Gianna Nannini ritira il premio per il valore artistico offerto dai due atenei maceratesi
Gianna Nannini protagonista della prima serata di Musicultura
di Marco Ribechi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Una gigantesca Gianna Nannini fa impazzire il pubblico di Musicultura. In uno Sferisterio sold out già da varie settimane l’anima rock della cantante senese troneggia nella notte di Macerata. Energia punk da vendere per un’icona della musica nazionale che proprio in questi mesi ha festeggiato 40 anni di carriera. Per l’occasione ha rispolverato i vecchi successi degli esordi, da America, datata 1979, con cui apre a cento all’ora l’esibizione travolgendo la platea, a Ragazzo dell’Europa passando per Fotoromanza e Sei nell’anima. Un salto negli anni più recenti con Possiamo ancora, pezzo del 2006, per poi finire con l’immancabile e tanto attesa Meravigliosa creatura, cantata a tutta voce anche dagli spalti. La vitalità della Nannini è irrefrenabile e neanche un Fabrizio Frizzi in gran forma riesce ad arginare l’adrenalina da palcoscenico che alimenta l’anima dell’artista.
Fabrizio Frizzi non riesce a contenere la vitale irruenza di Gianna Nannini
Prima chiede allo stesso Frizzi di sedersi in terra, mentre lei è impegnata a presentare la sua numerosa band, e poi con nonchalance gli tira, stile Rocky Balboa, un asciugamano in testa. Frizzi sta al gioco e chiama i due rettori degli atenei Maceratesi Flavio Corradini e Luigi Lacché, a cui in realtà è già succeduto Francesco Adornato, per consegnare il premio per meriti artistici. «All’unica artista rock italiana e l’unica che Puccini avrebbe invitato a cena per parlare di melodia». Le parole, lette da Lacché, emozionano la cantante che, prima di salutare il suo pubblico ormai tutto in piedi ad applaudire, esegue l’ultimo struggente pezzo, Mama, per poi salutare tutti e andarsene, non prima di aver manifestato la sua gioia nell’esibirsi nell’arena: «Vi ringrazio per l’opportunità, non conoscevo lo Sferisterio, è un posto incredibile». Tra mille difficoltà economiche, sia per la stagione lirica che per Musicultura lo Sferisterio continua ad essere l’unico vero faro della città, un contenitore unico di spettacoli che sempre trovano grande approvazione da parte del pubblico.
Lo Sferisterio tutto esaurito
Francesca Romana Perrotta premiata come miglior testo
Un successo fatto dai maceratesi stessi che dimostrano in ogni occasione di amare alla follia questo luogo che tanto lustro ha portato alla città, con invitati illustri e momenti di alto livello artistico. Questa notte è stata la serata dell’arte della parola con i quattro finalisti che si sono succeduti piacevolmente sul palco. Flavio Secchi, sincero cantautore sardo, abile chitarrista dall’animo puro e onesto. Francesca Romana Perrotta, artista dalle tonalità rock ma anche dalla penna delicata, nome già noto a Musicultura ma “con un cognome in meno” come ricorda un attentissimo Frizzi. Suo è il premio per il miglior testo. Luca Tudisca, con alle spalle un’esperienza in Tv nel format Amici. Negli occhi del ragazzo si legge un’emozione non indifferente, segno che la telecamera è ben diversa dagli oltre 3mila volti dello Sferisterio.
Flavio Secchi sarà in finale
E infine i Sikitikis, trasformati da Frizzi in uno scioglilingua (“Take it easy Sikitikis”), band anch’essa sarda dal groove travolgente. Passano il turno Secchi e Tudisca che porta a casa anche i 2mila euro del premio come migliore interprete. Tutti si raccontano con grande semplicità nel salotto di Jonh Vignola, illuminato dalle lampade Pizzakobra dello sponsor Guzzini che hanno rappresentato anche il premio per chi ha passato il turno. Nel mezzo l’esibizione più pop del vincitore di Sanremo giovani Francesco Gabbani che oltre al successo “Amen” ha presentato anche Eternamente ora, il brano che da il nome al suo disco, e Svalutation, cover di Adriano Celentano. Ardua impresa fare bella figura con un pezzo del mitico molleggiato, già di per sé inimitabile. Da ammirare quantomeno l’audacia della scelta. Infine un omaggio a due colossi della cultura italiana, entrambi legati alla Sardegna. Da un lato uno dei più grandi intellettuali italiani del ‘900, Antonio Gramsci, dall’altro un sardo acquisito, un cantante che ha voluto essere sardo e che è stato accolto nell’isola come uno di famiglia: Fabrizio De André. Sono Giacomo Casti e Arrogalla a tributare un reading a ritmo dub ai due simboli della parola italiana, accompagnati dall’incredibile voce di Elena Ledda che, in duetto con Flo, ha concluso una notte lunga e intensa. Le sorprese continueranno con La Controra e con la seconda serata di Musicultura che vede come ospiti Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Li Daiguo (leggi l’articolo) il poeta polacco Adam Zagajewski e i mitici Napoli Centrale, autori di una reunion con l’intramontabile James Senese.
Luca Tudisca
Sikitikis
Il sindaco di Macerata Romano Crancinci
Il direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli con il presidente della Provincia Antonio Pettinari
Francesco Gabbani
Flavio Secchi
Giacomo Casti, Arrogalla e Elena Ledda
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Senense? Certamen Latinum Senense? Non è ‘senese’?
@Iacobini
Il tuo commento è di una inutilità totale! !
Chi, come il sottoscritto, ha avuto il piacere di essere presente ieri allo Sferisterio può solamente commentare che è stata una bellissima serata di musica e poesia con una star internazionale…
Per Florentino. E’ vero, non sei l’unico a dirlo.