di Gianluca Ginella
Fallita l’azienda Tombolini, lo stabilimento del brand del drago divenuto famoso in tutto il mondo questa mattina è rimasto chiuso tra la preoccupazione degli oltre 150 dipendenti. Tutto nasce da una istanza proposta dall’Inps relativamente ad un credito che era già stato rateizzato dalla società. L’azienda guidata da Fiorella Tombolini farà reclamo ritenendo non vi siano i presupposti per l’istanza di fallimento e l’obiettivo è far ripartire la produzione quanto prima.
La notizia è arrivata alle 20 di ieri sera ai dipendenti. Un fulmine a ciel sereno. Questa mattina poi per chi si è recato all’azienda la conferma: la Tombolini industrie srl e la Eugenio Tombolini spa sono state dichiarate fallite dal giudice Luigi Reale del tribunale di Macerata. La ditta di Urbisaglia, che realizza capi la cui qualità è conosciuta in tutto il mondo, e contraddistinta dal drago (preso dallo stemma araldico di Urbisaglia) con le forbici, è stata costretta a rimanere chiusa. L’azienda è stata fondata da Eugenio Tombolini nel 1964 e alla sua morte le redini sono state prese dalla figlia Fiorella capace di far crescere in maniera esponenziale la fama del marchio. Una azienda all’avanguardia e che ha recentemente lanciato anche la linea zero gravity. Prodotti raffinatissimi e molto richiesti. Anche per questo il fallimento è qualcosa del tutto inatteso. Ed è l’azienda stessa a chiarire cosa sta accadendo. In seguito ad una istanza proposta dall’Inps, «quale unico creditore, e relativa ad un credito rateizzato dalla società attraverso accordo raggiunto con la concessionaria Equitalia, il tribunale di Macerata ha dichiarato il fallimento della Tombolini Industrie srl e della Eugenio Tombolini spa – spiega la ditta con un comunicato –. La sentenza è pervenuta ieri in maniera del tutto inattesa: si ritiene infatti che l’intervenuta rateazione del credito con la concessionaria Equitalia spa abbia eliminato il presupposto (l’esistenza di un debito scaduto) necessario ed indispensabile per qualsivoglia dichiarazione di fallimento. Una decisione che ha portato alla emissione dei suddetti provvedimenti con la chiusura delle aziende in un momento di massima produzione, con le linee produttive sature fino a fine febbraio di ordini da dover consegnare, con il rischio della perdita di oltre 150 posti di lavoro, più un indotto rilevante, con il rischio della perdita di affidabilità e di immagine sia della famiglia che delle società». Questo il punto. Ma l’azienda è pronta a impugnare la decisione e le società «stanno già predisponendo il reclamo che verrà depositato entro pochissimi giorni con istanza di sospensiva della predetta sentenza – spiega l’azienda –. Allo stesso tempo la Tombolini Industrie srl formulerà richiesta ai curatori perché si autorizzi, nei termini di legge, la continuazione temporanea dell’impresa al fine di garantire piena tutela ai fornitori, ai dipendenti, ai clienti e da ultimo alla stessa Tombolini Industrie come impresa che opera da 50 anni i cui asset aziendali ed il cui avviamento non possono e non devono esser comunque pregiudicati». Le aziende, i sindacati Cgil, Cisl e Ugl, i sindaci di Urbisaglia e Colmurano e Confindustria Macerata auspicano che tale vicenda possa trovare al più presto «un epilogo positivo attraverso l’immediato accoglimento della richiesta di continuazione temporanea dell’attività d’impresa» conclude l’azienda.
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no anke questa azienda fallisce 🙁
Oh Signor
Brutta notizia … licenziamento .. terremoto .. come si fa a vivere?
Un giudice deve giudicare in base alle leggi… se cosi ha fatto non gli dobbiamo dar colpe!
Magari ci voleva un miglior avvocato.
Speriamo che la situazione si risolva
Di sicuro l’azienda non naviga in buone acque considerando 3 o 4 mensilita’ arretrate da pagare ai dipendenti ma in questo momento storico pieno di criticità’, sia dovute alla crisi che al terremoto, penso che sia l’inps quale istante fallimentare (creditore), che il tribunale di macerata siano degli scellerati irresponsabili a mandare 150 famiglie oltre l’indotto sul lastrico.
Ma ci rendiamo conto l’assurdità dell’Inps che chiede il fallimento di un’azienda che da lavoro a 150 persone? Maledetti burocrati…Piena solidarietà all’azienda e ai dipendenti…
Terremoto su terremoto tutto insieme mannaggia
Ma come si faaa!! sti maledetti dell’Inps! Ma ci rendiamo conto che per tenere un dipendente l’equivalente e’ pagarne 3???? ci perde il dipendente,l’azienda e sti luridi si prendono la libertà di far fallire una realtà storica come la Tombolini!!
