Una mamma residente in un centro dell’entroterra maceratese mi ha scritto nei giorni scorsi una lettera dura, piena di dolore e fortemente critica nei miei confronti, anche se civile e rispettosa. Una lettera che mi ha fortemente colpito e alla quale ho già risposto in via diretta, che mi sollecita comunque a svolgere qualche riflessione di carattere più generale.
La vicenda di fatto è simile – anche se con delle particolarità – a tante altre brutte storie di droga che quasi tutti i giorni escono sulle nostre cronache locali. Qualche mese fa, nei primi giorni di gennaio del 2012, il figlio di questa signora venne arrestato dai Carabinieri insieme ad altri ragazzi nell’ambito di un’operazione contro il commercio ed il traffico di sostanze stupefacenti (leggi l’articolo).
Le peculiarità di quell’operazione furono sostanzialmente tre: la dimostrata collaborazione per gli approvvigionamenti tra diverse reti di traffico e di spaccio nel nostro ambito provinciale; il sequestro di un ingente quantitativo di eroina, che rafforzò ulteriormente la convinzione sia delle forze dell’ordine che delle autorità sanitarie circa il prepotente ritorno in auge di questa sostanza, specialmente nella versione da fumare o inalare, sempre più diffusa tra consumatori anche giovanissimi grazie alla atroce bugia degli spacciatori secondo cui solamente la modalità del buco in vena scatenerebbe la dipendenza vera e propria; e infine le dimensioni della rete locale di spaccio stroncata in quell’occasione dalle forze dell’ordine, composta da ben sette elementi, cinque italiani e due stranieri, quasi tutti nullafacenti e già con precedenti specifici per traffico o spaccio di sostanze stupefacenti.
Io venni allora invitato dal Corriere Adriatico a commentare la vicenda e scrissi un breve articolo nel quale sostenevo che quegli arresti confermavano ancora una volta che in molti giovani si è sempre più radicata la convinzione che il mezzo più rapido e più fruttuoso per fare i soldi sia quello di vendere la droga – la morte travestita da piacere – a ragazzi giovani e giovanissimi (l’età di avvio alle sostanze ormai si colloca infatti intorno agli undici, dodici anni), nella convinzione dei trafficanti e degli spacciatori che, a fronte della prospettiva di un veloce e facile arricchimento, il rischio sia minimo a causa di una legislazione repressiva che in effetti reprime poco o niente per gli innumerevoli benefici che possono essere sfruttati dagli imputati e dai condannati in fase di processo o di esecuzione della pena. Efficacia deterrente pari quasi allo zero riscontrabile anche nel caso specifico e dimostrata dal fatto che, ancora una volta, quasi tutti i sette arrestati avevano già avuto a che fare con la giustizia per problemi di droga e tutti si erano rimessi subito alacremente e allegramente all’opera (uno di essi addirittura venne fermato mentre spacciava pur trovandosi agli arresti domiciliari per una precedente vicenda del tutto analoga: situazione identica ad un’altra emersa proprio in questi giorni a Montecosaro, se non erro).
Auspicavo quindi, accanto ad una sempre più estesa e capillare attività di prevenzione, importantissima e per molti versi determinante, anche una presa di coscienza collettiva che potesse portare a modifiche legislative finalizzate ad adeguare le pene previste per i reati di traffico e spaccio alla ormai innegabile gravità delle conseguenze sociali e sanitarie della droga, nonché una costante attività repressiva delle forze dell’ordine e, in ogni caso, la garanzia della certezza della pena.
Ebbene, a distanza di qualche mese, e a processo ormai celebrato (immagino con il rito abbreviato), quella mamma mi ha accusato, più o meno esplicitamente, di aver influenzato in sede processuale il Giudice con le mie considerazioni apparse sulla stampa locale e di aver sbagliato a considerare anche suo figlio come uno spacciatore alla ricerca di facili guadagni (come a dire che avevo sparato nel mucchio, senza fare distinzioni). Sola contro tutti, e contro anche la sentenza di condanna poi emessa dal Giudice, quella signora infatti era rimasta l’unica a credere nell’innocenza di suo figlio, il quale ha sostenuto di non aver conosciuto i traffici dei suoi compagni di sventura e di essersi trovato con loro solo per provare l’esperienza di uno sballo occasionale.
Questo ragazzo, a detta della mamma, comunque avrebbe già pagato oltre ogni misura non solo con la condanna finale (per lei ingiustamente riportata), ma anche con l’esperienza sconvolgente e traumatica del carcere preventivo, con il licenziamento in tronco dal posto di lavoro, con la situazione di disoccupazione in cui si è venuto a trovare. Poi, per finire l’accusa più forte nei miei confronti, un pugno sullo stomaco del tutto inaspettato. La linea di duro contrasto alla droga, e a chi con la droga traffica e prospera, che io sostengo da mesi e mesi con i miei articoli sarebbe il frutto dell’odio che io nutro verso il mondo intero perché la droga, quasi tre anni fa, si è portato via mio figlio.
Sono accuse pesanti, frutto di un amore materno meritevole di grande considerazione, ma assolutamente da chiarire, sia pure nel rispetto dell’altrui sofferenza.
In primo luogo, una considerazione credo sia scontata. Figuriamoci se un giudice si lascia condizionare da un articoletto a mia firma uscito su un giornale locale mesi prima del processo! I giudici hanno le loro logiche, sono vincolati da strettoie giuridiche e normative, si basano sulle prove che con chiarezza emergono o non emergono in dibattimento, e, tra l’altro, quando emettono sentenze di condanna in materia di droga, le pene nella maggior parte dei casi sono ridicole (a causa dell’attuale sistema sanzionatorio, e quindi non per loro scelta, anche se essi dispongono di alcuni margini di discrezionalità, quasi sempre però usati per alleggerire le sanzioni, anche nei confronti di soggetti già recidivi).
