunga e in salita di quanto vogliono farci credere. Spero che tutte le persone che sono venute e ci hanno raccontato al mondo intero a tinte così fosche, mostrino altrettanta vicinanza e impegno nel sostenerci – conclude il vescovo di Macerata – nella lotta alla droga, che deve ripartire con vigore e nella ricostruzione. Perché, cari signori, noi siamo ancora terremotati e a ricostruzione quasi zero dopo circa due anni! Anche questa è Macerata. Per cui se a tutti, vescovo compreso, qualche volta saltano i nervi, abbiamo almeno diritto alle “attenuanti generiche”».
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ecco: io sto con lui.
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Il vescovo Marconi è riuscito a fare un lungo comunicato in cui la parola “razzismo” non viene mai usata.
Sì, vescovo, son tutte belle le mamme del mondo ma come si fa a dire che non ci sono stati incidenti? In realtà ci sono state violenze gravissime o le bestemmie non sono più un peccato? Che cosa sono inni festosi come “ma che belle son le foibe da Trieste in giù”? Quale bestiale e degradata irreligiosità manifestano slogan come “la mia fi.ca dice no al fascismo” o “contro razzismo e fascismo armato la risposta è il meticciato”? Gli accoglienti e le accoglienti hanno gettato la maschera: ciò che li muove è la loro famelica e insaziabile libidine?
Anche io sto con lui. Parole pregne di speranza ma duro atto d’accusa senza un nome e cognome, ma purtuttavia con destinatari precisi.
Pavoni, ultimamente mi trovo molto in sintonia con lei, tuttavia un Pastore in questo momento credo debba guidare le sue pecore senza ascoltarne i belati.
Un pastore dovrebbe proteggere le ragazzine dai lupi o almeno porsi il problema o almeno interrogarsi sul suo ruolo o almeno informarsi sulla situazione reale delle guerre in Africa.
Si Vescovo, da cattolica, apostolica romana, sono con lei, ma il Cristo che ambedue adoriamo e veneriamo, ebbe anche il coraggio di prendere lo scudiscio e cacciare dal Tempio chi non meritava. Come vede, il troppo buonismo senza regole, non solo ci lascia a “raccogliere i cocci” ma non ci libera, nonostante i cortei, dagli spacciatori che avvelenano la vita dei nostri figli, non ci libera da altri Traini, sopratutto non restituiscono Pamela alla vita e sua famiglia. Che pena vedere dare tanta importanza a un corteo e poca all’unica vittima di questa tragedia.
@ Franco Pavoni
Non credo abbia necessità di avvocati difensori, il nostro Vescovo. Tuttavia vorrei chiederti: chi ti dice che non sia informato sulle condizioni dell’Africa e che non faccia già quanto in suo potere per difendere le ragazzine dai lupi (sempre che poi questo ruolo spetti a lui e non alle istituzioni…)?
Inoltre, non trattandosi del pellegrinaggio Macerata-Loreto, si trasforma in una codineria pretestuosa quella della citazione di bestemmie o parolacce; anche i laici e gli agnostici, poi, hanno stigmatizzato il pessimo ritornello sulle foibe. Appare allora ovvio che è andato tutto liscio perché non ci sono stati scontri. Perché – in controtendenza nazionale – Macerata ha dimostrato, grazie ad un’organizzazione perfetta, di essere davvero una città pacifica.
@ Carla Torquati
Pamela non è l’unica vittima di questa tragedia. Lo sono anche i sei ragazzi feriti senza motivo, e solo per grazia divina (o pessima mira) fuori pericolo. Più in generale, poi, lo sono anche tutte le persone oneste; spettatrici impreparate di una serie di orrori senza precedenti.
Quella dei mercanti del tempio fu una faccenda eminentemente religiosa; qui il problema è di tutt’altra natura (almeno questo…)! Però certo: siamo chiamati tutti, stavolta, a uscire dal nostro storico limbo beato (o beota?).
Macerata è ferita, è marchiata, e tale resterà… Nessuno del mondo politico – e tantomeno il sindaco e l’amministrazione – potranno cancellare ciò che è avvenuto e che continua ad avvelenare il clima cittadino. Anzi, si tende a continuare pure nel futuro lo scontro tra due fazioni politiche antistoriche e contrapposte. Le quali, da questa contrapposizione, traggono linfa vitale per perpetuarsi con vecchi rituali e vecchie parole d’ordine abusate. Chi potrà riportare, se non la concordia, almeno quel clima dialettico che faceva crescere la politica verso una risoluzione in meglio dei problemi? Ormai, non più la politica…
Macerata, Città di Maria, Città della Pace, è diventata pure Città di Lilith, il demone, così bene espresso nella scultura raffigurante la Luna Nera, che è stata posta all’entrata di Macerata per chi proviene da Sforzacosta. Macerata sembra, ormai, dominata solo da Lilith, il demone distruttore che fa prevalere il Male e la discordia al posto del Bene e della concordia.
