Il Cosmari si riorganizza dopo l’incendio
Primo via libera al nuovo impianto

RIFIUTI - La Conferenza dei servizi ha dato parere favorevole alla realizzazione di due tettoie e di una linea per la separazione della frazione secca. La fondazione Bandini chiede un piano di protezione civile per la gestione delle emergenze

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Lo stabilimento del Cosmari

Lo stabilimento del Cosmari

di Marco Ricci

Primo via libera al Cosmari per il ripristino di un impianto per la separazione della frazione secca della raccolta differenziata, dopo il rovinoso incendio che la notte del 9 luglio scorso ha completamente distrutto la parte dello stabilimento dove erano installati i macchinari destinati a tale lavorazione (leggi l’articolo). La Conferenza dei servizi che si è svolta oggi nella sede della Provincia di Macerata ha espresso il proprio parere favorevole alla realizzazione di due tettoie circostanti il capannone dove verrà messa in funzione la nuova linea di selezione. Il Cosmari, infatti, intende mettere al più presto in produzione un macchinario per la selezione manuale già in suo possesso e proveniente dall’ex Smea, tornando così alla piena operatività. Le due tettoie, seppure di dimensioni notevoli, non dovrebbero avere alcun impatto dal punto di vista paesaggistico e saranno utilizzate per la copertura di una pressa e di un’area di manovra e scarico. L’impianto e il tipo di lavorazione che il Cosmari intende attivare sarebbe identico a quello andato in fumo la scorsa estate. Il costo dell’intervento, che verrà realizzato in due stralci funzionali, rappresentano per stessa ammissione del Cosmari, “un peso per l’azienda” ma eviteranno di dover ancora ricorrere a soggetti esterni autorizzati al trattamento della frazione secca, come avviene dai giorni successivi al rogo. L’impatto economico di questa esternalizzazione non sarebbe infatti sostenibile nel medio-lungo periodo.

Un'assemblea del Cosmari

Un’assemblea del Cosmari

L’azienda di Tolentino ha ottenuto il parere favorevole anche per l’installazione di una seconda pesa e l’asfaltatura di una parte di piazzale antistante un capannone che si vorrebbe adibire ad officina per la manutenzione e la riparazione dei mezzi. L’attività, in precedenza, veniva effettuata nell’area dello stabilimento distrutta dall’incendio. Gli interventi, una volta ottenuta l’autorizzazione definitiva, dovrebbero completarsi nell’arco di tre mesi, come ci ha dichiarato il direttore del Cosmari, Giuseppe Giampaoli.

La Conferenza di oggi si è tenuta all’interno della procedura di Autorizzazione di Impatto Ambientale (Aia) richiesta dal Cosmari lo scorso anno e che al momento non si è ancora conclusa. La tipologia dell’intervento, secondo il Cosmari, potrebbe però andare ad inquadrarsi come variante non sostanziale rispetto all’esistente e dunque in grado di ottenere il via libera definitivo senza attendere la conclusione della più complessa procedura di Aia. I funzionari della Provincia, su questo punto, si sono riservati di decidere mentre non hanno espresso alcun parere sui nuovi interventi i rappresentanti della Fondazione Giustiniani Bandini. Oltre ad aver presentato alcune osservazione, la Fondazione ha infatti subordinato la propria decisione tra l’altro alla consegna del piano antincendio redatto dai Vigili del Fuoco. Al tavolo, inoltre, si è rimarcata anche la mancata convocazione dei rappresentanti dei comuni di Macerata, Pollenza, Urbisaglia e Corridona e di quelli del Comitato Salvambiente.

 

Clicca per guardare il video (foto Michele Orlandi)

Clicca per guardare il video dell’incendio al Cosmari (foto Michele Orlandi)

Il sindaco Calvigioni durante un'assemblea

Il sindaco Calvigioni durante un’assemblea

L’INCENDIO – Durante la Conferenza si è anche discusso dei problemi emersi a seguito del rogo dello scorso luglio. A porre sul tavolo l’argomento sempre la Fondazione Giustiniani-Bandini la quale ha ribadito come l’impianto di selezione manuale dei materiali di raccolta differenziata andato distrutto a luglio  fosse stato ampliato a suo parere senza alcuna autorizzazione paesaggistica. Oltre a domandare come fosse stato possibile mettere in funzione un impianto prima della conclusione dei procedimenti di Via e di Aia, la Fondazione, memore ancora dei fatti di questa estate, ha sottolineato l’assenza all’interno della procedura in corso di un piano di protezione civile per la gestione delle situazioni di emergenza. Sia i funzionari della Provincia che i rappresentanti del Cosmari avrebbero però ricordato come l’impianto di Tolentino non rientri nella “disciplina Seveso” e dunque come le norme non rendano necessario del piano. Ma proprio la difficile situazione in cui si sono trovati alcuni sindaci durante la notte dell’incendio,  a parere della Fondazione, giustificherebbe invece la redazione di un piano coordinato per la gestione delle emergenze, e questo ben al di là di quanto prescritto o meno dalle norme. Il sindaco di Corridonia Nelia Calvigioni commenta con una battuta: “In effetti è meglio prevenire che curare”.
Sullo stesso tema, proprio ieri, era intervenuto anche il Comitato NuovaSalvambiente il quale, oltre ad esprimere le proprie rimostranze per non essere stato chiamato al tavolo di oggi, aveva ribadito con un comunicato come fosse stata proprio l’associazione a dubitare dell’adeguatezza dei sistemi di prevenzione e gestione delle emergenze del Cosmari. “Nello specifico – scrivono – la NuovaSalvambiente aveva già provveduto a trasmettere le proprie osservazioni in seno all’apposita Conferenza dei Servizi in corso alla Provincia di Macerata. Rilevava in quell’occasione come all’interno del medesimo studio di impatto Ambientale proposto dal Cosmari, non erano in alcun modo indicate e previste delle adeguate procedure al fine di sventare accadimenti accidentali tali da mettere in pericolo il territorio e la popolazione vicina all’impianto, né tantomeno erano stabilite procedure per limitare gli effetti e le ricadute conseguenti in caso di detti eventi”.

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