di Alessandra Pierini
L’amministrazione Carancini che entro il 30 giugno, limite previsto dalla legge, dovrà approvare il bilancio, deve fare i conti con una ulteriore batosta rispetto alle già gravi strette economiche subite in questi mesi. Altri tagli governativi, infatti, graveranno sulle magre casse comunali per un milione di euro in più che dovrà essere assorbito sia intervenendo sui capitoli di spesa che applicando una leva fiscale sostenibile per le famiglie provate da una serie di disagi e fattori economici che hanno complicato notevolmente la gestione quotidiana. I conti del Comune di Macerata erano già stati gravati del taglio di 3.100.000 euro ai quali va sommato l’ennesimo ribasso. Considerando poi che solo una piccola percentuale dell’Imu finirà nelle casse comunali (gran parte dell’imposta, pur incassata dal Comune, dovrà essere trasferita al Governo) e che la Tarsu dovrà essere impiegata per sostenere la spesa relativa allo smaltimento rifiuti, è chiaro che la situazione è tutt’altro che rosea.
Tra i componenti della giunta comunale, ma anche tra i dirigenti e funzionari non si parla d’altro che della stretta che provocherà necessariamente uno sconvolgimento anche nell’organizzazione dell’ente pubblico. L’assessore Marco Blunno sta cercando la soluzione per far quadrare i conti e assicurare allo stesso tempo i servizi essenziali e immancabili alla cittadinanza, gravando meno possibile sulle tasche dei cittadini come aveva già dichiarato nella video-intervista a Cronache Maceratesi (leggi l’articolo)
Anche i partiti, in particolare il Pd, sono preoccupati e il bilancio sta creando all’interno della maggioranza, ulteriori tensioni. In effetti, non sono ancora stati presentati dati precisi sui quali si possa ragionare in maniera sistematica. Sull’argomento principe dell’amministrazione non c’è ancora stato un dibattito adeguato e questo ha creato qualche malumore anche tra i dirigenti del partito che chiedono di essere resi partecipi del processo di formazione del bilancio stesso. Intanto il sindaco Carancini annuncia che in settimana sarà comunicato il rimescolamento delle deleghe degli assessori e – come si è detto d atempo – lo stesso Carancini lascerà la delega dell’urbanistica.
La situazione non è comunque rosea neanche negli altri Comuni italiani che sono alle prese, chi più e chi meno, con gli stessi identici problemi. Illuminante può essere, per certi versi, la rubrica del Corriere della Sera “I tagli possibili” firmata da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella i quali hanno evidenziato come, nelle pur risicate economie comunali, restano ancora dei tagli da fare (eclatante l’esempio dei corsi per andare in bicicletta agli immigrati che sono costati a Bolzano 21 mila euro. Certo ci vorrebbe una rubrica anche per illustrare gli esempi virtuosi di Comuni che riescono a far fruttare le poche risorse che hanno a disposizione, che sanno fare davvero della crisi un’occasione per rimettersi in gioco e ridefinirsi.
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Cominciamo a TAGLIARE TUTTI i premi di produzione a tutti i dirigenti per il 2012.
Cominciamo a fare Consigli Comunali più corposi e riunuioni delle Commissioni più impegnative, in cui si discute di più argomenti cosicche qualche Consiglio e qualche Commissione, ogni mese, si potrebbero evitare con risparmio di tempo e denaro
Controllare meglio le spese per materiali, fotocopie, carta ecc; ad esempio oggi non ha più senso fare, ogni settimana, centinaia di fotocopie della rassegna stampa, si potrebbero fare in pdf e chi vuole se li scarica dal sito del Comune
Tagliare qualche consumo (negli uffici comunali, NON nelle scuole) di luce e riscaldamento… Ogniqualvolta si entra in qualche ufficio o sede comunale (estate, invernio, mattina, sera) quasi sembra di aspettarsi le palme ed i leoni (data la temeratura tropicale) e sembra di essere sempre in un set fotografico (data la quantità di luce artificiale accesa)
Tagliare il numero degli Assessori, per quello che serve evitare che il giornalino comunale sia stampato su carta costosa (e magari le foto in bianco e nero)
Ridurrre ove possibile consulenze esterne
RIMESCOLAMENTO DELLE DELEGHE!!!!!!!!!!!!!!!!!
Le stanno a fa proprio tute per tenè in piedi sta situazione penosa…
Proporrei anche una legge che impedisca a chi ha gia’ delle entrate ( e alla volte che entrate ! ) e vuol fare il sindaco, l’assessore o il semplice consigliere di percepire altro reddito, ma di riversare l’intero compenso nelle casse comunali. La politica non deve essere una professione, ma come sottolinea la sua definizione di origine greca ” amministrazione della città per il bene di tutti”.
Cerasi non suggerire altrimenti ti mando
dal Preside !!!!!
Ritorno a cercare di fare un ragionamento sull’APM per cui vi invito a leggere il bilancio
http://www.apmgroup.it/apm/images/stories/azienda/Bilancio_APM_2010_FR.pdf
alla pagina 42.
L’APM ha pagato per il 2010 € 1milione 56mila euro di tasse calcolate su un reddito di oltre 2milioni di euro.
Tale reddito, potete leggerlo sul bilancio, deriva dai vari servizi che l’APM offre ai cittadini (acqua, farmacie, trasporti…).
Non sarebbe più intelligente fare in modo che l’APM guadagni di meno dedicando gran parte del reddito all’abbassamento delle tariffe ai cittadini virtuosi (chi magari consuma meno acqua dell’anno precedente)? Quel milione di euro “regalati” alla fiscalità nazionale ricadrebbe sul territorio maceratese alleggerendo le bollette dei maceratesi che forse accetterebbero meglio i rincari che arriveranno.