Quanto al fatto di auspicare una maggiore severità nel contrasto normativo e giudiziario ai delitti in qualche modo connessi alla droga, la mia personale convinzione – l’ho detto e ripetuto più volte – è che il legislatore, se veramente volesse combattere il traffico, il commercio e lo spaccio di sostanze stupefacenti, dovrebbe aumentare le pene vigenti, garantirne la certezza e l’effettività e infine abolire una serie di benefici nel processo e in fase di esecuzione della pena che, lungi dal favorire la rieducazione dei condannati, incentivano solo i delinquenti a ricominciare quasi subito a fare le stesse cose, cioè a trafficare e a spacciare droga, certi di una relativa impunità. Credo che queste siano riflessioni che nascono non dall’odio, ma dalla palese non deterrenza del sistema attuale (che sembra fatto apposta per incentivare a delinquere di nuovo e che proprio per la sua particolare insignificanza attira criminali da tutto il mondo), nonché dalla pura e semplice osservazione di quello che accade tutti i giorni accanto a noi, anche rimanendo alle attività di più basso livello criminale dello spaccio e del microspaccio. Non a caso, esse sono condivise da tutti i magistrati di punta che lottano contro la criminalità organizzata (ricordiamoci infatti che l’affare criminale “droga” e la criminalità organizzata sono sostanzialmente, anche se non del tutto, le due facce della stessa medaglia).
Consideriamo poi, per cercare di superare l’attuale sistema di pene blande, che più blande non si può, che anche riferendoci ai livelli del piccolo spaccio non stiamo parlando di reati di poco conto, ma in realtà di reati particolarmente gravi per le potenziali conseguenze sulle vittime. Anche una singola dose di eroina, o una sola striscia di cocaina, o una piccola pasticca di ecstasy, possono infatti portare in particolari circostanze alla morte per overdose o ad un cervello fuso irrimediabilmente, per tutta la vita. Quanto allo spinello e alla gravità delle possibili conseguenze connesse al suo uso, e senza voler riaprire qui una discussione infinita svolta già in altre occasioni, vorrei solo segnalare l’articolo “Lo spinello avvelenato” apparso nel numero di febbraio di quest’anno della rivista scientifica “Focus”, dove si evidenzia la pericolosità di un nuovo tipo di cannabis prodotto in serre straniere e denominato “skunk”, ormai ben presente anche da noi, che arriva ad una concentrazione di principio attivo, il Thc, pari a 120-150 mg (contro i 5-6- mg della cannabis dei figli dei fiori e i 30-35 mg di quella che normalmente oggi si trova disponibile nella piazze reali e virtuali delle nostre città, Macerata compresa). E – sia detto per inciso – è proprio per la presenza di questa marijuana, sempre più allucinatoria e pericolosa, che l’Olanda ha iniziato a chiudere i coffee-shop ed ha ormai inserito la cannabis tra le droghe pesanti.
Poi, per finire, alcune riflessioni finali su questa mamma che mi ha scritto e che, contro tutto e contro tutti, ancora crede nell’innocenza di suo figlio, nonostante la condanna riportata. Beh, io non conosco il caso concreto e so per esperienza personale che gli errori giudiziari sono sempre possibili, quindi non mi azzardo in questa specifica vicenda a mettere in discussione la sua granitica fiducia nell’innocenza del figlio. Al di là del caso concreto, però, mi pongo alcune domande di fondo: ci siamo mai chiesti quanti e quali danni facciamo ai nostri figli quando andiamo a protestare a scuola per i cattivi voti da loro riportati, pur sapendo che i libri a volte rimangono sigillati nel cellophane per tutto l’anno? Oppure quando li difendiamo contro ogni evidenza per essere stati coinvolti in situazione di pesante bullismo (“è stata solo una sciocchezza”); o, ancora, quando, in nome dell’educazione inesistente, consentiamo a ragazzini di 14-15 anni di tornare a casa alle tre o alle quattro di notte (“lo fanno tutti”), senza nemmeno accorgerci che rientrano a casa ubriachi e fatti di droga, e con il passare degli anni li cresciamo sempre più ignoranti, vuoti, indifferenti a qualsiasi norma etica, religiosa, di buon senso, di legge? Ci limitiamo a finanziarli, come se fossimo dei bancomat, e poi chi s’è visto s’è visto.
La verità è che spesso e volentieri assolviamo i nostri figli, a volte ormai degli sconosciuti, ma in realtà stiamo autoassolvendo noi stessi.
La verità è che abbiamo gettato un po’ tutti la spugna, ci siamo ritirati, abbiamo rinunziato a svolgere un qualche ruolo educativo, abbiamo preso spunto dalle alte sfere per rifiutarci di punire i nostri figli, di castigare, di reprimere chi sbaglia, abbiamo fatto loro credere che potranno essere felici e soddisfatti senza fare nulla e senza meritare nulla. Insomma, senza tanti giri di parole: il destino triste, problematico e sfilacciato delle giovani generazioni non è solo colpa loro o delle istituzioni, ma è anche e soprattutto colpa nostra.
* Avv. Giuseppe Bommarito
presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto dell’indifferenza”
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Non demordere,Giuseppe, non ti sentire solo, siamo in tanti a condividere le tue idee, siamo la stramaggioranza. E ‘mai possibile che per approdare alla serenità d’animo dobbiamo forzatamente prima fare l’esperienza della Via Crucis?
Più vergognoso del comportamento dei figli c’è solo quello dei loro genitori
Delle due l’una: o questi non conoscono la vita e le frequentazioni dei figli, o ne sono più o meno consapevoli.
In ogni caso dovrebbero vergognarsi per non avere svolto il ruolo costituzionalmente previsto e garantito, che impone non solo di mantenere, ma soprattutto di educare e istruire i figli.
Educare significa formare le persone, anche impartendo regole e divieti di condotta.Istruire non vuol dire solamente far rispettare l’obbligo della frequentazione scolastica, ma anche trasmettere l’etica dei diritti e dei doveri.
i genitori sani e adempienti devono controllare sul campo ogni giorno, che il frugoletto di famiglia si stia trasformando in un cittadino rispettoso degli altri e dagli altri rispettato
La trascuratezza, l’indifferenza, la distrazione, la superficialità, sono peccati mortali dei genitori.
Anche nelle famiglie meno abbienti spesso la felicità dovuta (!) ai figli è collegata irreversibilmente al dare, tutto e subito.
Mai un no, mai uno schiaffone, mai un castigo, un sacrificio o un sano «arràngiati».
E così le nuove generazioni, in buona parte, crescono nel lassismo e nella noia, ricercando l’adrenalina nella droga, nel bullismo, nella violenza fine a se stessa.
Con il sedere affondato nel burro, il cervello privo di vitalità e la mangiatoia bassa, questi giovani disgraziati – tali sono, non avendo avuto la fortuna di genitori attenti e severi –
È, dunque, grottesco, che questi genitori perdano tempo e ulteriore dignità a scrivere o
a frignare davanti al carcere, nella speranza che torni a essere il figlio di cui credere di potere andare fieri. Perché ha avuto tutto. Anche l’impunità.
