«Tra 4 giorni non sapremo dove andare a dormire. Mercoledì saremo sfrattati dal proprietario della nostra casa e metteranno i sigilli. Ho una figlia di 16 anni e il mio compagno tra due mesi non avrà più un lavoro». É questo il grido d’aiuto di Stefania, 53enne residente a Macerata (che preferisce non comparire con nome e cognome). Con il compagno, 50enne, e la figlia di 16 anni si trova a fronteggiare una situazione economica disperata e l’incubo di dover impacchettare le proprie cose e lasciare la casa in cui risiedevano in affitto da tre anni. Senza nessun’altra destinazione, non sapranno dove andare dopo che i sigilli verranno messi alla porta della loro ormai ex abitazione.
«É una situazione tragica – spiega disperata la donna – nessuno può aiutarci. Ci lasciano in mezzo alla strada prima di Natale e non abbiamo nessuno della nostra famiglia che può ospitarci. Il mio compagno ha un contratto di lavoro precario che scadrà il 31 dicembre, io non riesco a trovare un’occupazione e nessuno è disposto ad affittarci i loro appartamenti se non diamo garanzie economiche sul nostro futuro. Il mio appello è diretto a chiunque possa offrire un lavoro stabile al mio compagno».
Il problema più grande però è la data di scadenza di mercoledì, il giorno in cui non potranno più mettere piede nella loro casa. «Viviamo da sempre a Macerata, abbiamo sempre pagato l’affitto e solo per alcuni arretrati – racconta Stefania – dopo che il mio compagno ha perso il suo lavoro qualche mese fa, il nostro padrone di casa ha improvvisamente deciso di sbatterci fuori. Senza darci neanche il tempo materiale di cercare un’altra sistemazione. Abbiamo una figlia di sedici anni. Dove la portiamo giovedì? Non vediamo una via d’uscita. Non abbiamo più neanche un’auto». Qualcuno ha già provato ad aiutare Stefania e la sua famiglia, senza riuscire però ad ottenere risultati. «Oltre ai servizi sociali, anche il Gus di Macerata ha provato ad aiutarci, offrendo di pagare il nostro debito col padrone di casa, a patto che quest’ultimo avesse accettato di ridurre l’affitto mensile da 400 a 300 euro. Il proprietario però, anche se vive in condizioni economiche assolutamente non problematiche, non ha accettato la proposta ed ha preferito sbatterci fuori». La famiglia fa un appello a chiunque possa aiutarla. Per farlo si può contattare l’indirizzo mail [email protected].
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E dura ma non mollate
Chiedete una sistemazione in hotel al vostro sindaco in attesa di trovare una soluzione alla vostra sfortunata situazione buona fortuna con tutto il cuore
http://casa.ilportafoglio.info/2015/02/contributo-affitto-aiuto-famiglie-sfratto.html?m=1
Ma i profughi li aiutiamo…
Ora qui si vede se alcuni che gridano alla solidarietà sono razzisti (alla rovescia) o veramente solidali! Se alcuni parroci accolgono i profughi di paesi NON in guerra e non in pericolo, vediamo se aiutano anche questa famiglia! Io lo spero, altrimenti è tutta fuffa!
Spero che passano essere aiutati
possiamo considerarci fra gli stati del G 8 se non siamo in grado di garantire un qualcosa di strutturalmente garantito nei casi di povertà? Possono queste persone appellarsi alla sola solidarietà? Non posso fare che tanti auguri a questa famiglia. Per mantenere questa famiglia di 3 persone penso siano sufficienti 1500 euro. Per mantenere 3 persone di straneiri ci costano 3150 euro pertanto con questi euro potremmo mantenere entrambi. Ma poi dove esce il guadagno?
possiamo considerarci fra gli 8 maggiori paesi del mondo se non riusciamo a garantire strutturalmente queste situazioni di povertà? Può questa famiglia affidarsi alla solidarietà e volontarietà delle persone? Non è demoralizzante? Questa famiglia farebbe salti di gioia se avesse a disposizione 1500 euro mensili. Per mantenere tre profughi lo stato elargisce 3150 euro e allora perche non mantenerci sia la famiglia che i tre profughi?
Come in ogni (disumana) situazione disperata, la tendenza è spesso quella di vedere … il dito anziché la luna. C’è chi risalta l’aiuto (doveroso) verso i profughi alludendo al mancato interesse verso i connazionali. In realtà la disperazione, causata dalle terribili e tragiche ingiustizie che affliggono l’umanità intera, è all’origine del disastro che caratterizza il “Sistema”. Anche in questo caso il dramma è determinato dall’egoismo di un possessore (?) di bene immobile che, al di là del vergognoso, intransigente atteggiamento, non accetta una modesta revisione (100 € mensili) del canone offerta dal GUS e prosegue imperterrito verso … l’ignoto. Il modesto consiglio che mi sovviene, è quello di mandare subito in …” quel paese” l’emerito sciacallo e, tramite, le varie istituzioni, trovare un nuovo alloggio (la crisi edilizia concede più opzioni) e, nel contempo, aprire un conto corrente (IBAN) per il sostegno più immediato.
