di Enrico Maria Scattolini
SIA PURE CON IL LUTTO AL BRACCIO per la recente tumulazione della Benamata (—), sabato scorso ho ristabilito contatti con le partite di calcio riprese in televisione. Stavolta da un campo marchigiano di promozione, dove hanno giocato Sangiorgese-Helvia Recina.
IL “LUCA PELLONI” DI PORTO SAN GIORGIO non avrà il respiro degli stadi dove sgambettano i professionisti, ma sicuramente è espressione di un vissuto calcistico fra i più illuminanti della nostra regione. Non a caso la Sangiorgese vanta una stella d’oro al merito sportivo (+).
SQUADRA CHE MI HA RIPORTATO INDIETRO DI TANTI ANNI… Quando, giovane inviato di “Stadio”, la seguivo nei campionati di serie D. Mitico presidente Luigi Vitali (il “cavaliere” per antonomasia). Nell’attività di allora, il club nerazzurro fu fucina di giovani talenti come Diomedi, Fracassa, Veneranda, Luzi ed altri ancora. Che poi avrebbero raggiunto ragguardevoli traguardi nelle categorie superiori (+).
MA ANCHE APPRODO di allenatori importanti come Corrado Viciani; Il profeta del “gioco corto” che, nel 1971, avrebbe guidato la Ternana in A (+). Lustri dopo, divenuto tecnico del Prato, mi avrebbe personalmente salvato dall’ira funesta di un avo di Vieri sull’uscio degli spogliatoi del “Lungobisenzio”, al termine di un infuocato incontro fra i toscani e la Maceratese.
OPPURE PIETRO CASTIGNANI (+) , ex lontano ma indimenticato – almeno per me – mister della Rata prima e Sambenedettese dopo. Realizzò il singolare record di una sola presenza sulla panca nerazzurra per una sola partita. Ma che restò storica perché assicurò il successo nel derby contro l’….odiata Fermana.
IL POMERIGGIO TRASCORSO AL “PELLONI” non è stato però solo occasione di rimembranze (+).
MA ANCHE D’UN INTERESSANTE INCONTRO con l’attuale patron della “Sangiorgese 1922”, Gabriele Frontoni. Giovane industriale rampollo di un’importante famiglia del Piceno (+).
NEL CORSO DEL QUALE ho scoperto singolari similitudini fra il recente passato della Sangiorgese ed il calvario della Maceratese(-).
PERO’ RISOLTI in modi diametralmente opposti..
AMBEDUE FONDATE NEL 1922 e quindi quasi centenarie; ambedue in gravi difficoltà; ambedue finite fuori dalla scena calcistica nazionale: i nerazzurri nel 2011, i biancorossi l’altro ieri (-).
DIVERSA LA REAZIONE. I rivieraschi non si sono spenti (+) come i “pistacoppi”. Hanno trovato l’orgoglio della reazione ricostituendo la società e ripartendo dalla terza categoria. Il progetto, umile ma concreto, è stato sponsorizzato dal dottor Gabriele Frontoni e da alcuni suoi amici. Sono arrivati i primi risultati e poi le promozioni a grappolo. Ora la Sangiorgese è fra le più accreditate candidate all’ “Eccellenza” . Il suo successo contro l’Helvia Recina è stato accompagnato dall’entusiasmo del pubblico, sostenuto anche dal ritrovato supporto degli ultras decisamente orientati verso il futuro (+).
CHE I MACERATESI INVECE SI SONO NEGATI (-). Autodistruggendosi a tutti i livelli: dal pubblico al privato. Nei modi, nei tempi e nei termini dei quali tanto è stato scritto.
NON INUTILMENTE (+), perché la cronaca diverrà storia e servirà a ricordare negli anni prossimi quello che è accaduto nella nostra città nell’orribile 2017.
IL CUI PROSIEGUO BEN DIFFICILMENTE SARA’ MIGLIORE (-). Con il sindaco assorbito da altri problemi, il ricordo della Rata progressivamente cancellato – come già sta avvenendo – dai media, l’auspicato anno sabbatico ridotto ad occasione di qualche cena sempre più stanca e sporadica fra i dirigenti in pectore, solo nostalgici amarcord di vecchie partite biancorosse nei social dei tifosi, una tempo rigurgitanti di polemiche ed anche d’insulti che francamente mi mancano.
PIETOSO!!!
PER NON MORIRE D’INEDIA, ribadisco che l’unica via d’uscita è l’Helvia Recina del presidente Crocioni (+). Meriterebbe il sostegno della città. Incominciando dall’avvocato Carancini, che l’ha promesso al mio microfono durante l’inaugurazione del nuovo stadio di Villa Potenza. Insieme a quello d’ imprenditori e supporters. Come ha fatto recentemente Alessandro Chiaraluce, che ha assunto la carica di vice oresidente.