Caro Giuseppe vedrai che questa mamma ti riscriverà scusandosi e ringraziandoti e se ama scrivere fra qualche tempo sara’ forse lei a dover rispondere con toni simili ai tuoi a qualche altra madre —
i genitori di molti ragazzi lavorano tutto il giorno e non hanno tempo per controllare i propri figli dalla mattina alla sera e spesso questi ragazzi vengono considerati in due pesi e due misure cioè se si è figli di nessuno è un delinquente invece se si è figli di gente facoltosa i loro figli hanno avuto una debolezza questa è la triste verità.
Di mamme cosi ce ne sono molte purtroppo! Avvocato, non se la prenda, lei è una persona ammirevole!!!!! la ringrazio per tutto quello che sta facendo.
BRAVO STEFANO CIOCCI………E CMQ SIGNOR BOMMARITO QUELLA MAMMA CHE SI E’ LAMENTATA CON LEI HA FATTO BENE!!!!!!! E’ FACILE FARE I FENOMENI GETTANDO DEL FANGO SU RAGAZZI CHE HANNO DEI PROBLEMI CON LA DROGA ……SOLO CHI CI PASSA IN PRIMA PERSONA…SOLO CHI USA CERTE SOSTANZE SA’ QUANTO E’ DIFFICILE SMETTERE…LEI HA MAI USATO L’EROINA CHE NE PARLA TANTO???????MA LO SA QUANTO E’ DURA VENIRNE FUORI?????? SAPETE SOLO CHIACCHIERARE ……E POI TUTTE LE PECORE A RUFFIANARSI A DIRLE BRAVO….. PARLATE PARLATE…MA LA TOSSICODIPENDENZA VERA LA CONOSCE SOLO CHI CI PASSA IN PRIMA PERSONA E NON DI CERTO VOI !!!!! IO NON VOGLIO OFFENDERLA BOMMARITO PERO’ LEI TANTE VOLTE CRITICA E PESANTEMENTE CHI CADE IN QUESTA MALEDETTA EROINA CHI VIENE ARRESTATO MA NON E’ DI CERTO QUESTO IL MODO PER AIUTARE I TOSSICODIPENDENTI!!!!! E POI CONCLUDO DICENDO CHE I GIOVANI USANO SEMPRE PIU’ DROGA A MACERATA PERCHE’ MACERATA NON OFFRE NIENTE X I GIOVANI…E MACERATA CE L’AVETE FATTA DIVENTARE VOI COSI…NON DI CERTO I GIOVANI!!!!!!!!! IL PROBLEMA E’ XCHE’ UN GIOVANE COMINCIA A FARSI…NO PERCHE’ DOPO ANNI CHE SI FA E’ COSTRETTO A SPACCIARE….. PREVENZIONE!!!! NO INSULTI E CRITICHE !!!!!!!!
signor Bommarito è lodevole il suo impegno e la sua testimonianza contro la droga che purtroppo oggi giorno distrugge intere famiglie. Continui così nel mio piccolo avrà un sostenitore dalla sua parte.
la signora che le ha scritto la lettera è ammirevole e lodevole a porgli delle critiche perchè molti non sanno che l’avvocato accusò tre ragazzi chenon erano spacciatori di aver venduto la dose fatale al figlio e di questo gravissimo fatto non ne ha mai parlato! perchè? la dose venne venduta da una ragazza clandestina che quando venne arrestata era in dolce attesa e cosi ha avuto modo di non finire in galera per poi fuggire chi sà dove e tutt’ora è ricercata per omicidio ma è scomparsa nel nulla.
Sig . Ballini
Se mi permette le do un piccolo
consiglio -/
Prima di chiedere al SIG. Bommarito
se puo’ permettersi di scrivere di queste
tematiche – si informi un pochetto –
Vede , lui sta mettendo tutto se stesso
In questa battaglia perché vorrebbe
che alcuni genitori ( compresa questa Madre ) possano seguitare
a rimanere tali .
Scusa Giuseppe se mi sono permesso ..
Caro Giuseppe, complimenti perchè hai fatto uno dei più belli articoli in tema di droga e per questo forse dobbiamo ringraziare quasta mamma che con la sua provocazione ti ha dato la possibilità di farlo!!
Io nel ’94 per cercare di “abbattere” il problema delle barriere architettoniche misi su una sedia a rotelle per una intera giornata l’allora Sindaco Maulo e l’allora sottosegretario alla Sanità Conti, bipartisan, eppure fui attaccata perchè prendevo in giro chi sulla sedia a ruote non poteva poi alzarsi.
E’ normale che quando andiamo a toccare le corde personali delle persone ci possano essere reazioni, ma per crescere tutti bisogna lanciare il sasso un pò più in là e tu con questo articolo lo hai fatto!!!
Grazie!
In questi 6 anni che la Rondinella opera nel territorio ho conosciuto, purtroppo, tante madri come la signora riportata nell’articolo. Cara signora, mi permetto di dirle che se vuole salvare suo figlio non è questo il comportamento adatto. cosa vuole che sia la perdita del posto di lavoro di suo figlio, qualche giorno di carcere di fronte al pericolo di perdere la vita a causa della droga!
Anch’io, come l’avv. Bommarito ho perso un figlio a causa di queste sostanze stramaledette e col senno di poi posso dirle in tutta serenità che se fossi intervenuto nel momento giusto con più durezza forse mio figlio oggi sarebbe qui con me. E le posso assicurare, mia cara signora, che io non solo volevo bene a mio figlio, ma lo adoravo. Quattro anni fa conobbi un padre di Montegranaro il quale venne da me per lo stesso motivo: avevano arrestato il figlio. Consigliai questo padre di andare dal giudice per chiedere di tenerlo dietro le sbarre almeno un mese; lui all’inizio mi disse che ero pazzo, poi si fidò di me e fece in questo modo. Il figlio, dopo 15 giorni di carcere, chiamò il padre, accettò un percorso con la Rondinella ed ora si è recuperato appieno in una Comunità di recupero, è un uomo vero. Ogni tanto questo genitore viene a trovarmi, mi abbraccia commosso e mi ringrazia.