Tamburini e i suoi amici sono bravi a fare i generosi con i soldi della comunità. Chi affitta un appartamento, magari acquistato con decenni di fatica, è automaticamente uno sfruttatore. Per loro sono una “cifra modesta” 1200 euro l’anno. Si vede che sono abituati a navigare su ben altri livelli…
fateli diventare extracomunitari !!!!!!!!! otterranno tutto
I proprietari di casa mettono i sigilli? Ma che cosa dicono? Mica c’è un omicidio di mezzo! E poi mica è facile sfrattare una famiglia! L’articolista spieghi meglio la situazione dei proprietari di casa che non percepiscono il canone di affitto da anni e d’altronde hanno solo la pensione sociale.
Non lasciate la casa, con i tempi della giustizia italiana avete ancora molto tempo…
Cara sindaco, c’è bisogno di un aiuto, immediato
Il problema è nell’immediato e in prospettiva. Da subito, possono chiedere ospitalità e sostentamento al Vescovo, o al parroco di Santa Croce. A meno che per “fratelli” intendano solo quelli di colore e stranieri. I quali si camuffano da rifugiati politici, o vittime di guerre e carestie. Questa è la chiave per commuovere la gente e giustificazione per i politici che vogliono distruggere la nostra civiltà. I rifugiati provengono generalmente da territori ricchissimi, sfruttati da sanguisughe americane, francesi, inglesi e cinesi, che si sono sostituite ai vecchi colonialisti, territori governati da africani tribali inetti, ladri e spesso criminali. Oppure, questa famiglia potrebbe iniziare lo sciopero della fame in Piazza della Libertà sotto il municipio.
In prospettiva, questa famiglia dovrebbe votare chi oggi è per il cambiamento delle regole imposte contro gli Italiani, ossia il PD, Sel e M5S, che fa il gioco delle parti con il PD per il travaso dei voti. Essi sono i responsabili ultimi di questa situazione e non sarò Renzi, messo su dal potere della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg a poter cambiare il corso di quella politica distruttrice delle nostre identità individuali, familiari e sociali, mediante il Gender, l’omos43ssualità imposa e difesa, il “genitore uno e genitore due”, e l’invasione di massa.
Torno a domandare perchè una famiglia italiana si mantiene bene con 1600 euro che divisi per 4 fanno 400 euro a persona e pagano mutuo o affitto corrente, gas scuola o unervisita tiket ecc ecc invece per mantenere un immigrato dobbiamo sborsare 1050 euro senza tutti i problemi? Quanto guadagna il gus da questa situazione? Perchè deve sopportare questa situazione il proprietario dell’abitazione? perchè non pensa lo stato ad organizzare?
Quelli, senatori o meno, che gridano allo scandalo quando un povero disgraziato scappa dalla fame non potrebbero assisterli? Queste persone sfrattate non scappano anch’esse dalla fame? Forse questi sfrattati sono solo Italiani?
Per Renzo Gatti. Mentre un’agenzia che ricerca case da affittare viene pagata una tantum, la cooperativa viene pagata una semper.
Qualche anno fà ho salvato questo articolo che, anche se datato, è ancora piu attuale e penso che questa persona non vedeva l’ora di morire “””.Morire da precario, una fine tristissima, nella più completa indigenza: nessun aiuto, nessun conforto, se non quello delle persone più vicine e più care, nessuna speranza, solo tanto dolore, quello di una donna e di due bambini. Ieri a Mascioni di Campotosto si sono svolti i funerali di L.P., 42 anni, moglie e due figli, laurea in chimica, ricercatore per anni all’Università di Roma, da qualche tempo precario all’Arta, l’Agenzia regionale per la Tutela ambientale. L.P. se n’è andato in poco tempo, aggredito da un male terribile che lo ha strappato alla vita e alle persone care ancora nel vigore degli anni. Una vita spezzata, come tante altre. Ma al dolore suo e di chi gli stava vicino si sono aggiunti altra tristezza, altro disincanto. L.P., precario nella vita, lo è diventato ancora di più mentre si avvicinava alla fine dei suoi giorni. Da quando è stato costretto a restarsene a casa per curarsi e perché le forze lo abbandonavano, non l’hanno più pagato. Non vieni a lavorare, non hai diritto al magro stipendio mensile che ti permette di tirare avanti con tua moglie e i tuoi figli, non ne hai diritto perché sei precario.
L.P. se n’è andato tra l’indifferenza delle cosiddette istituzioni che non hanno alzato un dito per aiutarlo a morire serenamente. Tra l’indifferenza di quanti oggi si sbracciano per i lavavetri, per i mendicanti, per i rom, i clandestini, che si riempiono la bocca di parole vuote e di solidarismo. Ieri la vedova ha chiesto aiuto a quei pochi che assistevano alla messa funebre, perché diversamente non avrebbe potuto pagare il funerale del compagno della sua vita, del padre dei suoi figli. Che immensa, indescrivibile tristezza.
Per Di Giacomo. E’ vero, il proprietario ha l’obbligo di mantenerli, no?
Come e’ possibile non sentirci tristi quando ci arrivano queste notizie ?Quando poi specialmente ci accorgiamo che tutte le premure vengono indirizzate verso profughi o finti profughi. Prima si aiutino i nostri e poi gli altri.
@ Tommaso Martello
Se bisognosi italiani sono (come lo sono i profughi NON più persone ma) merce da allocare, dietro pagamento di € 45 giorno un posto i parroci probabilmente lo trovavano subito.