di Alessandra Pierini
«Ringrazio i segretari dei circoli che mi hanno voluto affidare questa croce». Scherza, ma neanche tanto, Francesco Vitali, attuale segretario provinciale del Pd e candidato al prossimo congresso dem, nel presentarsi accompagnato dalla vice Paola Castricini, dal segretario di Camerino Andrea Capradossi, dalla giovane dem Martina Ortolani e da Gianfilippo Simoni, segretario di Recanati. Non intervengono ma lo sostengono con forza dalla platea la deputata Irene Manzi, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il consigliere regionale Francesco Micucci, Sara Giannini e Giulio Silenzi.
Una investitura a 3 giorni dalla presentazione delle liste che scadranno lunedì sera e che non trovano l’unità del partito: «C’è chi insiste a tirare fuori candidati quasi di singola preferenza in nome dell’unità – dice Vitali senza nominare mai Mario Morgoni, ma rivolgendosi evidentemente a lui in più passaggi – senza discuterne nei circoli ma facendo politica sui social o sui media. Chiedo rispetto anche per le persone e non ci ricordiamo del partito solo in prossimità delle scadenze». Vitali rivendica il suo operato: «Mi è stato affidato un incarico di soccorso ed è stato un anno in cui c’è stato molto da lavorare anche a causa del terremoto. La mia nuova candidatura nasce all’interno del partito e non mi piace essere usato come carne da macello».
Difende la posizione del segretario Paola Castricini: «Un mese e mezzo fa abbiamo fatto una riunione con tutti gli eletti, compreso Morgoni, per cercare di presentarci con un candidato unitario. Nessuno si è sottratto al confronto. Abbiamo chiesto l’unità nel partito non sui giornali. La candidatura di Vitali non è stata imposta come un veto, non è l’unica scelta possibile ma la migliore». Così anche Gianfilippo Simoni di Recanati: «Penso che la richiesta di tutti i segretari a Vitali di ricandidarsi sia la cosa più bella».
Riguardo il programma e i contenuti Vitali mette al primo posto il terremoto e la ricostruzione, poi la sanità, il sociale, l’immigrazione e l’integrazione e la visione del Pd: «Dobbiamo avere un ruolo, obiettivi precisi, riuscire sempre di più a essere in rete, essere in contatto con le persone per avere il termometro di ciò che accade e per finire armonizzare i circoli».
E ancora a Morgoni che vede nella sua candidatura una strategia in vista delle prossime politiche replica: «Innanzitutto sopravvaluta il ruolo del segretario di partito. Di candidature politiche si discuterà prima di tutto a livello nazionale, oltre che regionale e provinciale. Comunque le porte del Pd sono sempre aperte».
Dello stesso tenore la nota congiunta di Irene Manzi e Angelo Sciapichetti a commento della candidatura di Giancarlo Ricottini: «Apprendiamo dalla stampa (ancora una volta) della proposta della candidatura di Giancarlo Ricottini, degnissima persona, a segretario provinciale del Pd e dell’invito di Mario Morgoni a ritrovare su questo nome l’unità da noi invocata già un mese fa. Una unità per la quale era stata convocata una riunione specifica poche settimane fa, disertata da Morgoni, e poi invocata di nuovo a mezzo stampa, salvo poi annunciare ufficialmente, nel corso di uno specifico incontro pubblico, la candidatura a segretario provinciale di Osvaldo Messi da lui indicata. Non abbiamo mai rifiutato in queste settimane un approccio unitario, rimarcato nel corso dell’ultimo incontro promosso con i sindaci pochi giorni fa nel corso del quale sono stati illustrati alcuni punti programmatici da porre al centro del dibattito politico meritevoli di attenzione e non proposte di candidature. Ma riteniamo che questa vada perseguita anche attraverso un metodo diverso, evitando uscite pubbliche a mezzo stampa e totocandidature e tornando a parlarci nei circoli stessi perchè l’unità va costruita giorno dopo giorno con un confronto leale e rispettoso degli iscritti».
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Immediata la risposta di Mario Morgoni che si dice pronto a un confronto ad ore «ma fuori da ogni ambiguità e se non ci sono posizioni pregiudiziali. Il nome lo troveremo dopo, senza imposizioni e non come fatto fino ad oggi. Osvaldo Messi ha fatto un passo indietro, lo faccia anche Vitali. Chiedo anche al segretario regionale di battere un colpo».
Cinque anni al governo abbiamo peggiorato in tutto, dalla sanità alla normale gestione del territorio. Vana speranza di aiutare i lavoratori.
Brindate brindate..... Ahahah Ahahah Ahahah....
...ma che ve ridete...ma che ve brindate...te dovete solo vergogna...
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Ho sempre pensato che sia opportuno tenere distinti il ruolo dei sindaci e degli eletti nelle istituzioni da quello dei responsabili della direzione politica.Una commistione dei ruoli potrebbe generare solo confusione e presunzione di infondata supremazia.I sindaci governino pure le loro comunità,non si distraggano e si preoccupino dei loro ampi margini di miglioramento,senza cercare ulteriore visibilità.