di Gabriele Censi
Osvaldo Messi presenta la sua candidatura alternativa a Francesco Vitali per la segreteria provinciale del Pd: “Per non ridurre il partito ad un ruolo marginale visto l’allontanamento dei cittadini dalla politica”. Una candidatura di discontinuità della parte renziana che era rimasta sospesa alla ricerca dell’unità. A tale scopo era arrivata la proposta avallata anche dal senatore Mario Morgoni di Giancarlo Ricottini, ex sindaco di Acquacanina. E oggi c’è anche Ricottini al fianco di Messi, primo cittadino di Appignano, nel “partito dei sindaci” (al tavolo anche Andrea Gentili di Monte San Giusto, in prima fila Leonardo Catena di Montecassiano e, assente ma con un messaggio di adesione, Francesco Fiordomo di Recanati).
La scena è tutta per lui che da “montanaro” non usa mezzi termini e chiude la serie degli interventi con un’accusa diretta alle attuali leadership: “La staticità del partito per motivi di comodo di poche persone ha evidenziato il distacco tra politica e territori”. Un partito che per Messi e sostenitori deve ripartire dai sindaci. “La massoneria del partito ci condiziona – dice ancora Ricottini -, in comuni dove il sindaco vince con maggioranze bulgare, un segretario con 40 iscritti detta la linea. Vitali è troppo condizionato, per non dire servile, ai bisogni personali di tre o quattro persone”. L’ex sindaco di Acquacanina cita anche il caso di Peppina: “Io non riesco più a difendere il Pd in luoghi dove la speculazione politica sta imperando. Chi deve prendersi delle responsabilità è sempre sotto tiro ma mi aspettavo una presa di posizione più decisa su casi come questo o quello precedente del suicidio attribuito erroneamente su alcuni media alla mancanza di una stalla”. L’aspetto giuridico del caso di Peppina non è superabile neanche con una legge secondo Ricottini: “Non avrebbe effetto retroattivo e aprirebbe la strada a sanatorie anche extra sisma, le figlie si sono fatte la villetta con 25 scalini di non facile accesso ma a Peppina era stata offerta una Sae ad un chilometro di distanza. Tutti le vogliamo bene ma serviva coraggio politico e non lasciare tutta la vicenda di rilevanza nazionale in carico a me e a Claudio Castelletti, così il partito non si autotutela e cresce il malcontento”.
Lo rimarca anche Messi che parla del fiorire degli insulti al Pd sui social e sui commenti on line: “Non possiamo ignorare la ribellione della gente, per questo serve una segreteria libera dai condizionamenti e pronta ad ascoltare i problemi dei cittadini. Nel concreto primarie aperte per tutte le cariche dai comuni al parlamento, sedi come luoghi di incontro e discussione per le scelte democratiche, ora fatte in luoghi non istituzionali. Incarichi affidati a giovani e competenti utilizzando le risorse umane fornite dagli atenei, e non per appartenenza. Sindaci ‘sentinelle del territorio’ con un tavolo di confronto permanente. Queste mancanze ci hanno fatto perdere terreno. Poi sanità lasciando andare la disputa sul nuovo ospedale e concentrandoci sulla difesa del ruolo pubblico a garanzia del cittadino con servizi specializzati senza campanilismi, in ultimo e non certo per per importanza il terremoto. Occorre semplificare le norme per avviare celermente almeno la ricostruzione leggera che sarebbe un volano importante per l’economia e il lavoro”.
Di lavoro parla Roberta Belvederesi che porta la voce di Civitanova: “Le Marche non seguono il cambio di tendenza nazionale, c’è qualcosa che non va ma non bisogna mettere i problemi sotto il tappeto. Dopo il referendum sono iniziate le nostre pene, lotte intestine hanno reso la nostra provincia debole rispetto alle altre, il partito latita, i territori devono essere amalgamati senza protagonismi. E’ stato un anno orribile. A Civitanova abbiamo subito una sconfitta bruciante perchè il tema della sicurezza è stato trascurato”. Andrea Gentili, avrebbe voluto evitare la lotta interna: “In una fase così delicata serviva unità ma prendiamo atto che Vitali era intoccabile. Con Ricottini avremmo dato voce all’entroterra dando un segnale importante. La candidatura di Osvaldo Messi è innovativa, conosce i problemi del territorio ed è il segretario per l’oggi, non una carica come trampolino di lancio. Auspico comunque che ci si possa ritrovare tutti insieme dopo il congresso, la mia utopia è che da Macerata parta l’esempio di un nuovo partito leggero, inclusivo, aperto ai giovani e a tutte le categorie”.
Infine Ricottini rivendica la sua scelta di rinunciare alla poltrona con la fusione di Acquacanina e Fiastra: “Abbiamo salvato almeno un nome ed evitato il commissario grazie all’incorporazione. Questo è il messaggio che il Pd doveva spendere”. Si chiude malinconicamente con l’intervento di Mario Mastrocola del circolo di Loro Piceno: “La sede provinciale è piena di ragnatele, speriamo che il nuovo segretario metta nel programma almeno un addetto alle pulizie o ci chiami a toglierle direttamente”.
(foto Fabio Falcioni)
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Finchè non sparirete del tutto dalla circolazione l’Italia non si riprenderà mai
infatti il maceratese è la provincia marchigiana più debole.