Eppure, ci fu un tempo in cui, dopo divisioni pure cruente tra Guelfi e Ghibellini, Macerata trovò l’accordo e la pace, che siglò fuori della cinta muraria in quella chiesetta, oggi distrutta per fare posto ad una anonima civile abitazione, laggiù, alla fine di un rione che oggi si chiama “pace”.
L’unica speranza di riportare la pace nella nostra città dobbiamo trovarla nell’antica Fede che ha costruito la nostra civiltà italiana ed europea e che forze atee, materialiste e nemiche dell’Uomo stanno da tempo tentando di distruggere, con i risultati di violenza e di ingiustizia che sono giornalmente sotto gli occhi di tutti, qui, in Europa e nel mondo.
Eccellenza, lei ha invitato i cittadini alla preghiera in famiglia e ad accendere un lume di speranza ad ogni finestra. Adesso, per fermare la deriva politica contrapposta, Lei, come Vescovo, chiami a raccolta tutti i cittadini che seguono la via del Cuore – e senza il contorno dei politici che seguono la via della Mente, che è la via di Satana – li chiami in Piazza della Libertà per pregare Maria e porre di nuovo Macerata sotto il suo manto di pace.
Va bene, Davoli, aiutami a ripassare il catechismo: ci si diceva una volta che il male non è solo ammazzare, menare, fare a botte ma anche rubare, fare porcherie, dire le bugie, desiderare la roba d’altri e che non ci sono solo i ladri di soldi ma anche i ladri di verità. Ora partiamo da quel vecchio prete biancovestito, simpaticone molto alla mano, che tutti i giorni ci racconta che i migranti scappano da le guere, da le guere, da le guere che noi, vergognosi, fomentiamo per vendere ai neri le armi ( e ti giuro che io non mi ricordo d’aver mai fatto una cosa del genere ) poi, come colto da soprannaturale ispirazione, profetizza che quando verrà il giudizio universale la materia d’esame saranno i migranti, il trattamento riservato ai migranti, la comprensione del fenomeno miracoloso dell’identità del migrante con Gesù ( e qui uno resta spiazzato, perché non ha la minima idea del programma del giudizio universale ). Però se vai su wikipedia trovi che Boko Haram è stato debellato nel 2015, che sopravvive formalmente solo in una piccola regione montuosa nord-orientale difficilmente accessibile, che in Nigeria non c’è nessuna guerra, che anzi è un paese in forte crescita economica, rigurgitante di occasioni di lavoro, allora ti chiedi: ma perché un nigeriano in grazia di D.io dovrebbe partire dal suo paese in boom economico per venire a cercare lavoro in un’Italia in crisi dove il lavoro non c’è? quale attività imprenditoriale ha in mente di intraprendere, senza conoscere neanche la lingua? come può sperare di sopravvivere se non diventando lupo? come può il papa simpaticone non sapere che il viandante di Gerico non partiva dalla Nigeria per venire in Italia? come può il papa simpaticone non sapere che i poveri che Gesù amava erano i poveri fieri della loro povertà, non dei ricchi falliti al disperato inseguimento dei feticci della felicità consumistica? Ecco se il vescovo delle preghiere alle mamme, si ribellasse un pochettino alla disinformazione imbroglioncella del papa simpaticone mi sarebbe più caro.
Per Rapanelli. Quella di piangersi addosso non mi sembra la migliore strategia per una città che non ha nulla di meno di tutte le altre. Suvvia, non proietti su Macerata il suo pessimismo ontologico. E per aiutarsi pensi a Leopardi ed al suo protoilluminismo, anzi lo legga.
Se i fatti contestati al Gus sono veri, l’Amministrazione Comunale si dovrebbe sentire coinvolta e si dovrebbe dimettere.
Questo per chiarezza e trasparenza verso i cittadini. I fatti accaduti e le implicanze connesse sono di una gravità inaudita. Basta con le parole, i cittadini vogliono che si tirino le conseguenze.