A cosa servono consigli di amministrazione e consiglieri di questi enti se non pensano a queste cose?
Le scelte sono spesso opposte:
Basti osservare lo scempio che stanno per compiere sul servizio urbano che viene tagliato semplicemente perchè la Regione ci dà meno soldi. Ma se col servizio urbano l’APM guadagna 230mila euro l’anno!!! Cose da pazzi
Purtroppo immaginano solo amministrazioni rette dagli oneri di urbanizzazione, che ovviamente ora sono a zero avendo costruito per anni il doppio delle case che servivano.
@ Cerubini
Appunto l’ha detto lei: non sarebbe più intelligente…
Ecco la parola sbagliata nel suo ragionamento è intelligente…
Jordan
rifletta un attimo sulla sua proposta per non farla sembrare vagamente demagogica. lasciamo da parte per un attimo i consiglieri che svolgono un tipo di presenza e di impegno diverso ma parliamo di amministratori di una città di 40 – 50 mila persone. Siamo d’accordo che questo richiede un impegno se non a tempo pieno ma quasi ? O almeno credo che cosi tutti vorremmo per sapere che le persone che si interssano del nostro bene comune accanto alla qualità diano anche il massimo in termini di quantità. Dunque diciamo tempo pieno. A quale tipo di esperienza personale e professionale cosrrisponde la figura che lei descrive ? Chi può permettersi di fare GRATIS un lavoro a tempo pieno per 5 anni ? Un marchese ? Sicuramente non qualcuno che campa sul proprio lavoro ma magari sulle proprie rendite . oppure qualcuno che immagina di ottenere in cambio delle “utilità” poco trasparenti per la sua attività o impresa (le viene in mente un nome ?). Sarebbe un passo avanti secondo lei ? Secondo me no . Secondo me i nostri sindaci ed assessori devono essere persone serie e preparate (oneste manco a dirlo) che per 5 anni o magari 10 ma poi basta si interessano PROFESSIONALMENTE al bene pubblico (che non è un lavoro per dilettanti allo sbaraglio anche se dotati della massima buona volonta) e che per questo vengono giustamente retribuiti perche il valore che creano è sicuramente maggiore di quello che prendono in cambio.
Strano che i conti non quadrano….. Chi non ha saputo vendere la Smea a suo tempo?
Chi non ha saputo gestire sferisterio, APM e altre partecipate??
Forse la giunta Carancini!!!
Allora invece di piangere sul latte versato dimettetevi e vedrete come al commissario i conti quadreranno subito!!!
@mario iesari
é normale che qualsiasi lavoro si faccia, questo vada retribuito, sopratutto se si lascia il proprio per dedicarsi completamente alla politica. Il mio intervento è stata una provocazione, perchè non credo che il nostro sindaco o i suoi assessori abbiano lasciato il loro lavoro, da avvocati sopratutto, per dedicarsi anima e corpo al bene della città. Quando è stata pubblicata la denincia dei redditi, alcuni nostri esponenti policiti, hanno dichiarato redditi di notevole spessore. Quello che chiedo è se sia giusto in questo momento socio economico avere cosi’ tanti incarichi, legati sopratutto a posizioni poliche dominanti e non sempre all’altezza, i quali danno un’ulteriore fonte di reddito a scapito di chi sarebbe più preparato e magari non ha un lavoro. Il prossimo sindaco che si candiderà, se vorrà il mio voto dovrà riversare il suo stipendio ( se già ne ha uno ) nelle casse comunali e prima della fine del mandato con i soldi accumulati fare un opera per la città, che sia l’asfaldatura di una strada o la messa a norma di una scuola.
Jordan
per quello che vale la mia opinione sulla prima parte del suo ultimo commento la seguo già molto di più. La considerazione finale rimarrà probabilmente un auspicio che spero non la distolga di dare il suo voto a chi considera in grado di essere un buon sindaco anche se per questo vorrà essere remunerato.
@ Jordan
@ iesari
La macchina comunale è così complessa, così articolata, così difficile da comprendere in tutte le sue sfmature (anche perchè le leggi da studiare, per comprendere come questa macchina funzioni, non mi sembrano poche) che ritengo che coloro che vi operano (siano essi Sindaci, Assessori, Dirigenti o semplici impiegati) dovrebbero esserne coinvolti così tanto da poter avere poco/nulla tempo da dedicarsi ad altri lavori.
Invece (un pò in tutte Italia) assistiamo ad un continuo fiorire di lavori, consulenze, incarichi (fino ad arrivare a quelli che fanno il secondo lavoro in nero) che quasi sembrerebbe che il lavoro in Comune (di Sindaco o Assessore o Dirigente o Capouffico o Impiegato) fosse quasi un lavoro ultra part-time, fatto pro-bono nei ritagli di tempo (del lavoro proprio)…
Certo è che i vertici lavorano poco (o male) non c’è poi da meravigliarsi che i sottoposti (nemmeno per sbaglio) non lavorino spaccandosi la schiena…
Quindi è logico che, in generale, non ci sarà la corsa ad ammazzarsi di fatica (e schivare le rogne) se chi dirige tende (spesso) a farsi i cavoli suoli con lavori extra ufficio….
…. Non a caso ci si meraviglia, ancora oggi, se un dipendente pubblico è celere, risolve problemi, non se ne infischia, aiuta nell’intricato meccanismo burocratico.
Una leggina semplice semplice [lo so che adesso Sellone si arrabbia perchè suggerisco a chi è alla lavagna interrogato 🙂] sarebbe quella che gli amministratori publici, se vogliono continuare a fare gli amministratori pubblici, evitino di lavorare in proprio (o, come spesso accade, di lavorare in uno studio e poi non comparire in prima persona perchè si fanno firmare le pratiche e le fatture a qualcun altro!!!)