Ma vorrei anche dirle un’altra cosa signora: lei si rende conto che suo figlio è di fatto uno spacciatore e che può causare la morte di altri? Rifletta bene e, se vuole veramente il bene di suo figlio, cambi modo di pensare. Non credo che il giudice si lasci influenzare da una persona, seppur autorevole, come Bommarito; se così fosse lei dovrebbe ringraziare Bommarito. Noi della Rondinella siamo in prima linea in questa battaglia che purtroppo miete vittime da una parte sola e non ci stancheremo mai di sollecitare le famiglie ad agire e le Istituzioni a fare qualcosa di più per debellare questa piaga sociale.
Stasera a Corridonia, presso il teatro Lanzi, ci sarà un incontro con Don Gigi Giovannoni, il dott. Filippo Sabattini, l’avv. Bommarito e il sottoscritto; il tema è sempre il solito: ruoli dei genitori e dei figli. Don Gigi è un prete Salesiano che ha dedicato la sua vita al recupero di tanti ragazzi, sentirlo parlare è illuminante, per questo invito i genitori ad essere presenti e ascoltare chi ha tanta esperienza.
Gaetano Angeletti – Presidente Ass.ne “La Rondinella” – Corridonia
Sig. Ciocci,
intanto chiariamo una semplice verità: che se si è figli di nessuno o di gente facoltosa, la droga uccide allo stesso modo.
Prima di dare giudizi dovreste conoscere bene la situazione e anche gli atti di indagine, è facile parlare sulla base di chiacchiere o articoli di giornale.
Al sig. Ballini invece vorrei dire che forse nel suo commento si è dimenticato come è morto il figlio dell’Avv. Bommarito… se lei dice “E’ FACILE FARE I FENOMENI GETTANDO DEL FANGO SU RAGAZZI CHE HANNO DEI PROBLEMI CON LA DROGA ……” forse, ripeto, non sa che il figlio dell’Avvocato è proprio così che è morto. Allora mi chiedo, cosa sta dicendo? Che l’avvocato sta cercando di fare il FENOMENO (a che scopo poi?) gettando il fango su chi aveva gli stessi problemi di suo figlio? Ma si rende conto? Questa non è un’offesa e una mancanza di rispetto? lo chiedo io a lei, allora, lo sa quale calvario è per un genitore affrontare questi problemi in casa? crede forse di saperne di più dell’avvocato che certamente non avrà mai provato l’eroina in prima persona, ma ripeto, quella stramaledetta sostanza gli ha strappato via il suo unico figlio? Rispetto, ci vuole sempre rispetto, x chi resta e x chi non c’è più e soprattutto x chi la pensa diversamente da lei. Facile parlare x lei, allora, che x fortuna o grazie a Dio, non ha dovuto affrontare una tale devastazione nella vita, e se è genitore può immaginare cosa significhi.
qualche anno fà tre ragazzi partirono da corridonia per la costa per comprare della droga uno dei tre fini in overdose invece di essere accompagnato al vicino ospedale venne lasciato moribondo come un cane nei pressi del cantiere del nuovo centro commerciale di porto sant’elpidio.
per Gabriele Bellini
Credo che Lei non abbia capito il mio discorso, o forse sono stato io a non spiegarmi bene. Io non ho nulla contro i tossicodipendenti (figuriamoci se ciò potrebbe essere possibile, considerata anche la mia esperienza personale), considero la tossicodipendenza una gravissima malattia, con esiti a volte anche mortali, e so quanto è difficile uscirne. Io attacco e critico chi spaccia e traffica con la droga, e nei confronti loro chiedo da tempo un inasprimento delle pene e l’effettività delle pene irrogate, perchè, per motivi di arricchimento personale, distribuiscono sostanze che possono causare la morte o malattie anche psichiatriche gravissime. E questa cosa secondo me è inaccettabile, non c’è scusante che tenga. Quanto alla prevenzione, che, lo ripeto, è fondamentale, credo di impegnarmici a fondo, sia nelle scuole (la settimana scorsa, per esempio, sono stato all’Istituto d’Arte di Macerata) che con genitori e cittadini interessati a capire veramente, al di fuori di sciocchi slogan, le problematiche di cui stiamo parlando.
Per Stefano Ciocci
Io non ho nulla contro la signora che mi ha scritto e che comunque ha avuto la correttezza e la sensibilità di rivolgersi direttamente a me con nome e cognome, argomentando con educazione i suoi rilievi. Ho scritto di rispettare il suo dolore, pur non condividendo, però, le sue critiche. Comunque, ce ne fossero di persone che riescono a non tenersi tutto dentro il loro dolore e contribuiscono ad aprire un reale dibattito sulla droga, sulla enorme diffusione tra i giovani, sul ruolo delle famiglie.
Per quanto riguarda la mia vicenda personale, Lei sta sostenendo delle cose inesatte. Quando è morto mio figlio io ho fatto alla Polizia i nominativi di due o tre persone (già condannate per spaccio) che negli ultimi giorni di vita di Nicola gli avevano ripetutamente offerto di acquistare droga (ciò risulta anche dagli atti del procedimento), ben sapendo che aveva interamente scalato il metadone ed era quindi particolarmente vulnerabile. Dei vermi, quindi, che io annovero tra i responsabili morali della scomparsa di mio figlio. Poi le indagini appurarono che la dose fatale l’aveva venduta una nigeriana detta Susy, tramite un ragazzo italiano che con lei aveva un rapporto diretto di fornitura. Il ragazzo italiano è stato già condannato (anche se con lui e sua madre ci siamo incontrati, e ci ha chiesto e ottenuto cristianamente perdono), invece la nigeriana, che ha distribuito la morte mentre stava dando alla luce un bambino, è stata per qualche mese agli arresti domiciliari, per poi sparire (oogi pare che sia all’estero), a riprova ulteriore di quanto non funzionano le norme che reprimono il traffico e lo spaccio di droga.
Con la proibizione non credo si possa risolvere nulla, anzi….
Gli USA, nregli anni ’20 del secolo scorso, provarono per legge a bandire gli alcoolici…
Risultato fu che la criminalità organizzata si arricchì enormemente con il traffico illegale di alcool..
Il percorso della droga è lo stesso: se spacciare rende 3 o 4 volte di più al giorno di quanto io possa guadagnare onestamente ci saranno sempre legioni di persone disposte a spacciare.
Ed anche se le arrestassimo a vagonate il loro posto sarebbe immediatamente occupato da altri, poichè è redditizio, molto redditizio, spacciare.
