L’ottimismo cosmico
del presidente Napolitano

LA VISITA DEL CAPO DELLO STATO - 25 aprile a Casa Leopardi: "Gli italiani sono intelligenti, non cederanno al pessimismo"

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Giorgio Napolitano all’uscita da palazzo Leopardi

di Alessandra Pierini

(foto-servizio di Guido Picchio e Lucrezia Benfatto)

«E fieramente mi si stringe il core a pensar come tutto al mondo passa e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente». Così nel 1820 Giacomo Leopardi cantava “La sera del dì di festa”. A quasi 200 anni, il borgo “natio” in attesa della visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sembra non essere mutato e aver mantenuto le caratteristiche e le atmosfere che il poeta descrisse nei suoi canti: i mattoni brillano al sole, i recanatesi hanno indossato gli abiti della festa e i rintocchi di una campana scandiscono l’avanzare delle ore.  A testimoniare il tempo passato solo  le bandiere tricolore, diventate simbolo dell’Italia unita ventiquattro anni dopo la morte di Leopardi, oggi apparse sui balconi, lungo le vie e in mano ai tanti presenti.


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Nonostante il centro blindato e lo spiegamento di forze dell’ordine, l’attesa dell’arrivo di Giorgio Napolitano direttamente da Pesaro è stata piuttosto rilassata. Tra i primi ad arrivare per accoglierlo il presidente della Provincia Antonio Pettinari Pettinari il quale ha assistito a Pesaro al discorso di Napolitano che ha tuonato «Occorre impegnarsi perchè dove si è creato del marcio venga estirpato, perchè i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo» e ha sottolineato la necessità di «una nuova legge elettorale che consenta a cittadini di scegliere i visita-napolitanorappresentanti in Parlamento e non di votare nominati dai partiti e una nuova legge sul finanziamento ai partiti». Pettinari ha mostrato orgoglioso il suo dono per il Capo dello Stato, un orbicolare con i luoghi più belli e le eccellenze del territorio.

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Da sinistra Vittoriano Solazzi, Luca Marconi, Pietro Giardina, Francesco Fiordomo, Antonio Pettinari, Olimpia e Vanni Leopardi

All’interno anche un biglietto con un verso dell’ode leopardiana “La quiete dopo la tempesta”. «Napolitano – ha detto – è l’unica autorità morale che può richiamare politica e partiti al loro dovere e lo ha fatto. E’ l’unico che ci aiuterà». Concorda anche l’assessore regionale Luca Marconi: «Le Marche sono avanti rispetto a ciò che il presidente prospetta. Abbiamo bisogno di una politica seria e noiosa, meno brillante e non spettacolare». Su Leopardi, testimonial d’eccezione che ha portato Napolitano a Recanati, Marconi ha un’idea precisa: «E’ una figura molto attuale che nel suo tormento rispecchia il tempo e l’umanità, ha una grande capacità di intercettare l’uomo moderno».

Napolitano-Recanati-17-300x167Si aggiunge agli altri anche il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo che, onorato della visita, approfitta per riflettere sul futuro di Recanati e sui valori che devono guidarla: «Questo è un territorio in difficoltà, chiediamo aiuto alle istituzioni. Noi, da parte nostra, dobbiamo fare un passo in avanti nella cultura che deve avere un risvolto sociale ed economico di coesione». Tra i presenti anche il prefetto Giardina, appena arrivato a Macerata e alla prima uscita ufficiale e Adolfo Guzzini. I minuti passano e l’atteso arrivo si fa sempre più vicino. Sull’uscio di palazzo Leopardi appaiono anche Vanni e Olimpia Leopardi pronti a fare gli onori di casa.Gli addetti del Quirinale predispongono il tutto curando i minimi dettagli e distribuiscono le autorità secondo i dettami del cerimoniale. La contessa Olimpia non resiste e si affaccia esclamando «Sono curiosa di vedere come li avete posizionati» mentre il conte Vanni estrae la sua macchinetta digitale e immortala ogni dettaglio.

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L’assessore Marconi saluta il presidente Napolitano

L’ingresso del corteo presidenziale viene annunciato dall’urlo «Grande» della gente schierata davanti a Porta Nuova. L’auto del Presidente con le inconfondibili bandierine sul cofano si ferma davanti al portone, Giorgio Napolitano con cappello nero in testa scende dallo sportello di destra, sua moglie Clio in tailleur blu brillante da sinistra e insieme varcano la soglia tra i saluti. La visita prende il via dal piano nobile, intanto dalle finestre della biblioteca si gode lo spettacolo della piazzetta Sabato del Villaggio gremita Fabio Corvatta, presidente del Centro Studi leopardiani. Passa poco meno di un’ora e il corteo scende dall’ingresso opposto. Il  tempo passato tra gli scritti leopardiani, toccando con i guanti le sudate carte danno lo spunto per un messaggio di speranza e incoraggiamento per gli italiani. A chi gli chiede se l’Italia deve rassegnarsi al pessimismo leopardiano risponde: «Gli italiani hanno sufficiente intelligenza per non abbandonarsi a nessun pessimismo. Non scomoderei Leopardi, perchè qui si parla di pessimismo e ottimismo concreti rispetto ai problemi e al futuro dell’Italia. E conoscendo gli italiani so che troveranno in se stessi  e l’energia necessaria per garantire il futuro del Paese».  Ancora un bagno di folla per il presidente Napolitano che saluta i bambini e una rappresentanza dell’associazione partigiana cittadina.
Napolitano-Recanati-16-300x201«Il presidente è una persona molto gradevole – racconta il conte Vanni Leopardi dopo la visita – è molto attento e conosce perfettamente Giacomo e i suoi testi.  Gli abbiamo mostrato anche “Storia dell’astronomia” e ha notato persino un errore in una trascrizione. Ha detto che avrebbe voluto stare molto di più. Abbiamo parlato delle nostre iniziative e ci ha incoraggiato ad andare avanti. Dei recanatesi ha apprezzato la loro discrezione nel salutare cortesemente» . Proprio come si accoglie un ospite, i Leopardi hanno offerto al Presidente e a sua moglie Clio un caffè da servire nel servizio usato due secoli fa dal poeta e del vino: «Avevano già bevuto del caffè – continua il conte Leopardi – perciò hanno rifiutato ma hanno molto apprezzato il vino “Zibaldone” e il fatto che si chiami proprio così». Raggiante Olimpia Leopardi: «Il presidente Napolitano è una persona meravigliosa. Lo avevo incontrato a Torino il 19 marzo 2011 per la presentazione di una versione adattata per lui delle Operette Morali di Mario Martone. Allora lo invitai a Recanati. Da quel momento ci siamo scritti più volte ma ormai avevo perso la speranza quindi è stato un vero piacere averlo qui oggi».
Dopo gli applausi e il bagno di folla il Capo  di Stato ha lasciato Recanati, che in men che non si dica, il borgo ritorna quello de “La sera del dì di festa”  quando ” Già tace ogni sentiero, e pei balconi rara traluce la notturna lampa”.

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Con la famiglia Leopardi

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Il presidente della Provincia Pettinari e il sindaco Fiordomo

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La stretta di mano tra Napolitano e Solazzi

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La contessa Olimpia Leopardi

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La moglie del Presidente Clio Maria Bittoni

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Alle porte della città i manifesti di saluto a Napolitano

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Il conte Vanni Leopardi e Adolfo Guzzini

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