Cosa succede al nostro mare?

L'APPELLO - La nostra lettrice Emanuela Saporito è preoccupata per le condizioni in cui riversano le spiagge maceratesi, interessate da continui divieti di balneazione: "L’inquinamento organico del mare non è una delle sette piaghe d’Egitto, è un problema che si può fronteggiare agevolmente, che fine hanno fatto i depuratori?"

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Un divieto di balneazione

 

La nostra lettrice Emanuela Saporito, come molti altri residenti della provincia di Macerata, è seriamente preoccupata per le condizioni del nostro mare. I divieti di balneazione, che si ripetono ormai da due anni, non risolvono il problema degli scarichi fognari riversati nei fiumi e dell’alta concentrazione batterica. Per questo lancia un appello alle amministrazioni, agli operatori turistici e ai cittadini affinché si intervenga per tornare a fare il bagno in sicurezza.

Prelievi dell'Arpam (foto di repertorio)

Prelievi dell’Arpam (foto di repertorio)

«Siamo appena all’inizio della stagione balneare e già stiamo vedendo rimbalzare, sul nostro piccolo tratto di costa, divieti di balneazione lampo. Oggi qua, domani là, nel week end essi tendono a scomparire per poi riapparire all’inizio della settimana successiva. Ora questo è il secondo anno di seguito in cui la situazione si presenta e so, per esperienza indiretta, che il pericolo collegato alla balneazione è tutt’altro che immaginario, avendo sentito il racconto di alcune persone passate attraverso il contatto con il famigerato “escherichia coli”. Mi domando, e spero di non essere la sola: ma cosa sta succedendo? Si tratta di un batterio collegato agli scarichi fognari, che dovrebbero essere tenuti sotto controllo dai depuratori. È lecito a questo punto chiedersi: ma i depuratori funzionano? E se sì, sono utilizzati in modo adeguato?

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Una spiaggia civitanovese con divieto di balneazione

È il secondo anno di seguito e quindi non si può parlare di problema congiunturale, collegato a episodi di piogge violente o quant’altro. Questo è evidentemente un problema strutturale, che ci priva di fatto del nostro mare. Chi può seriamente pensare che siano sicure delle acque per cui c’era il divieto di balneazione fino al giorno prima, oppure limitrofe a un’altra zona balneare per cui il divieto è presente? Credo che a questo punto noi cittadini abbiamo il diritto e il dovere di attivarci per chiedere alle amministrazioni coinvolte di prendere seriamente in considerazione il problema e trovare al più presto una soluzione. E credo che anche gli operatori turistici dovrebbero unirsi a questa richiesta, perché l’inquinamento organico del mare non è una delle sette piaghe d’Egitto, per intenderci, non è paragonabile ad una mareggiata. È qualcosa che le nostre amministrazioni devono essere in grado di fronteggiare. E per cui devono seriamente intervenire. Spero vivamente che questa mia non rimanga una voce isolata e soprattutto che ci sia un’adeguata presa in carico del problema da parte degli enti locali competenti, nella speranza che, almeno l’anno prossimo, potremo tornare a fare il bagno in sicurezza e tranquillità».



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