Quindi la proibizione, nei fatti, non risolve assolutamente il problema, anzi lo aggrava in quanto con i traffici illeciti la malavita ci si ingrassa.
Ricordate quando in Italia c’erano le sigarette di contrabbando?
Poichè gli arricchimenti erano ingenti tale traffico non fu mai realmente fermato (nonostante gli innumerevoli sforzi costati) in quanto se sequestravi un motoscafo che contrabbandava le sigarette dalla nave a terra il giorno dopo, al suo posto, netrovavi 3.
Poi improvvisamente tale mercato è molto scemato… Non certo per gli arresti e le condanne ma solo perchè vi erano altre Nazioni dove era più redditizio andare a contrabbandare, cioè si era solo spostato.
Quindi il contrabbando di sigarette, così come lo spaccio e così come tutte quelle industrie illegali prosperano dove il mercato lo permette, cioè dove si fanno i soldi.
Se domani in Grecia o in Polinesia o in Mauritania il mercato degli stupefacenti fosse più redditizio che in Italia parte delle vendite si sposterebbero, dall’Italia, in quei paesi: quindi la risposta non può esesre solo di carattere repressivo ma deve anche fare leva sul tornaconto economico.
Poichè il mondo della droga genera enormi somme di denaro, tra l’altro non tassate, così comel’altrettanto mercato della prostituzione “proibire”non serve a nulla; questo è stato (per le droghe) più volte certificato anche da importanti organismi internazionali.
La risposta deve essere quantomeno molto articolata.
Dire semplicemente che la droga fa male, cosa che oramai sanno quasi tutti anche i più disattenti, non serve a nulla: tanto il ragionamento è “smetto quando voglio”, “sono troppo intelligente per cadere nella dipendenza”, “compro solo roba buona” e mille altre giustificazioni che servonio per autoconvincersi che nessuno dei drogati sarà mai tossicodipendente…..
Bisogna colmare il senso di vuoto che intere generazioni hanno oggi, la difficoltà di concepire un futuro dove non vi sonio garanzie.
C’è da lavorare sui giovani poichè molti sono intrinsicamente deboli e quindi facili prede dei venditori di morte.
C’è da lavorare nelle famiglie poichè se abbiamo dei genitori menefreghisti e disattenti ci saranno anche figli menefreghisti e disattenti.
C’è da lavorare sulla società, sull’economia, sull’etica….
Insomma un lavoro immane cui la scorciatoia del proibizionismo non serve a nulla ma anzi, paradossalmente, fa solo danni.
Buongiorno Avvoato, non la conosco personalmente così come non conosco le persone coinvolte direttamente o indirettamente nelle vicende richiamate all’attenzione nell’articolo. Questo mi impedisce di entrare, semmai ce ne fosse il bisogno, nel merito dello specifico fatto di cronaca. Posso solo limitarmi ad esprimere una riflessione sul fenomeno droga che ammanta in maniera sempre più soffocante i rapporti nella nostra quotidianità. Rimango perplesso sulla logica espressa dal Sig. Stefano Ciocci che collega due fatti completamente estranei solo allo scopo di giustificare una madre che pur difendendo l’indifendibile, comprensibilmente si espone nella tutela dei propri cari.
Ma stento a capire cosa c’entra questo con il voler giustizia per un evento delittuoso? Un padre non ha diritto a cercare la giusta condanna per chi commette reato? Chiaramente ognuno di noi si assume la responsabilità di quello che fa e ne paga le conseguenze.
Per quanto riguarda il mio rapporto con la droga, personalmente non riesco a non avere opinioni drastiche. Chi assume droga, seppur per provare solamente, almeno per una volta, come pare di capire il figlio della mamma in questione, è un pericolo per sè e per gli altri. Sempre e comunque, anche se circondato dalle mura di casa. Ci sarà qualcuno che mi dirà, ma cosa può danneggiarti un ragazzo/a che sniffa coca o eroina nel salotto di casa sua? Nulla apparentemente, salvo il giro di denaro che alimenta sempre più la pericolosità del crimine che sta alla base di tutto questo. Non dimentichiamo che se la camorra (o’ sistema), la mafia, la ndrangheta, la stidda, la sacra corona unita (per rimanere sulla delinquenza nostrana), gli albanesi, i cinesi, i nigeriani (per quello che al momento sappiamo) lucrano affari e comprimono seriamente i nostri diritti e la “qualità” della nostra vita, lo si deve al vorticoso giro di denaro dei consumatori abituali e occasionali delle sostanze stupefacenti. Chi si oppone alla logica dell’intimidazione e della prepotenza di questi balordi non solo patisce l’aggressività pericolosa di criminali senza nulla da perdere, ma subisce la condanna “morale” di chi è sempre pronto a perdonare. A Porto Recanati dove vivo, abbiamo cominciato da tempo a capire il circuito maledetto che rovina i rapporti familiari, amicali e di lavoro di chi cade nel buco della droga. Questo, almeno ai miei occhi, credo sia sufficiente per condannare senza appello chi spaccia ma sopratutto chi consuma, anche in modo occasionale.
Sempre per raccontare la mia esperienza personale, vorrei domandare alla mamma in questione che non conosco, come mai non mi è stata mai allettante l’idea di sballarmi? Perchè sono un eroe? Non credo.
Le volte che mi è capitato di avere proposte del genere, ho avuto reazioni energiche di rifiuto. Questo ha significato perdere amici, passare per lo “sfigato” (drogarsi è figo!), ma mi creda oggi che ho 37 anni e sono passato indenne alla buriana della gioventù seppur con fatica, guardo con malcelato disprezzo chi spaccia e chi consuma e le dirò di più!
Vorrei tanto che la legislazione fosse più severa, restrittiva. Il test antidroga dovrebbe essere obbligatorio nel mondo del lavoro, devo essere sicuro di potermi fidare del mio collega di lavoro, di chi sta operando mio fratello, di chi sta portando mio figlio a scuola, di chi sta decidendo sul mio futuro legiferando, di chi sta emettendo sentenza.
Mi creda Signora, l’indulgenza in questi casi, è un lusso che non possiamo permetterci.
