Fermo-vongole per due mesi
Un pescatore: “Rischio la casa”

CIVITANOVA - E' scontro sulla raccolta dei molluschi. Il Cogevo chiede sacrifici: "Sono piccoli, hanno bisogno di tempo per crescere". Ma sette equipaggi non ci stanno: "Non hanno necessità di pescare, hanno tutti un secondo lavoro. Noi invece dobbiamo guadagnare per vivere"

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vongolare civitanova

Alcune vongolare ormeggiate al proto di Civitanova

 

La Capitaneria interviene al porto durante la protesta dei vongolari

La Capitaneria interviene al porto durante la protesta dei vongolari

di Marco Ribechi

Nessuna vongola sarà pescata fino al 31 gennaio. A deciderlo l’assemblea del consorzio dei vongolari civitanovesi, il Cogevo, con sedici voti favorevoli e due contrari. La scelta è già stata comunicata alla Regione, al ministero e alla Capitaneria che dovrà farla rispettare con sanzioni anche penali. Dopo le tensioni di questa mattina al porto a causa dell’uscita in mare di sette equipaggi (leggi l’articolo) arriva la posizione ufficiale del Cogevo: «Il fermo serve per far crescere il prodotto – spiega il presidente Giovanni Paci – Ora i molluschi sono troppo piccoli, non sono buoni per la commercializzazione. Dobbiamo aspettare per avere dei risultati migliori in futuro».

vongolare civitanova 4

Le draghe delle vongolare

Di parere diverso però i sette equipaggi che sono usciti in mare stamattina all’alba. «Ho una moglie, un mutuo da pagare e non mi lasciano lavorare – dice un pescatore dissidente – Se non guadagno la giornata rischio la casa. Non ho comprato una barca per tenerla ferma in porto». Lui è il vongolare denunciato sempre in mattinata, al rientro in banchina, dalla Capitaneria di porto che ha effettuato verifiche sui pescherecci. Una parte dei 320 chilogrammi di vongole pescate erano sotto misura. Al rientro oltre ai controlli ha trovato “il corteo di accoglienza” dei colleghi degli altri equipaggi, infuriati perché avevano stabilito che nessuno oggi doveva uscire in mare. «Hanno tutti una seconda attività – spiega il vongolaro – Non hanno interesse a lavorare quando non c’è la certezza di ottenere un ottimo risultato. Per me invece è diverso, questa è la mia unica occupazione, se non esco in mare non ho altre fonti di reddito. Come faccio a pagare il mutuo?». A Civitanova sono attive 25 vongolare. Oggi 18 sono rimaste ferme mentre 7 hanno deciso di prendere il largo per portare a casa la giornata. «Chi non esce vuole impedire anche agli altri di lavorare – continua il vongolaro – la loro giustificazione è che manca il prodotto. Cioè dicono che non ci sono molluschi della dimensione adatta alla vendita. Oggi siamo usciti in sette e tutti hanno potuto fare una pesca dignitosa. Abbiamo dimostrato che il prodotto c’è».

Le vongole trovate sotto misura e sequestrate ad un peschereccio

La Capitaneria controlla la dimensione dei molluschi

La confusione generata al rientro delle barche in porto ha poi causato l’arrivo della capitaneria che ha fatto minuziosi controlli a tutti gli equipaggi usciti. Uno solo è stato denunciato per il pescato sotto misura. Gli altri avevano vongole regolari. «Mi hanno trovato una minima parte di prodotto fuori misura – spiega l’interessato – più o meno il 5 per cento. Per questo rischio una multa di 4mila euro, il sequestro della draga, un processo penale, i punti per la licenza di comandante e i punti sulla patente. Spero di poter evitare la sanzione che per ora è stata solo verbalizzata. Una volta c’era un margine di tolleranza del 10 per cento, oggi invece sono intransigenti. Basta una vongola fuori misura su una raccolta di 600 chili e si rischia la multa. Ma è ovvio che può accadere, per errore, è il macchinario che le seleziona. Tra l’altro le vongole piccole non hanno molto valore commerciale. Resta però il fatto che non vogliono farmi esercitare il mio diritto di lavorare». Ma la decisione presa dal consorzio è intransigente: «Tutti vogliamo guadagnare – replica Giovanni Paci – Ma bisogna valutare quando fermarsi. Se usciamo tutti e 25, a forza di raccogliere e rilasciare in mare il prodotto troppo piccolo finiamo per bruciare il mare e uccidere anche i molluschi che non raccogliamo. Bisogna fare un sacrificio e darsi un limite». Questa mattina il vongolaro multato era uscito da casa alle 2,30. «Io non vivo a Civitanova, sono di Rimini – spiega – sono partito prestissimo per andare a lavorare. In media non torno mai a casa prima delle 15. Ho una barca a Civitanova che ho comprato usata. I soldi per la casa li ho spesi per ristrutturarla, ecco perché ho dovuto aprire un mutuo. La banca mi chiama in continuazione». Le licenze per la pesca delle vongole sono simili a quelle dei taxi: ogni imbarcazione è legata al suo comparto di pesca. «Non avevo i soldi per comprarla a Rimini – continua – oltre a tutte queste difficoltà non vogliono farmi lavorare. In tutta Italia si pesca: a Chioggia, ad Ancona. Solo a Civitanova viene impedito. Dall’inizio di dicembre questa era la prima volta che uscivo. Non mi sono piegato alla decisione di quelli che non sono interessati a lavorare. Il prodotto in mare c’è, sono un imprenditore e se voglio rimboccarmi le maniche devo poterlo fare, anche quando si rischia di lavorare tanto per guadagnare poco».

Una delle vongolare uscite in mare mentre rientra in porto scortata dalla Capinateria

Una delle vongolare uscite in mare mentre rientra in porto scortata dalla Capinateria

Ma il consorzio non concorda neanche in questo: «Non so cosa succede in altre parti d’Italia ma il nostro prodotto attualmente è piccolo – dice il presidente –  Non lo decidiamo noi è la natura. Tra l’altro mi risulta che Ancona ha già fatto due mesi di fermo più di noi quindi ha dato il tempo ai molluschi di crescere. Oggi c’era l’assemblea, loro non si sono neanche presentati. Per me il discorso è chiuso, questa è la decisione del Cogevo». Ma anche altri pescatori criticano fortemente il comportamento di chi è rimasto a terra. «Se non vogliono lavorare va bene. Ma devono permettere di guadagnare a chi vive solo di questo – commenta un altro dissidente – temo che ormai sarà scontro. Oggi non c’era il divieto di non pescare quindi abbiamo fatto una cosa regolare. Sabato, alle 20, era stato detto solo che ci sarebbe stata l’assemblea. Quello che hanno fatto non è accettabile. Anche se propongono un regolamento nuovo noi non ci piegheremo. Abbiamo bisogno di lavorare. Domani resterò fermo perché sono religioso e voglio onorare la Madonna ma alla prossima occasione uscirò di nuovo. Se continueranno così sarà inevitabile passare alle vie legali».



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