di Carmen Russo
Pluri qualificato, con oltre 20 anni di esperienza, sempre in ansia, pronto a spostarsi e con poche possibilità di fare progetti sul futuro. Questo il preoccupante identikit dell’insegnante precario 2013, che, in verità, non differisce molto da quello dell’anno precedente se non nel fatto che risente maggiormente della legge Fornero sull’età pensionabile che prevede la pensione di vecchiaia a 66 anni. Quest’anno sono 65 le immisioni in ruolo previste per gli insegnanti, “è un numero molto basso” commenta Giampaolo Cingolani, segretario provinciale Flc Cgil. Mentre le cattedre per le supplenze sono 558. Pochi posti anche per il personale non docente, nelle scuole c’è il 35% in meno di dipendenti in 5 anni. Mentre cresce il numero degli studenti. Non solo, l’apertura delle scuole è prevista per il 12 settembre, alcune anche per lunedì 9 come l’Itis di Corridonia, ma non c’è ancora la certezza o meno per i precari di avere un incarico per il 2013-2014, le operazioni di inviduazione dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia sono previsti solo per lunedì e martedì all’Itc Gentili di Macerata. “Le immissioni in ruolo quest’anno sono molto poche. Inoltre attività di una scuola non iniziano con l’apertura, ma vi sono anche attività collegiali, programmazioni didattiche e incontri che dovrebbero essere fatti a partire dal primo settembre. Quindi nominare questi docenti precari in ritardo è una cosa che fa iniziare male l’anno scolastico”, afferma Cingolani. Ma c’è di peggio. Come quello che accade ad un’insegnante, che dopo 33 anni di nomina di servizio precario, sempre sull’orlo della disoccupazione, rischia di non avere alcuna ora di lezione per il prossimo anno scolastico. Docenti precari, insomma, che entrano di ruolo più vicini ai 50 che ai 40 anni. “Una situazione che mette in crisi l’intero sistema scolastico – continua Cingolani– c’è un precariato intorno al 15 – 20 % dell’intero organico che viene sostituito ogni anno e ciò si ripercuote soprattutto sulla qualità. Condizione ancor peggiore per gli insegnanti di sostegno, dove è precario 1 docente su 2 e a subirne le conseguenze sono gli stessi studenti, per i quali non è garantita né continuità, né qualità”. Una qualità che si abbassa anche a causa delle conseguenze della legge Fornero “Gli studenti sono sempre più giovani, aumentano i bambini anticipatari che necessitano più cure. Per i docenti con età avanzata non è uno scherzo affrontare questo tipo di situazione, soprattutto nella scuola dell’infanzia”, continua il sindacalista.
Una qualità che manca anche a causa delle condizioni in cui versano le classi, dette “pollaio” per l’alta concentrazione di alunni in un’unica aula. “Ci sono classi che oltrepassano i 30 allievi per classi, a cui si aggiunge un portatore di handicap e gli insegnanti. Come accade ad esempio al Liceo Scientifico di Sarnano e nei paesi di montagna dove l’offerta formativa è ridotta e concentrata – spiega Cingolani – Diventa veramente difficile lavorare e adattarsi alla norme. Le stesse, infatti, prevedono che le classi abbiano un affollamento massimo di 25 studenti più il docente”. A suo avviso bisognerebbe trovare un compromesso: dovrebbe essere modificata questa norma e di conseguenza anche il metodo di insegnamento non più frontale, ma collaborativo, puntando cioè alla formazione di gruppi di studenti affidando al docente il ruolo di coordinatore.
Una qualità che si collega anche alla situazione del personale Ata, in costante diminuzione. Solo mille i posti a disposizione su tutto il territorio nazionale. Le nomine del personale Ata, sono state fatte ieri ne è risultato che 41 sono i collaboratori entrati di ruolo, mentre a 85 sono state assegnate le supplenze. “Dal 2008 ad oggi, c’è stato un calo del personale del 35% – dice il segretario generale Cgil – Eppure l’offerta formativa è rimasta invariata. Ciò porta ad un aumento dell’orario di lavoro, spesso spezzato a seconda delle necessità e i collaboratori scolastici si trovano in grande difficoltà perché non riescono ad avere una continuità nel lavoro”.