L’emergenza educativa sta davvero in un presunto e generale buonismo-lassismo-mammismo dei genitori? Piuttosto, oscilliamo un po’ tutti noi, padri e madri, tra lo sguardo complice e la faccia feroce, guidati da ciò che pensiamo al momento sia giusto e conveniente secondo noi e per noi. Ci manca forse un pieno riconoscimento del figlio come Altro da noi, come libertà che vive e provoca, oltre ad una piena accettazione del nostro essere figli proprio in quanto genitori. Repressione e buonismo: due facce della stessa medaglia. Siamo poi sicuri che una volta le cose andassero meglio con quei genitori così nei loro panni e certo più repressivi della media odierna, cinghia paterna e compassione materna?
A volte li assolviamo proprio perchè la colpa è la nostra.
Carissimi Peppe Bommarito e Gaetano Angeletti per me siete sempre stati dei grandi amici anche se ormai sono anni che,purtroppo, non abbiamo occasione di frequentarci. Una amicizia nata in occasioni di lavoro per la grande stima che sempre ho avuto per il vostro modo di essere. Anche oggi il vostro impegno in questo settore, dopo aver provato sulla vostra pelle, per far si che dei giovani si salvino e che altri genitori non abbiano a dover piangere dimostra la vostra generosità. Peppe, tu dici che il tuo articolo di allora non puo’ aver influenzato i giudici e penso che, purtroppo, sia vero.
Magari le istituzioni fossero sensibili a chi invoca maggiori pene. Quante vite spezzate in meno e quanti genitori potrebbero essere felici accanto ai loro nipoti, figli di quei figli che proprio grazie alla severità delle leggi potrebbero salvarsi.
Peppe, Gaetano, non mollate mai!!!!
Purtroppo oggi la famiglia è diventata una aggregazione casuale di persone, una sorta di albergo dove ci si incontra a orari più o meno convenuti
I ragazzi tornando a casa-quasi sempre trovano un terreno di disputa dei loro genitori – ma che quasi mai riguarda loro stessi .
I genitori per stanchezza o per sopportazione verso un habitat che li ha stancati – si comportano come se tali non fossero –
Domande e risposte frequenti –
Babbo posso chiederti una cosa????
( senza sapere la natura della richiesta la risposta di solito e’ la seguente )
Cocco/a- sono stanco – dillo alla Mamma )
Mamma posso dirti una cosa???
Cocco/a
Ora ho da fare parla con tuo padre !!
Si palesi quel genitore che non ha mai passato la palla a chi sapeva già che non avrebbe fatto gol —
Ecco uno dei motivi per cui quel tipo
di competizioni che ahimè non sono sportive -i genitori che le disputano sanno già che sono perse in partenza –
Forse pero’ qui –
( quando in gioco c’è la vita dei propri figli ) il cambio degli allenatori – può contribuire a vincere
il campionato della vita !!
Un invito caloroso e pieno di profondo rispetto –
Sig.ra – se ama suo figlio – non vada a protestare con il Prof che gli ha messo un 2 sul tema del compito in classe copiato magari da internet – ma vada da lui e come le suggerisce anche il Sig Angeletti Pres Della Ass. Ne.Rondinella – lo esorti ad essere più duro con suo figlio – vedrà Fra qualche tempo lei ringrazierà il Prof – e suo figlio ringrazierà lei e lo farà mentre la abbraccia ….
Voglio lasciare una citazione a questa Sig.ra –
alla quale -quasi tutti noi commentatori Seppure con toni diversi cu sentiamo di dimostrare la nostra vicinanza –
” non cercare di rimediare ad un errore-significa commettere un altro errore ” .
… ma se becco uno spacciatore e lo tengo in galera per un anno, vuoi vedere che ci pensa bene prima di rifarlo? qui si parla di gente che è capace di spacciare anche durante gli arresti domiciliari!!!! ma stiamo scherzando????
la domanda giusta sarebbe : “a chi è che fa comodo che un grammo di coca costi 100 euro ?”,
Alla criminalità organizzata ? O allo stato che grazie al riciclo del denaro derivante dall’attività illecita si prende una bella fetta di quelle somme ?
Boss che investono i guadagni illeciti in ristoranti, immobiliari e attività imprenditoriali in regola su cui pagano le TASSE allo stato …
Ecco perchè non ci sarà MAI la legalizzazione, altro che tutela della salute e contrasto alla malavita … si tratta di interessi puramente ECONOMICI.
classica mentalità di qua….i figli propi sono santi, sono gli altri “delinquenti” che lo hanno trascinato.
questo per paura delle gente, piccolo paese quindi molta importanza alla reputazione e alle chiacchiere.
con tutto il rispetto che questa madre inizi un serio dialogo con il figlio senza mezzi termini e cerchi di aiutarlo…
sò di cosa sto parlando…conosco la vicenda e chi è coinvolto.
Sig. Ballini, il suo intervento può essere considerato delirante o interessante a seconda del senso che si vuol dare alle parole.
“prevenzione, no insulti e critiche”: gli insulti non sono mai giustificati e tantomeno educativi ma le critiche si. La prevenzione è efficace solo se implica la diffusione del concetto che tutte le droghe sono deleterie e che la dipendenza non è causata solo dall’uso delle droghe pubblicizzate come “pesanti” ma anche da quelle leggere o di nuova generazione c.d. “sintetiche”.
La critica al genitore non vale a giustificare il giovane ma coloro che hanno frequentato i gruppi di incontro per genitori dicono sempre di aver fatto finta di non sapere, di aver creduto che il loro figlio non era malato o dipendente … IL LORO FIGLIO ERA DIVERSO DAGLI ALTRI DROGATI.
“ci si droga perché Macerata non offre niente”: quanto di più sbagliato! Giustificare chi si droga scaricando la responsabilità sulla società è desolante. Macerata offre molto più di altre realtà ma anche chi abita a Scampia non può essere assolto per l’errore commesso.
“solo chi ci passa in prima persona sa quanto è difficile smettere”: giusto! E’ proprio questo che Giuseppe cerca di far capire quando sostiene che la porta di ingresso è spalancata mentre quella di uscita è un pertugio.
