La spiaggia di Civitanova, molte postazioni dei bagnini sono state distrutte dalla furia del mare
La torretta di una spiaggia di Civitanova abbattuta dal mare
di Marco Ribechi
Spiagge devastate, chalet allagati, ombrelloni e lettini portati via dal mare. Un bagnino all’ospedale per salvare la sua attrezzatura, strade e sottopassi sommersi dall’acqua e il neo sindaco di Porto Recanati Roberto Mozzicafreddo che chiede alla Regione lo stato di calamità. Questo è il bollettino dopo la straordinaria mareggiata che ha colpito la costa adriatica ferendo duramente anche il litorale maceratese (leggi l’articolo e guarda il video). Da Porto Recanati a Civitanova nessuno si è salvato ma i danni si sono riscontrati nei tratti sprovvisti di scogliere e con l’arenile più corto. Qui la furia del mare non ha trovato ostacoli e si è potuta abbattere con tutta la sua potenza. L’idea che si potesse trattare di una forte mareggiata era già nell’aria dalla mattinata di ieri quando molti operatori avevano iniziato a rimuovere dalla spiaggia i primi ombrelloni (leggi l’articolo).
Il mare ha superato le prime file di ombrelloni
Nessuno però sospettava che nel pomeriggio e nella notte si sarebbe scatenata la più forte tempesta estiva che la memoria ricordi. Questo dicono gli operatori turistici con alle spalle anche 50 anni di esperienza. Ora, superata l’emergenza, si fa il conto dei danni e si cerca di individuare le responsabilità. In tanti infatti si lamentano per il silenzio della Regione che non ha dimostrato il minimo interesse per l’accaduto. «Nessuno ha provato a contattarci – dice il sindaco di Porto Recanati Mozzicafreddo – Come amministrazione siamo molto vicino ai bagnini che hanno vissuto ore infernali. Abbiamo scritto una lettera al presidente Ceriscioli per chiedere lo stato di calamità. A livello comunale siamo impotenti, speriamo che inizino a mostrare un po’ di interesse».
Allo chalet La Rotonda di Porto Recanati il mare ha raggiunto la strada
Proprio il lungomare sud di Porto Recanati è stata forse la zona più danneggiata dal mare. Lo chalet La Rotonda però si è già rialzato e fin da questa mattina ha iniziato a ricevere turisti. Il colpo però è stato duro. Uno dei gestori, Daniel Pandolfi, è stato ferito da un detrito trasportato dalle onde nel tentativo di salvare le attrezzature. «Un tronco mi ha colpito alla cambia verso le 16, mi ha rotto il tendine d’Achille. Ora sono ingessato e dovrò operarmi, se va bene mi rimetterò per Natale. Oltre al danno la beffa – spiega Pandolfi – E dire che eravamo premuniti. Avevamo già tolto tutti gli ombrelloni adagiandoli sulla strada ma il mare è arrivato fin lì. Il sottopasso era completamente allagato e non lasciava defluire l’acqua che arrivava fino al manto stradale. E’ quello che vediamo ogni inverno da 10 anni ma in estate non ricordo una violenza simile, da avere paura. Dispiace che siamo completamente abbandonati, nessuno si fa sentire. Ho anche dei dubbi che i lavori per sistemare la costa possano partire a settembre, non credo più nelle istituzioni. Così però non abbiamo scampo. Noi però non ci arrendiamo, questa è la nostra spiaggia, la mia famiglia lavora qui da 50 anni e teniamo duro. Siamo una grande famiglia e ci aiutiamo a vicenda questa è la nostra forza. Sono tanti però quelli che vogliono chiudere bottega perchè hanno ucciso il turismo della città. Qui siamo rimasti solo noi, il Masaya è crollato, lo chalet Mauro è distrutto».
Il presidente Abat Claudio Pini
Infuriato anche Claudio Pini, presidente dell’Abat, l’associazione che riunisce i bagnini della provincia. «Aspettano che ci scappi il morto, secondo loro spendere i soldi per fare le scogliere è qualcosa in più, non è una necessità. Hanno stanziato 100mila euro per il demanio di tutta la regione, come aprire un bar con 50 euro. Qui il turismo non esiste, le istituzioni non fanno attività di sostegno ma solo di controllo e di sanzione. A Scossicci Massi e il Palm Beach sono stati di nuovo danneggiati, il lungomare sud è ormai una zona fantasma, sopravvive solo la Rotonda. Le scogliere di Civitanova nord sono un colabrodo, non fanno la manutenzione da 35 anni e hanno cambiato forma. C’è una burocrazia che ci ammazza, per chiedere la Via (autorizzazione paesaggistica) e fare i lavori servono più di sei mesi, all’estero una settimana. Serve anche semplicemente per mettere una piattaforma per fare i tuffi. Come facciamo a lavorare? Poi però fanno il controllino e ci sanzionano. Questo è il modo migliore per consegnare la costa alle multinazionali straniere, ci strozzano, sopravvive solo qualche disperato che prova a rimanere in piedi. In tantissimi proveranno a vendere e poi sono sicuro che quando arriveranno i capitali esteri la Via magicamente non servirà più».
Un’altra torretta strappata dal mare
Forti mareggiate anche sul lungomare Nord di Civitanova, all’altezza dello chalet Santina, qui però fortunatamente la spiaggia è più ampia e i danni sono stati minori. «Non c’è protezione e non riusciamo a contenere il mare – spiega Jerry Lattanzi – Si è rovinata tutta la spiaggia che avevamo sistemato per l’estate. L’acqua è arrivata al chiosco e ha portato via la prima fila di ombrelloni. Lo chalet si è riempito di acqua e sabbia. In inverno sistemiamo l’arenile in modo da essere protetti ma nessuno si aspetta questo tipo di mare in estate. I pennelli sono un colabrodo, l’acqua passa, la realtà è che siamo da soli alla Regione non frega nulla del turismo e i comuni hanno le mani legate. E’ come combattere contro i mulini a vento». Sul web c’è anche chi scherza e fa autoironia come Roberto Elisei, uno dei proprietari dello chalet Re sole. In una foto con la sua spiaggia allagata ha scritto che gli ombrelloni in acqua sono la novità dell’estate 2016. Ma in realtà in questa situazione per i bagnini c’è poco da scherzare.
L’autoironia dei proprietari del Re sole
Altre strutture danneggiate a Civitanova
Civitanova lungomare sud
La Rotonda di Porto Recanati
Porto Recanati sud, La Rotonda
L’interno dello chalet La Rotonda
Acqua e sabbia nello chalet
Le onde a Porto Recanati hanno raggiunto la strada
Mareggiata a Porto Recanati
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sono veramente addolorato.
chi ha consentito, immagino negli anni 60, tutto questo scempio dovrebbe risponderne se ancora vivo.
quando si autorizzano a costruire oltre le dune o, persino interi complessi residenziali, a 3 metri dal mare, costui, prima o poi, non perdona.
non oso immaginare i danni che hanno subito adesso i legittimi proprietari di questi nuovissimi appartamenti sulla spiaggia a piano terra di porto recanati o di quelli di meno recente costruzione di porto potenza.