E’ morta nella sua abitazione a Roma la scienziata e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina aveva 103 anni.
Era nata a Torino, il 22 aprile 1909. E’ stata neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.
Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.
Era socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza.
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Era una grandissima persona.
Neanche il 2013 ha visto
Una donna che ha dimostrato alle donne che quando mostri l’intelligenza non hai bisogno di mostrare altro. Riposi in pace.
Una bella figura, importantissima dal punto di vista scientifico e culturale.
Grandissima persona…super inteligente..
quando toccherà ad andreotti?
condoglianze…beata lei xò ke c’è arrivata a qst’età…
una delle poche persone degne e meritevoli di essere insignite del titolo di SENATORE A VITA.
…e la vicenda Cronossial…. !
Senza dubbio una bella persona, ma avrebbe dovuto rinunciare alla carica di Senatrice a vita!
Caro Paolo Pieroni,
chi dovrebbe vergognarsi di prendere soldi come senatore a vita dovrebbe essere il professor Monti, che per molti anni ha fatto il travet di una potentissima banca statunitense, e che fa parte del Gruppo Bilderberg e della Trilaterale, gruppi oscuri da cui ogni prete dovrebbe tenersi lontato, ad eccezione di un cardinale, che sembra il “fumo di Satana” di montiana memoria.
A differenza di Monti che ha saputo solo dissanguare coloro che erano già dissanguati; almeno la Levi Montalcini ha salvato vite. A 103 anni avrebbe dovuto cambiare dimensione. Morire a quell’età non è drammatico, come morire a 45 anni con tre figli piccoli, come mio padre. E come ci sono persone che muoiono lasciando figli piccoli, senza alcun aiuto dallo Stato, come invece avveniva un tempo con le amministrazione locali.