di Alessandra Pierini
Tanto tuonò che piovve. Il Comune di Recanati ha confermato nel bilancio 2015 la sua volontà di vendere una porzione del Colle dell’Infinito, in particolare la piazzetta antistante l’ingresso del Colle, all’uscita di Porta Nuova dove è collocato il bar Grottino per 210mila euro. Già nel 2012 Cronache Maceratesi aveva svelato la volontà dell’amministrazione. L’allora assessore Giacomo Galassi aveva minimizzato:« Il bar Grottino poi che “merita di essere conservato” fa davvero sorridere trattandosi di un chiosco di recente costruzione e caratterizzato da un evidente caos architettonico/estetico, tra strutture fisse e rimovibili. Il fatto che l’area a ridosso del Colle sia stata modificata in “bosco e percorsi ecologici” non è certo una minaccia, anzi, essendo espropriabile dal Comune rappresenta un’ulteriore garanzia per tutti perchè qualsiasi sasso dovesse essere mosso in futuro, l’ultima parola spetterebbe proprio al Comune».
Oggi però, a distanza di qualche anno, la questione riemerge con forza. A denunciare la situazione è Antonio Baleani di Obiettivo Recanati. «Il Comune di Recanati per fare cassa ricorre anche alla vendita di una porzione del Colle dell’Infinito. Vendendo la piazzetta si assesterebbe l’ennesimo grave e irreversibile colpo al patrimonio umanistico-culturale più importante della città, mutilando il Colle del suo ampio ingresso principale così come originariamente costruito, da cui si accede anche alla “Scalinata Nerina” che porta all’antica via dell’ex convento di S. Stefano e all’ingresso del giardino da ponente di casa Leopardi. Anziché ricorrere a questa nefasta vendita, il Colle, per diventare degno del suo nome, dovrebbe essere interamente ristrutturato, consolidato e riqualificato diventando il vero biglietto da visita della città, ed essere ripensato come grande progetto innovativo per la creazione di un Parco Letterario Multimediale Emozionale con finanziamenti europei, in cui la modernità si unisca alla cultura per divenire la maggiore attrattiva del visitatore».
Il consigliere denuncia anche la mancata manutenzione del parco e il dissesto strutturale dei muri di contenimento e della passeggiata e prosegue: «L’ingresso del Colle in vendita è un grave atto di irresponsabilità culturale e di insensibilità verso la città; oggi più che mai è indispensabile che tutto il parco rimanga pubblicamente gestito, perché quella piazzetta risulta anche strategica e funzionale per accogliere i tantissimi giovani delle scolaresche che, scendendo dai molti pullman, invadono quasi tutta la carreggiata stradale. La piazzetta sarebbe indispensabile sia per la sicurezza dei numerosi gitanti, che per evitare i continui ingorghi che si verificano giornalmente fuori Porta Nuova, in modo da agevolare così sia gli arrivi che le partenze».
Obiettivo Recanati propone anche di intitolare la piazzetta a Monaldo Leopardi, padre del poeta e di erigere un monumento a lui dedicato perché per sua espressa volontà nel 1846 fu aperta l’attuale Porta Nuova per creare un nuovo accesso a quello che già allora era il Monte Tabor e che subito dopo prenderà il nome di Colle dell’Infinito. Baleani chiama poi a raccolta tutte le associazioni nazionali, culturali e ambientaliste e alle persone che hanno a cuore la conservazione dei luoghi leopardiani: «Corrono altre voci altrettanto allarmanti, secondo cui l’attuale maggioranza vorrebbe costruire un ennesimo nuovo parcheggio a sostegno dell’ex ospedale, aggredendo ancora un altro pezzo di parco posto tra il Centro Nazionale Studi Leopardiani e il medesimo ex ospedale».
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Il Bar il Grottino iniziò la sua attività, esclusivamente estiva, nel 1955, proprio nella piazzetta antistante l’ingresso del Pincio, dove i giovani fidanzati si recavano per avere un fugace momento di intimità e le famiglie iniziarono a passeggiare lungo le mura. Il Grottino nacque non tanto per necessità turistiche, quanto per la voglia di riscatto dei giovani del dopoguerra, che trovavano così occasione di bivaccare insieme fumando una sigaretta. Il nome Grottino non è stato scelto a caso, perché in realtà il piccolo bar era ricavato dalla grotta dei giardini soprastanti, mentre le bevande venivano servite all’aperto.
Nei primi anni 60’ con l’arrivo dei juke-box si scatenò la voglia di ballare il rock and roll, per cui Recanati, con il Grottino, diventò meta di tanti giovani provenienti da tutte le città vicine. Per questo motivo il piccolo locale divenne insufficiente e si dovette costruire un primo piccolo chiosco che, ampliatosi via via nel tempo e fattosi sempre più grande, fece perdere il concetto di luogo sacro della poesia.
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