A confermare questa tesi anche Anna Maria Foresi, segretaria provinciale della Cisl-Scuola: “E’ una mancanza importante, si tratta del personale che affronta immediatamente la scuola e di fatto è carente. Abbiamo comunicato la necessità di aumento di personale, ma non c’è stata. Eppure sono ruoli fondamentali nella gestione del servizio per il funzionamento della scuola e per organizzazione, servizi, pulizia, sorveglianza nei momenti più impegnativi quali ingresso, uscita, durante la mensa e nelle ricreazioni. Se non vi è abbastanza personale, l’attività subisce un rallentamento, soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove l’attenzione dov’essere massima. È una condizione che ritroviamo anche nel personale tecnico-amministrativo, il quale dovrebbe collaborare direttamente con la direzione, ma non ci sono numeri sufficienti per un buon funzionamento”.
Una qualità che risente anche della situazione economica delle scuole e delle famiglie. Per far fronte, infatti, alla scarsità di risorse necessarie ad un corretta didattica e vivibilità dell’ambienta scolastico a partire da carta igienica, fogli per stampanti, gessi e il resto, sono proprio i genitori degli studenti ad accollarsi le spese: “Gli studenti medi da anni manifestano contrarietà rispetto al fatto che si chiedano soldi in più – dichiara ancora Cingolani -. Ma è una prassi a cui ci siamo abituati. Il genitore riconosce che quel poco che spende è causato dai tagli alle risorse. Ormai quasi tutte le scuole chiedono un contributo, ma cercano di chiedere il minor importo possibile, ormai è diventato un tacito accordo”. Una qualità che non può esistere senza la quantità: “E’ una scuola fatta di tagli: al personale, al materiale, ai fondi” -continua la Foresi – “Chiaramente porta le singole realtà ad arrangiarsi in altri modi. Bisogna pensare ad un nuovo progetto educativo e a come riorganizzare scuola e didattica. Inoltre le risorse finanziarie assegnate alla Provincia di Macerata per la messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche rappresentano gocce rispetto ai problemi che ci sono, ma è un segnale che forse qualcosa sta cambiando. Ci auguriamo che il governo mantenga il livello di attenzione e di impegno che ha dimostrato in questi mesi sul tema”, termina la sindacalista Cisl. Una situazione non felice, ma migliore rispetto al resto dell’Italia: “Non possiamo lamentarci, anche se riteniamo che ci debba essere più trasparenza. Le nostre scuole sono inadatte a fare attività didattiche come si dovrebbe. C’è bisogno, considerando l’aumento del numero di studenti, di aule più grandi e luoghi più ampi dove i ragazzi possano avere spazio a disposizione per organizzarsi”, conclude Giampaolo Cingolani.
Di seguito è riportato il quadro completo delle nomine già effettuate per il personale Ata (è indicato nell’ultima riga della tabella) e quelle che saranno effettuate per gli insegnanti delle scuole, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado.
Ordine |
Ruolo |
Supplenze |
Totale |
Scuola Infanzia |
8 |
13 |
21 |
Sostegno Infanzia |
1 |
57 |
58 |
Scuola Primaria |
9 |
28 |
37 |
Sostegno Primaria |
5 |
126 |
131 |
Scuola Media |
14 |
49 |
63 |
Sostegno Media |
2 |
54 |
56 |
Scuola Superiore |
25 |
109 |
134 |
Sostegno Superiore |
1 |
122 |
123 |
Pers.ATA |
41 |
85 |
126 |
Totale |
106 |
643 |
749 |
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Solidarietà agli insegnanti con incarico annuale o con supplenze e chi ha aspettato ma non ha ricevuto nulla. Ho 51 anni ed anche io mi sono ritrovato nella loro stessa condizione. Auguro a loro che questa situazione di transizione possa durare ancora pochi anni.