Il grande merito di Giuseppe è quello di tenere alta l’attenzione sull’argomento e di affrontare anche il problema del piccolo mercatino dello spaccio che invece è stato sempre sottovalutato.
sig. bommarito secondo lei avrei detto cose inesatte? macerata è un paesotto e tutti sanno tutto di tutti dunque nella sua vicenda è lei che ha scritto cose inesatte perchè dei tre ragazzi che ho già citato erano due uomini e una ragazza e suo figlio chiamava a questa ragazza che avrebbe avuto dei contatti con dei magrebini per procurare la droga richiesta da suo figlio e riguardo gli altri due neanche conoscevano suo figlio e si sono trovati coinvolti ingiustamente solamente perchè erano in compagnia di quella ragazza e gli ricordo che non sono spacciatori gia condannati come erratamente ha scritto! sig. bommarito ha confermato la mia ipotesi che i figli di nessuno sono delinquenti i figli di facoltosi hanno avuto una debolezza! sig. bommarito si ricorda che fece scrivere il giorno dopo sul giornale locale? non se lo ricorda ? gli rinfresco la memoria ” figlio di un avvocato trovato morto in casa per cause naturali” ma non fu lei ha trovarlo con la siringa ancora appesa al braccio? la verità fà male lo sò ma la verità è questa e la sanno in molti dunque gli altri sono colpevoli lei no! complimenti per la sua ipocrisia!
allora…signor sellone mi spiega che vuol dire se Bommarito sta mettendo tutto se stesso x combatter la droga con quello che ho scritto??????????? puo’ farlo anche in modo sbagliato nn crede?????? IO HO DATO UN CONSIGLIO ..e poi sellone io ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire STARE MALE CON L’EROINA e ne so piu’ di tutti quanti voi che chiacchierate chiachierate ….
a.marchiori IN PRIMA PERSONA INTENDEVO SULLA PROPRIA PELLE…NON CREDO CHE IL SIGNOR BOMMARITO ABBIA MAI USATO EROINA NOOO????? e poi per quanto riguarda MACERATA NON OFFRE NIENTE…..SE LEI MI DICE CHE MACERATA OFFRE MOLTO MI SCUSI E NN SI OFFENDA MA LEI NON E’ USCITO MAI DI CASA…….
Sig Bellini
Mi perdoni ma lei purtroppo
da la sensazione di non esserne
completamente fuori –
Per quel che riguarda Bommarito penso
possa tranquillamente fare a meno dei suoi consigli .
Per quel che riguarda poi il poter dare i nostri modesti
contributi alla tematica – non ritengo che un buon terapeuta
per curare un suo paziente debba necessariamente
essere affetto dal suo stesso male – a tanti scienziati per esempio
e’ bastato studiare parecchio – e il loro sacrificio poi e’ servito
a tutti noi che nel frattempo facevamo altro .
sellone MI DISPIACE DELUDERTI MA IL TUO GIUDIZIO NN MI FA CHE RIDERE….DIMOSTRI ANCORA DI PIU’ QUANTO NON CAPISCI NIENTE DI TOSSICODIPENDENZE E PROBLEMI DI DROGHE IN GENERALE….SONO FELICE CHE LA PENSI COSI PERCHE’ IO LA GENTE RUFFIANA COME TE NON LA CONSIDERO NEANCHE…..E SICCOME CHI HA PIU’ GIUDIZIO LO USA……DIMMI CIO’ CHE VUOI TANTO NON MI ABBASSERO’ PIU’ AL TUO LIVELLO CONTINUANDO A RISPONDERTI……..LAVORO 12 ORE AL GIORNO FIGURATI SE HO VOGLIA DI STARE A CONFRONTARMI CON UNO CHE LA PENSA COME TE !!!!!
Per Stefano Ciocci
Le rispondo solo perchè un giornale on line, quando ci metti la faccia, nonchè il nome e il cognome (quelli veri, nel mio caso), richiede di confrontarsi con tutti, anche con quelli che intervengono solo per ferire e cercare di fare del male, con una cattiveria che calpesta ogni regola di rispetto dell’altrui dolore e di civile convivenza.
La vicenda degli ultimi giorni di mio figlio, come io l’ho descritta, corrisponde esattamente a quanto risulta dal fascicolo delle indagini preliminari, dove è emerso con chiarezza, anche negli interrogatori a cui sono state sottoposte presso la Questura di Macerata, il ruolo nefasto di queste persone di cui Lei sta parlando. Se vuole, può venire a trovarmi in studio e glielo farò leggere, così avrò pure modo di conoscerLa, anche se per me, sinceramente, non sarà certo un piacere. Quanto alla mia ipocrisia, Le ricordo che due o tre giorni dopo la morte di Nicola è uscita su tutti i giornali locali una lunga lettera a mia firma in cui dicevo con chiarezza che Nicola era morto per overdose di eroina (anche questi articoli li conservo in studio), e sulla morte per droga di mio figlio ho scritto ben due libri, letti da centinaia di persone, nei quali ho detto chiaramente come erano andate le cose, proprio nella speranza che la tragica vicenda di Nick potesse servire ad evitare altre morti così assurde.
RISPOSTA PER FIO…..SENTI L’AVVOCATO DOVEVA CONTROLLARE PRIMA SUO FIGLIO… E POI IO CI SONO PASSATO IN PRIMA PERSONA HO SOFFERTO COME UN CANE E NE SONO VENUTO FUORI E QUINDI CARA/O FIO NE SO PIU’ DI TE E DELL’ AVVOCATO……IO TALE DEVASTAZIONE COME DICI TU LO PROVATA SULLA MIA PELLE MA HO TIRATO FUORI GLI ATTRIBUTI E NE SONO USCITO !!!!!!CAPITO!!!!! NO CHE NE so’……. SIETE VOI CHE COME IN QUESTO CASO GIUDICATE SENZA NEANCHE SAPERE……P.S. SIg. BOMMARITO HO TIRATO IN BALLO IL SUO ESEMPIO PER RISPONDERE A FIO…. NON DI CERTO PER FERIRLA O OFFENDERLA FIGURIAMOCI SE MI METTO A OFFENDERE D’ AVANTI LA MORTE DI UN RAGAZZO….NON CAPISCA MALE E’…CI TENGO A DIRLE QUESTO PERCHE’ HO RISPETTO X LEI ANCHE SE NN LA PENSIAMO ALLO STESSO MODO..
Sig.Ballini
la devastazione di cui parlavo e’ quella della perdita di un figlio …..mi dispiace moltissimo se Lei ha provato l’eroina e sono molto felice se e’ riuscito a venirne fuori …ma questo non vuol dire che un padre che ha perso un figlio e che da quel giorno della sua morte sta cercando di fare qualcosa x salvare (nei limiti del possibile)qualcuno dalla stessa fine di suo figlio o di sensibilizzare i genitori x non fare gli stessi suoi errori ( che ha sempre ammesso apertamente) …….non possa parlare solo perche’ non si e’ mai drogato!!!!