Tombolini ha fatto la storia della sartoria italiana, acquistavo i suoi abiti molti lustri addietro; i prodotti a marchio Urbis e Tombolini sono sempre stati prodotti con un ottimo taglio ed un ottimo rapporto qualità prezzo e questo ha consentito alla proprietà di garantire il lavoro a moltissime famiglie. Mi auguro che l’azienda possa ripartire velocemente e continuare a garantire i posti di lavoro ed a veicolare nei vari paesi del mondo l’arte del saper fare e la bellezza dei prodotti tipici di queste Marche così martoriate…
Non è possibile che si possano massacrare le aziende invece di aiutarle e se si considera che questa istanza è stata fatta dall’inps è veramente una vergogna, questo giudice credo che abbia fatto un grosso errore perchè Il debito era stato pianificato ratealmente con equitalia.
Mi auguro che il ricorso venga accettato con urgenza e l’azienda anche se con tante difficoltá possa continuare nel percorso di risanamento che con tanto impegno la proprietà aveva giá iniziato e che cominciava a dare i primi segnali positivi.
La solidarietà ai dipendenti e all’azienda è dovuta e sincera. Tutta una comunità locale sta già soffrendo per il terremoto ed ora si trova a far fronte anche al fallimento di un’azienda storica e radicata nel territorio, che come tutti ha sofferto della crisi economica generale. Quello che sconcerta in questa vicenda è che l’istanza di fallimento sia stata presentata dall’INPS, cioè un’istituzione statale, che evidentemente non ha fatto bene i conti sulle conseguenze di questo atto. L’INPS per tutelare il proprio credito, pur rateizzato, a breve termine si troverà a pagare tutti i trattamenti di fine rapporto dei dipendenti (spannometricamente: 150 dipendenti per una media di € 20.000 ciascuno sono 3 milioni di euro!), nonché tutti gli ammortizzatori sociali che verranno messi in campo, a fronte di un probabile incasso a lungo termine dell’attivo fallimentare, magari derivante da un difficile realizzo degli immobili di proprietà. Alla fine il saldo per l’ente – nella migliore delle ipotesi – sarà pari a zero euro, ma quasi sicuramente negativo, a fronte della distruzione di un capitale umano e aziendale incommensurabile. Sono sicuro che si cercherà di far ripartire l’azienda e il lavoro dei dipendenti con un altro “veicolo” societario, ma il danno di immagine e sostanziale è stato già fatto ed è irreversibile, purtroppo. Comunque in bocca al lupo!
Dunque, se il debito è stato rateizzato e quindi in solvenza, come può un tribunale dichiarare fallita la stessa azienda per insolvenza ?
Secondo me qualcuno ha delle responsabilità.
Avvocati, giudici, sindacati,dipendenti di equitalia, qualcuno insomma non ha svolto bene il proprio lavoro. Intanto 150 dipendenti rischiano il posto.
Un fallimento senza aver cercato un concordato?
Siamo alle solite,Grandi Imprenditori quando va tutto bene poi il trapasso e la colpa è dell’INPS o di un giudice”scellerato” che fa il suo dovere.E’ ora di cominciare ad”Espropriare” le aziende a chi non è più in grado di gestirle e garantire il lavoro(pagandolo)agli operai visto che la Costituzione lo permetterebbe.L’Italia è un Paese fondato sul Lavoro.
Ho letto su Cm tanti commenti , vorrei soltanto fare alcune precisazioni: ( A) Qualcuno ha letto mai i bilanci delle 2 aziende? . (B) , L’ Inps fa il suo mestiere come qualsiasi creditore dell’azienda , tenta d’incassare i contributi che ogni dipendente crea con la propria attivita’ lavorativa e l’impresa gira all’ Inps . (ricordiamo che un dipendente trova in busta paga netti 100 euro all’azienda ne costa 220 euro , naturalmente l’azienda ti assume solo se rendi almeno 220 euro ) (C) Se Voi foste dei fornitori , terzisti, artigiani, professionisti , fornireste merci e servizi a credito , ( pagamenti a 60-90-120 gg o anche di piu’) ,a queste 2 aziende ? — Ovviamente , con tanta tristezza e rispetto verso tutti quelli che da questo tipo di situazioni direttamente , (dipendenti ) , o indirettamente , (terzisti ed altri ) , perdono il lavoro .
L’INPS, prima ha dovuto accollarsi il buco miliardario dalla cassa previdenza degli statali (INPDAP) dovuto anche all’evasione contributiva degli enti pubblici, adesso si accanisce su una storica azienda dove lavorano 150 persone. Troppa fretta in un periodo in cui il nostro territorio è stato colpito dal più forte terremoto che c’è stato in Italia dal 1980.
Condivido pienamente le osservazioni del sig. Gino Contadini, conosco altre aziende che l’imps ha fatto fallire, purtroppo se l’inps non avesse il coraggio di fermare certe aziende, queste continuerebbe a non pare l’ente che con la riscossione del dovuto, può pagare le pensioni, l’indennità di disoccupazione ecc. ecc., questa azienda, da troppo tempo zoppicava e chi zoppica non può certo andare lontano, quindi, prima o poi ….!!!