Fallita la Tombolini Industrie
L’azienda prepara il reclamo:
“Il debito era stato rateizzato”

URBISAGLIA - La vicenda nasce da una istanza presentata dall'Inps, ma la ditta aveva raggiunto l'accordo per il pagamento rateale con Equitalia. Dichiarata fallita dal tribunale di Macerata anche la Tombolini spa. La produzione oggi è stata fermata ma l'azienda chiederà di poter ripartire "al fine di garantire piena tutela ai fornitori, ai dipendenti, ai clienti e da ultimo alla stessa Tombolini Industrie come impresa che opera da 50 anni i cui asset aziendali ed il cui avviamento non possono e non devono esser comunque pregiudicati"
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tombolini urbis (1)

 

fiorella tombolini

Fiorella Tombolini

 

 

di Gianluca Ginella

Fallita l’azienda Tombolini, lo stabilimento del brand del drago divenuto famoso in tutto il mondo questa mattina è rimasto chiuso tra la preoccupazione degli oltre 150 dipendenti. Tutto nasce da una istanza proposta dall’Inps relativamente ad un credito che era già stato rateizzato dalla società. L’azienda guidata da Fiorella Tombolini farà reclamo ritenendo non vi siano i presupposti per l’istanza di fallimento e l’obiettivo è far ripartire la produzione quanto prima.

La notizia è arrivata alle 20 di ieri sera ai dipendenti. Un fulmine a ciel sereno. Questa mattina poi per chi si è recato all’azienda la conferma: la Tombolini industrie srl e la Eugenio Tombolini spa sono state dichiarate fallite dal giudice Luigi Reale del tribunale di Macerata. La ditta di Urbisaglia, che realizza capi la cui qualità è conosciuta in tutto il mondo, e contraddistinta dal drago (preso dallo stemma araldico di Urbisaglia) con le forbici, è stata costretta a rimanere chiusa. L’azienda è stata fondata da Eugenio Tombolini nel 1964 e alla sua morte le redini sono state prese dalla figlia Fiorella capace di far crescere in maniera esponenziale la fama del marchio. Una azienda all’avanguardia e che ha recentemente lanciato anche la linea zero gravity. Prodotti raffinatissimi e molto richiesti. Anche per questo il fallimento è qualcosa del tutto inatteso. Ed è l’azienda stessa a chiarire cosa sta accadendo. In seguito ad una istanza proposta dall’Inps, «quale unico creditore, e relativa ad un credito rateizzato dalla società attraverso accordo raggiunto con la concessionaria Equitalia, il tribunale di Macerata ha dichiarato il fallimento della Tombolini Industrie srl e della Eugenio Tombolini spa – spiega la ditta con un comunicato –. La sentenza è pervenuta ieri in maniera del tutto inattesa: si ritiene infatti che l’intervenuta rateazione del credito con la concessionaria Equitalia spa abbia eliminato il presupposto (l’esistenza di un debito scaduto) necessario ed indispensabile per qualsivoglia dichiarazione di fallimento. Una decisione che ha portato alla emissione dei suddetti provvedimenti con la chiusura delle aziende in un momento di massima produzione, con le linee produttive sature fino a fine febbraio di ordini da dover consegnare, con il rischio della perdita di oltre 150 posti di lavoro, più un indotto rilevante, con il rischio della perdita di affidabilità e di immagine sia della famiglia che delle società». Questo il punto. Ma l’azienda è pronta a impugnare la decisione e le società «stanno già predisponendo il reclamo che verrà depositato entro pochissimi giorni con istanza di sospensiva della predetta sentenza – spiega l’azienda –. Allo stesso tempo la Tombolini Industrie srl formulerà richiesta ai curatori perché si autorizzi, nei termini di legge, la continuazione temporanea dell’impresa al fine di garantire piena tutela ai fornitori, ai dipendenti, ai clienti e da ultimo alla stessa Tombolini Industrie come impresa che opera da 50 anni i cui asset aziendali ed il cui avviamento non possono e non devono esser comunque pregiudicati». Le aziende, i sindacati Cgil, Cisl e Ugl, i sindaci di Urbisaglia e Colmurano e Confindustria Macerata auspicano che tale vicenda possa trovare al più presto «un epilogo positivo attraverso l’immediato accoglimento della richiesta di continuazione temporanea dell’attività d’impresa» conclude l’azienda.



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