di Gianluca Ginella
Un casolare abbandonato era diventato una base per lo spaccio di droga. Ad utilizzarlo quattro pakistani che sono finiti in manette ieri nel corso di una operazione condotta dalla Squadra mobile di Macerata. I poliziotti da giorni tenevano sotto controllo il casolare, che si trova nell’area dell’ex camping Volpini-Pineta, in viale della Repubblica a Porto Recanati. In quel casolare, in base a quanto accertato dalla Mobile, diretta dal vice questore aggiunto Alessandro Albini, venivano cedute eroina e cocaina. Il blitz della polizia è scattato ieri pomeriggio. Prima i poliziotti hanno disposto dei servizi di appostamento per avere l’ultima certezza di quanto avevano appurato fino a quel momento con le indagini: che nel casolare abbandonato alcune persone avessero stabilito un centro per la vendita della droga. Passate alcune ore dall’inizio dell’appostamento i poliziotti, notato che al casolare c’era un via vai sospetto di giovani, hanno deciso di agire. Due gli edifici che i poliziotti hanno ispezionato. Fatiscenti e abbandonati. In uno di questi i poliziotti hanno sentito qualcuno che parlava. Fatta irruzione, i poliziotti hanno visto tre persone. Alla luce di una candela posta su di un tavolino si stavano occupando di tagliare, pesare e confezionare droga: era eroina di un elevato grado di purezza. Anche una quarta persona era nel casolare e si nascondeva in una stanzetta.
Quando i tre uomini che stavano tagliando la droga hanno visto i poliziotti, due di loro hanno ribaltato il tavolo con lo stupefacente per gettarlo a terra nella stanzetta dove si nascondeva il quarto uomo. Mentre questi cercavano di far sparire la droga, il terzo è andato contro i poliziotti per cercare di bloccarli. Gli agenti, nonostante fossero in inferiorità numerica, sono riusciti a immobilizzare i tre uomini che stavano tagliando la droga. Nel frattempo sono intervenuti altri poliziotti, che sono entrati nella stanzetta dove si era nascosto il quarto uomo, M. Z., pakistano di 38 anni, e lo hanno arrestato. Poi gli agenti hanno ispezionato tutto il casolare per recuperare la droga. In tutto hanno trovato 50 grammi di eroina (una parte è andata persa). Oltre a quella hanno rinvenuto tre telefoni cellulari e 215 euro ritenuti provento di spaccio.
Le tracce di bivacco trovate nel casolare, il fatto che tutti gli uomini trovati all’interno fossero senza fissa dimora, fa ritenere agli investigatori che da tempo i pakistani arrestati vivessero nel casolare abbandonato da dove gestivano lo spaccio di droga. In manette, oltre al 38enne, sono finiti, M. M., 32 anni, S. E., 31, A. L., 36 (tutti già noti alle forze dell’ordine). I quattro pakistani si trovano nel carcere di Camerino.
(Servizio aggiornato alle 14,20)
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Droga, prostituzione, davvero un bel paese Porto Recanati….ma teniamolo ancora in vita l’hotel house….i turisti saranno entusiasti di queste caratteristiche….
in Pakistan c’è la guerra,mica possiamo rimandarli la poverini.
La cosa più grave è che questi signori non verranno rispediti in Pakistan non perché c’è una qualche guerra, ma perché con il mestiere che fanno rischiano la pena di morte. Ma perché dovremmo diventare noi loro tutori? Si proteggono dalla pena di morte i perseguitati politici, o i responsabili di reati lievi, ma in questo caso come si giustifica la protezione? E che credenziali abbiamo noi per decidere come deve amministrare la giustizia un altro stato?