di Maurizio Verdenelli
“Eravamo quattro amici …sul set. Sopratutto io e Vincenzo, che aveva sposato la cugina di Pier Paolo”. Pier Paolo, il regista, faceva di cognome Pasolini. L’interprete era invece un principe, famoso per essere il comico più celebre d’Italia: Totò. Il film s’intitolava “Uccellacci ed uccellini” capolavoro assoluto nella storia cinematografica di questo Paese. Vincenzo era Cerami, l’aiuto regista. Lo scenografo era un maceratese di talento che avrebbe vinto poi in carriera tre (+3) Oscar: Dante Ferretti.
Dante, hai saputo di Cerami..?
“No, che è successo? sono qui a Londra “affogato” di lavoro: non so nulla dall’Italia.. Che è di Vincenzo?”
Lascia perdere. Leggi l’Ansa… Dante , al telefono, capisce: mi chiede la causa del decesso del grande sceneggiatore. “Cerami era come un fratello per me. Un’amicizia durata quarantanni e più. Eravamo stati legatissimi sin… dai tempi in cui avevo i capelli: Vincenzo, io e Pier Paolo cui devo i primi veri successi”.
Quali ricordi?
“Tanti. Lui è stato un eccelso sceneggiatore, un grande scrittore. Ha collaborato con Tornatore, ha avuto il successo mondiale e la nomination all’Oscar con ‘La vita è bellà di Benigni. Ci si vedeva a Roma…al cinema”.
Al cinema?
“Sì, sopratutto alle ‘prime’ alle quali eravamo invitati. Baci, abbracci, tanti ricordi insieme e Pier Paolo sempre nella nostra memoria e nel cuore”.
L’ultima volta?
“La ricordo benissimo. Due anni fa, al Festival del Cinema a Roma. Mi chiedono di realizzare un’installazione, un omaggio a Pasolini. Vincenzo è in prima fila, contentissimo di vedermi”.
Contento anche dell’omaggio al ‘cugino’? “Era commosso. Mi ha elogiato: ‘Ci vedesse Pier Paolo, sarebbe soddisfatto di noi ed oggi sopratutto di te'”.
Ferretti è un fiume di ricordi… A Londra, ora?
“Il regista è Kenneth Branagh, il film è ‘Cinderella’, Cenerentola, cioè”.
Ti sei dato ai cartoni animati?
“No, non è stato mai il mio genere. Ci sono attori veri, cominciamo le riprese ad agosto. C’è un sacco di lavoro da fare. E pensare che sono qui da novembre…”.
Allo Sferisterio che ‘apre’ domani, ti aspettano. In una recente conferenza stampa a riferirsi a te come ad una stella polare, ad un padre nobile, etc. etc… è stato lo stesso Micheli.
“Chi?”
Francesco Micheli, insomma il direttore artistico del festival… “Ah! Sì, adesso ricordo: credo proprio che mi abbiano invitato qualche tempo fa…”
Verrai?
“No, quest’estate proprio no. Troppo impegnate con le riprese a Londra di ‘Cenerentola’, pardon Cinderella”.
***
Anche Piero Cesanelli direttore artistico di Musicultura, ricorda Cerami: “La notizia è giunta improvvisa, non sapevo della sua malattia, è una grande perdita per la cultura e anche per noi che lo abbiamo avuto nel comitato di garanzia per molti anni quando accanto a lui c’erano poeti come Dario Bellezza, Amelia Rosselli e Valerio Magrelli. Un grande appassionato di musica d’autore e amico di Nicola Piovani, è stato anche più volte ospite a Recanati, in due occasioni con l’Orchestra di Piazza Vittorio di cui era sostenitore. Ricordo una memorabile esibizione del gruppo con le voci di Lucio Dalla e Francesco Di Giacomo, cantavano “Er barcarolo romano” in una contaminazione che purtroppo non è ripetibile. Si interessava al mondo giovanile ed era un attento valutatore, compilava le schede con grande perizia su testi e musica. Poi si è dedicato esclusivamente al cinema. L’ultimo incontro con Vincenzo fu circa 4 anni fa in treno, un viaggio Roma-Milano, ci saremmo risentiti sicuramente per un suo nuovo intervento a Macerata, una magnifica generazione di artisti sta scomparendo”.
Un altro episodio legato al nostro territorio legato al ricordo che il cantautore Luca Barbarossa ha affidato a Facebook: “La scomparsa di Vincenzo Cerami provoca in me una profonda tristezza. Una bella testa, un grandissimo talento; Un borghese piccolo piccolo e La vita è bella tra i suoi capolavori. Avevamo anche lavorato insieme ad uno spettacolo di musica e poesia a Recanati. Ho un bellissimo ricordo della sua dolce intelligenza, mai sopra gli altri ma con gli altri. Ciao Vincenzo grazie per tutto ciò che ci hai regalato e che continuerà ad ispirare intere generazioni di scrittori, teatranti e cineasti. Provo un dolore profondo per la tua assenza e per la consapevolezza che non potrò attendere il tuo prossimo lavoro”.
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Nell’intervista a Dante Ferretti noto un passaggio che me lo fa intuire beatamente sordo a taluni echi e richiami attuali provenienti dalla patria.
Ferretti, l’unico che mi fa sentire fiero di essere maceratese…