POTREBBE AIUTARE IL FATTO (+) che i prossimi incontri della squadra saranno disputati all’Helvia Recina stadio. Iniziando dal match con il Montalto.
IO HO SCELTO.
Ma che sostieni,lascia perdere,vergogna infinita
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Sosteniamo l’Helvia Recina, unica opportunita’ per rilanciare il calcio maceratese. Forse è stato compreso troppo tardi.
E si, se l’Inter fallisce, diventano tutti milanisti! Ma dai, che se ne pensi un’altra. Già godevate poco della Maceratese, figuriamoci di una squadra periferica a cui chiaramente nessuno vuol togliere il suo giusto posto nel calcio locale. Avete come dice Scattolini tumulato la Maceratese a cui è stata negata anche l’ultima boccata d’ossigeno per rimanere seppur ai confini siderali dello spazio calcistico, ancora viva. Presumo che l’avvocato Carancini sia il sindaco di Macerata. Ah ci potete fare sicuramente affidamento e non solo su di lui per riesumare la squadra che prima come zombie e piano piano ritornare al gioco succhiando linfa vitale da tutti i qua qua ra qua che si sono prodigati per ammazzare la Maceratese, che non è morta di morte naturale, ma avvelenata dai troppi discorsi a vanvera dei saccenti maceratesi legati alla giurisprudenza, alla politica e alla buona cucina. Comunque visto che nella poco ridente città collinare, avete come ospiti molta gente venuta dall’est asiatico, dove hanno conservato da ex colonie inglesi la passione per il cricket, perché non usare l’Helvia Recina per codesto gioco. Magari ci fate qualche strisciata di gesso e via con il Football Americano. Il diamante per il baseball già ce l’avete, del volley qualcosa vi è rimasto, delle piscine di Fontescodella cambiate sindaco e ne potrete riparlare, anzi se cambiate partito è pure meglio, quindi per il prossimo anno farete qualche gradino in più su quelle classifiche delle città più attrezzate nello sport. Vedo Scattolini che ti stai riprendendo bene e mi auguro che nella tua somma algebrica terrai sempre un piccolo ” meno ” in ricordo dei saputelli salvatori delle loro mediocrità.
Se le maglie hanno un colore diverso forse un motivo ci sara’,anche se una non scende in campo…
Caro Micucci,l’altro ieri mi sono operato alla cataratta non solo per rimediare ad un problema della mia vecchiaia,ma per meglio scrutare la profondità degli incredibili errori di competenza,di valutazione,d’inerzia ,di pigrizia e di menefreghismo unito all’arroganza,commessi da chi ha avuto responsabilità nell’omicidio della Maceratese.
Sarà una mia battaglia personale. Alimentata dalla mia rabbia crescente nel confronto con l’Ancona,che d’un colpo ha saputo ricostruire la società ed ha ritrovato pubblico festante alla presentazione della squadra ed appassionato nel derby con il Falconara.Il collante è stata la presenza di una Sindaca che di Macerata mi sembra abbia conservato solo lontane origini,non la frequentazione.Fortunatamente per lei ed i suoi attuali concittadini.
Insisto comunque sulle sinergie con l’Helvia Recina/ squadra,che non è stata mai diretta competitor della Rata.Quindi il paragone Inter/Milan non regge.
fERRAMONDO,nonostante tutta la mia buona volontà, non riesco ad accettare consigli da te.
Dott. Scattolini, mi meraviglio di Lei, ha ricordato i vari personaggi dei tempi andati, con l’allenatore Castignani che vinse il campionato di serie D nel 1962/1963 ma ha tralasciato il capitano Achille Pierangeli (deceduto tre giorni fa) che, come Lei sicuramente ricorderà, si presentava al pubblico dello Stadio dei Pini, lanciando il pallone in aria.Per quanto riguarda la rinascita del calcio maceratese, le troppe cordate hanno……impiccato quel poco di buono che era rimasto.
Professor Pagnanelli, lei ha perfettamente ragione.Una imperdonabile dimenticanza,la mia.Della quale chiedo scusa.
Il mio riferimento a Castignani era però contestualizzato ai miei ricordi sangiorgesi.
Ero amico di Pierangeli,con cui ho fatto tanti viaggi in pullman al sud, proprio nel campionato vinto in serie D, da lei citato.
Poi l’ho rivisto puntualmente al “Mancini” di Fano ogni qualvolta vi ha giocato la Maceratese.Lui,che gestiva l’edicola della locale stagione insieme alla famiglia, veniva infatti sempre a vedere i suoi ex colleghi biancorossi.
Un GRANDE!!!!
Sosteniamola si.
Ma rimanga Helvia Recina 1975.
Ci vuole rispetto per la frazione di Villa Potenza che l’ha gestita 40 anni. Per tutte le persone che hanno fatto sacrifici anche per sostenerla in terza categoria.
GIU’ LE MANI DALL’HELVIA RECINA.