@ Bollini
Seguito dandole del lei – il tu e’ troppo intimo e noi grazie a Dio intimi non siamo- vengo quindi -e pure io lo faro’ per l ultima volta- a lei .
1 ) cosa le fa pensare che mi avrebbe deluso dopo avermi detto che lei ride.
A dire il vero che lei fosse
uno con la bocca sempre abbondante di sorriso lo avevo intuito subito dopo aver letto il suo primo commento .
2) lei dice di aver più giudizio di me.
E’ verissimo e penso che la cosa dipenda dal fatto che lei molto pronabilmente lo utilizza poco niente – quindi non si pregi di averne tanto ma inizi a consumarlo .
( parlo del giudizio )
3) consiglio non richiesto ma dovuto
Lavori meno 12 Ore sono troppe –
e altro consiglio appena terminato il lavoro si conceda qualche ora in più di sonno ristoratore _ non si dedichi
alla scrittura di castronerie
Si ricordi che Muccioli vi curava e pure lui come tanti altri che lo fanno
le uniche pere che conosceva erano
quelle che di sbucciano.
Buon lavoro e buona giornata..
ballini se smette di usare il caps lock risulta essere più gradevole e credibile da leggere
sig. bommarito le faccio le mie scuse se ho scritto parole pesanti ma in quell’occasione mia sorella che ha un figlio tossicodipendente che adesso è in comunità ebbe una perquisizione da parte delle forze dell’ordine rovesciandogli casa senza trovare nulla perchè non è uno spacciatore. sig. bommarito è stato proprio mio nipote a raccontarmi tutta la storia come le ho descritta perchè lui si trovò coinvolto in parte come già le ho detto nella vicenda non conoscendo suo figlio e gli altri indagati di quella triste vicenda però mia sorella si informò del fatto tramite un vicino di casa che è un carabiniere e gli raccontò la vicenda come le ho descritta perchè mio nip. si chiuse in un silenzio nei nostri confronti disse solo di non conoscere nessuno infatti mi sembrò strano perchè abitano in periferia a diversi chilometri da macerata e la città non l’ha mai frequentata i suoi amici sono di corridonia e monte san giusto. sig. bommarito io non abito nelle marche per lavoro ma le assicuro che quando verrò a trovare l’unica sorella che ho tra l’altro vedova la verrò a conoscerla. sig. bommarito mi scusi di nuovo non volevo offenderla ma ieri mi ero alterato un pò e mi scusi per gli errori di scrittura possiedo solamente la terza media da trentanove anni ai tempi di prima bastava e purtroppo me ne sono pentito di abbandonare gli studi. sig. bommarito sarò ripetitivo ma mi scusi ancora e buona fortuna.
Sig Ciocci
Mi sento di complimentarmi con lei –
Una persona che comprende di aver sbagliato
e che pubblicamente chiede scusa con tale
forza merita di essere complimentata –
Speriamo che il suo esempio venga seguito anche da altri .
Sig Ciocci,
anch’io mi complimento con Lei…..una persona che dice “MI SCUSO” e’ sempre una GRANDE persona !!!!
quanta cattiveria assurda verso chi ha il coraggio e la forza di battersi contro uno dei più gravi cancri della nostra società… forse chi scrive con tanta acrimonia non si rende conto che quest’uomo sta convivendo con il dolore più atroce e assurdo che il destino può riservare a una persona. Forza Bommarito: anche se non la conosco, non molli mai questa battaglia
Mi associo a Giorgio, caro Peppe.
Questa è la tua “inchiesta”-battaglia migliore. Quella che vale la pena di essere percorsa senza requie e senza sconti, perché riguarda la vita. Tutto il resto è lecito ed anche opportuno, ma avrà comunque il giusto ritorno alla fine dei giorni (sia quelli di tutti quanti, sia quelli specifici di ognuno). Qui, invece, ne va degli innocenti. Qui non possono esservi distinguo. Al tuo fianco, dunque. Come sempre.
Filippo
grazie avvocato
ho avuto la fortuna oltre che il piacere di ascoltarla a scuola, in un’attenta analisi, con parole semplici ma vere… in classe poi, gli alunni hanno posto domande precise e pertinenti ed hanno approntato dei cartelloni… lo stesso argomento è stato letteralmente eviscerato dal corpo della finanza di macerata, da volontari del 118 e dal personale della scuola guida che prepara i ragazzi al conseguimento del certificato d’idoneità per la guida del ciclomotore…
la scuola educa e cerca di preparare i ragazzi alla vita ma, si ha bisogno del sostegno e della stima di chi sta al di fuori che invece, non conoscendo la realtà scolastica, è sempre pronta alla facile critica…
auspico anche una maggiore serietà, autorevolezza da parte dei genitori (non tutti per fortuna), e collaborazione… se si fa sinergia e si tende al bene comune che è la sana crescita dei nostri figli, forse possiamo cominciare a pensare di aver tracciato un ponte per poter, un domani… edificare
Non finirò mai di ringraziarla per le verità che annuncia, verità che sono sotto gli occhi di tutti quelli che le vogliono vedere. Lei mostra molto rispetto per la signora che l’accusa.
Personalmente penso che questa madre non capisca un beneamato … Signora si svegli!!! Va da su fb, legga tra le righe degli sms e prenda atto che suo figlio è quello che è. Anche se i giudici l’avessero condannato ingiustamente certamente non è un esempio. Lo so che è dura ma se vuole arrendersi lo faccia almeno con consapevolezza.
Non trovo disdicevole un genitore che dice: ho fatto quello che potevo ed ho perso, metto tutto nelle mani del Signore. A mio avviso è meglio di quello che dice mio figlio? Non è possibile me l’avrebbe detto…
Ai fautori della legalizzazione dico solo: l’alcol è perfettamente legale ma questo non impedisce di vedere tutti i sabati ragazzi ubriachi che si schiantano sulle strade o, peggio, addosso a viaggiatori ignari.
Non sarebbe il caso di una proposta di legge che almeno vieti il consumo (non l’abuso ma il semplice uso) di droghe, alcol, fumo in pubblico? Per i bar si potrebbero fare eccezioni sino a una certa ora e semprechè non servano chi è già palesemente su di giri.