Buonismo? No, menefreghismo
per i sette afghani all’addiaccio

La denuncia di Cronache Maceratesi a difesa del decoro della città e le viscerali reazioni contro i fenomeni migratori che stavolta non c’entravano affatto
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liuti giancarlodi Giancarlo Liuti

Merita qualche riflessione la vicenda dei sette giovani afghani che hanno trascorso due notti all’addiaccio in Piazza della Libertà senza che nessuno si fosse accorto di loro. E di notti ne avrebbero trascorse altre se non fosse intervenuta la Croce Rossa – informata non da fonti istituzionali ma da un articolo di Cronache Maceratesi – e li avesse portati ad Appignano dove hanno trovato un letto e sono rimasti in attesa del riconoscimento della loro richiesta di asilo, la qual cosa è avvenuta cinque giorni dopo e adesso se ne occuperà il Gus (Gruppo Umano di Solidarietà, un’associazione presente in ogni provincia allo scopo di assistere i rifugiati politici). Qualche mia personale riflessione, ripeto, in aggiunta alle numerosissime espresse dai commentatori a quell’articolo (leggi), quasi tutte di feroce protesta contro il “buonismo” maceratese verso l’immigrazione e contro i “privilegi” concessi agli immigrati in danno degli italiani. La storia dei sette afghani è dunque diventata pretesto per sentimenti e risentimenti viscerali che anche nella “Civitas Mariae” stanno crescendo in armonia con le idee di Matteo Salvini, leader della Lega e alleato al neofascista Simone Di Stefano, leader di “Casa Pound”.

Gli afghani accampati in piazza della Libertà (foto Picchio)

Gli afghani accampati in piazza della Libertà (foto Picchio)

Alcuni si sono chiesti come mai quegli afghani erano venuti proprio a Macerata (chi li aveva convinti che la nostra è una “terra promessa” per l’immigrazione clandestina?), altri, avendo appreso che erano giunti in treno, si sono chiesti se avevano pagato il biglietto e per quale mistero “buonista” nessun controllore li aveva “controllati”, altri hanno denunciato lo “scandalo” del denaro che i cittadini italiani, molti dei quali ridotti quasi alla fame dalla crisi, debbono sborsare alle associazioni che si occupano di questi “intrusi”, altri si sono chiesti perché non rimandarli subito in Afghanistan o metterli subito in galera, altri hanno immaginato l’esistenza di un’organizzazione internazionale – scafisti non di mare, come per Lampedusa, ma, stavolta, ferroviari! – che avrebbe individuato proprio a Macerata la città più adatta ai suoi loschi traffici, altri hanno gridato “basta, non ce la facciamo più!”, altri se la son presa col Comune e col Sindaco, altri si sono chiesti se“per avere il sospetto di infiltrazioni terroristiche dobbiamo aspettare che ci mettano una bomba sotto il sedere”, altri si sono scagliati contro i “soliti benestanti antirazzisti che portano a spasso il cane ma poi sfruttano le puttane nigeriane”, altri hanno alluso all’interesse – e stavolta la frecciata è per il Gus – di chi “non si è lasciato scappare 8.400 euro al mese per ospitare sette persone” e “adesso che c’è da prendere i soldi arrivano i salvatori!”, altri hanno previsto “bene così, aspettiamoci nuovi 7, 70, 700 afghani!”, altri hanno tuonato “portateveli a casa vostra e con le tasse mie manteneteci un italiano” o “la presenza di questa massa inutile di disperati obbliga i Comuni a massacrarci di tasse”. E via commentando.

I volontari della Croce Rossa insieme ai richiedenti asilo

I volontari della Croce Rossa insieme ai richiedenti asilo

Pur dissociandomi dall’impulsiva veemenza di certe reazioni non ignoro che esse sono l’effetto perverso di cause reali, dovute soprattutto al perdurare della crisi economica e anche a sottovalutazioni politiche del problema dell’immigrazione specie per quanto concerne la scarsa energia con cui i nostri governi hanno risposto all’egoistica insensibilità dell’Europa. E di questo, ovviamente, si può discutere. Ma con questo l’articolo di Cm sulle notti dei sette afghani non c’entrava affatto, perché esso non riguardava le tematiche dell’immigrazione né l’obbligo, che pure esiste in quanto sancito da norme internazionali, di dare asilo ai rifugiati per guerre, distruzione di case, uccisione di familiari, deportazioni, discriminazioni razziali o religiose. La maggior parte dei commentatori di Cm sostiene che a quei ragazzi non si sarebbe dovuto permettere di entrare in Italia e venire a Macerata? E se ci sono venuti è per via del “buonismo cattocomunista” che sta consegnando la città a un presunto assedio degli stranieri? E sia. Ognuno ha il diritto di pensarla come crede. Nell’articolo di Cm, però, non si prendeva posizione su tali questioni , ma, preso atto che quei sette bivaccavano in piazza della Libertà e, com’è normale per qualsiasi essere vivente, la notte gli veniva sonno, si rilevava che nessuno dei pubblici poteri se n’era accorto ed era intervenuto per farli dormire al coperto. Questo è il punto, signori. Non ce ne sono altri.

afghani croce rossa3Ed è su questo unico punto che il nostro giornale ha acceso le luci esprimendo sbigottimento per una situazione umanamente disdicevole nel luogo più importante e rappresentativo di Macerata. Tutto qui. E mi sarei aspettato commenti anch’essi sbigottiti a sostegno del decoro pubblico di una città offeso dall’indifferenza, dalla noncuranza e dal silenzio su un episodio che avrebbe preteso attenzione anche se al posto dei sette afghani ci fossero stati sette italiani. Interpretarlo invece come “eccesso di buonismo” (semmai è stato il contrario: “eccesso di menefreghismo”) significa travisarlo, farlo diventare sfogo rabbioso del malcontento sociale – utilizzato, oggi, dai nazionalisti e fino a ieri secessionisti della Lega e dagli immarcescibili mussoliniani di Casa Pound – che monta in Italia per le dure conseguenze della crisi e facendo credere che esso sia da attribuire quasi esclusivamente alla presenza di “troppi” immigrati. Ma corrono tempi in cui ogni cosa, anche sette afghani infreddoliti, porta acqua a quei mulini. Amen, bisogna rassegnarsi. Mi si lasci tuttavia dire che è acqua sporca e quei mulini sono un rischio per la democrazia. Si vagheggia forse un regime autoritario e liberticida? Attenzione: fra i suoi primi provvedimenti quel regime vieterebbe i commenti e farebbe schedare i commentatori dalla polizia.

 



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