di Marco Ricci
Ancora tensioni sul settore creditizio marchigiano. Gli otto anni di crisi che hanno colpito le Marche molto più duramente del resto del paese, oltre ad aver provocato il tracollo del sistema produttivo hanno anche messo a dura prova il comparto bancario regionale. Gli istituti di credito, a partire dalla vecchia Banca Marche, si sono così trovate a dover fronteggiare un costante aumento del credito deteriorato, cioè di quei prestiti con difficoltà di rimborso. Quanto siano duri i numeri per le banche della nostra regione lo riporta Banca d’Italia nel suo ultimo aggiornamento sullo stato dell’economia delle Marche. Secondo il report di Via Nazionale, infatti, il 36% del totale dei prestiti concessi a imprese o a residenti marchigiani risulta deteriorato, un numero che sale al 44.2% se si considerano le sole attività imprenditoriali. Non stupisce quindi che, basandosi sui bilanci del 2014, un recente articolo sulle Bcc apparso su Il Sole 24 Ore riporti – tra le prime trentasette banche cooperative con in pancia la più alta percentuale di prestiti in difficoltà – ben tre istituti regionali. Al primo posto di questa non invidiabile classifica troviamo infatti la Cassa rurale e artigiana di Camerano, al settimo posto la Bcc di Recanati e Colmurano, infine – in trentaquattresima posizione – la Bcc di Falconara Marittina.
La statistica, va precisato, non prende in esame tutti i possibili indicatori ottenibili dai bilanci, ma soltanto la percentuale dei crediti deteriorati netti sul totale netto dei prestiti a clientela, lasciando quindi da parte indicatori altrettanto importanti per comprendere lo stato di una banca, come ad esempio il livello di cautela adottato nel prevedere le possibili perdite (rettifiche di valore) o l’entità del patrimonio in proporzione ai rischi. Nelle comparazioni, oltretutto, non si ha mai la certezza che venga utilizzato un uguale criterio di classificazione dei crediti da parte dei diversi istituti, con il rischio che la banca più prudente e corretta sia quella che figuri peggio.Con tutte queste cautele e ritornando alla classifica, la Bcc di Recanati e Colmurano risulta al settimo posto per una percentuale di crediti deteriorati nel 2014 pari al 25.6% del totale dei prestiti concessi a clientela, andando così a superare– insieme ad altre 36 Bcc su un totale di 368 – la non proprio entusiasmante soglia del 20%.
Che la Bcc di Recanati e Colmurano venga da un periodo di difficoltà iniziato nel 2011 e terminato nel 2014 non è un mistero per nessuno. Come non è un mistero il mancato superamento della crisi da parte delle Marche, con il mercato immobiliare e la qualità del credito in caduta libera ancora nel 2015. Se per le banche si immaginano dunque ancora tempi duri nonostante i profitti derivanti in larga parte dalle operazioni finanziarie, la Bcc di Recanati ha in ogni caso chiuso il proprio bilancio 2014 con un utile di 2.5 milioni di euro, mentre per l’anno in corso i risultati attesi dovrebbero essere ancora migliori, con un tasso di nuove sofferenze presumibilmente più basso della media regionale. “Siamo consci delle difficoltà del passato – ci ha spiegato il direttore della Bcc di Recanati e Colmurano, Stefano Canella – ma, a differenza di altri istituti, per la nostra banca la situazione è in miglioramento. A breve presenteremo i dati dell’anno in corso e i numeri che andremo a presentare saranno ancora migliori rispetto a quelli del 2014”.
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Peccato che sia proprio l’indicatore dei crediti deteriorati quello per cui sembra che abbiano più il pallino alla Bce.
La definizione di “credito deteriorato”, data in questi termini, non dice molto. Il fatto che un prestito non sia rimborsato non significa che esso non lo sarà mai.
Precisazione: la Cassa Rurale e Artigiana “San Giuseppe” di Camerano non esiste più; dall’ottobre 2014 è stata incorporata dalla Banca di Credito Cooperativo di Filottrano, che ha successivamente cambiato nome in Banca di Filottrano.