<Ma c’è una cosa, una, una soltanto, che va a genio ai comunisti? Fanno parte della maggioranza ma sono sempre contro l’Amministrazione. Come ai tempi di Prodi, contro il quale marciavano in piazza fino a farlo cadere. Dal Pdl, invece, arrivano richieste inconciliabili con la crisi che viviamo: nuovi parcheggi, ascensori, strade, piscine, palasport di nuova generazione e addirittura un campo sportivo per il rugby. E perché non anche un Palazzo del ghiaccio? Sembra di vivere sulla luna. E c’è anche qualche pidiellino che va ripetendo che Macerata è una città quasi preda della malavita. Si può sopportare una tale fesseria?>.
Così domenica mattina, sotto la Loggia dei Mercanti, è sbottata una signora che stava scorrendo visibilmente contrariata le cronache dei quotidiani locali. <Non so voi – si è poi rivolta ad alcuni dei presenti – ma io sono stufa di leggere la solita solfa di questa inadeguata casta politica che accusa il Comune di tutti i mali del mondo e che vorrebbe farci credere che Macerata è una città miserevole e insicura. I giornali, vivaddio, provino ogni tanto a sollevarci il morale con notizie meno deprimenti>.
E’ difficile stabilire fino in fondo cosa sia la verità, ma è molto facile riconoscere una falsità, ripeteva Albert Einstein. Volendo sposare questo chiarissimo concetto, sembra realistico sostenere che i maceratesi non vivono in un luogo tutte rose e fiori, ma è mistificatorio attribuire alla loro città connotati assolutamente inventati e ingannevoli.
Vero è che l’Italia arretra pericolosamente in tutti i settori e che anche Macerata perde colpi, pur mantenendo elevato il suo indiscutibile livello culturale, un consolidato e riconosciuto senso civico e una buona qualità dei servizi primari. Per quanto tempo ancora non è dato sapere, visto il clima di degrado politico, economico, etico e morale che sta attanagliando l’intero Paese e che rischia di tramortire famiglie, aziende e enti locali, mai come in questa fase storica così fragili, tartassati e indifesi.
La signora che ha lanciato i suoi lamenti in piazza è una insegnante solitamente riservata, lontana mille miglia da partigianerie politiche o schieramenti ideologici. Ma in uno scatto di orgoglio – ha precisato lei stessa – si è sentita in dovere di prendere le distanze da chi lancia accuse inverosimili al capoluogo, nel quale niente funzionerebbe e nel quale starebbe addirittura mettendo radici la malavita organizzata. Magari con bande di stupratori, alcolisti e malfattori della peggiore risma. Il solleone estivo fa brutti scherzi. La critica è legittima e pure necessaria, ma se deborda nella faziosità (politica) rischia il ridicolo.
Ma andiamo al sodo: Macerata per quanto tempo ancora riuscirà a mantenere i suoi tradizionali livelli di vita? Questo è ciò che interessa davvero, il resto è solo chiacchiericcio. Per la cronaca, Macerata – ancora oggi – è ai vertici della graduatoria nazionale del viver bene, è anche la prima città della provincia per reddito pro-capite (24.089 euro) e seconda nelle Marche, superata solo da Ancona (25.153 euro). Non sono richiesti salti di gioia, ma solo una valutazione oggettiva di dati inoppugnabili.
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Tutti i Paesi del vecchio continente stanno lentamente uscendo dalla crisi degli ultimi mesi, ma l’Italia resta al palo. Conti sotto controllo? Sarà, ma ad aprile, ultimo rilevamento della Banca d’Italia, il debito pubblico è aumentato di 47,6 miliardi attestandosi a quota 1.890 miliardi di euro. Un dato che fa tremare i polsi ed è per questo che l’agenzia di rating Moody’s (non solo essa) ha sentenziato che il nostro Paese è a rischio di declassamento. A quanto pare, la cura da cavallo che il Governo ha imposto agli italiani non ha dato i frutti sperati. Anzi, la situazione è peggiorata. Sono stati erosi i risparmi delle famiglie, gli enti boccheggiano e molte aziende sono in fallimento. Secondo l’Istat un italiano su quattro è a rischio di povertà, vale a dire ben quindici milioni di persone. E i giovani? Per loro il futuro è drammatico. <Vadano ai mercati a scaricare le cassette della frutta>, è la ricetta consigliata dal ministro Brunetta. Commovente!
Fioriscono da nord a sud i cartelli <Si vende> e <Si affitta> su negozi, capannoni industriali, ristoranti e appartamenti. La sanità perde ovunque pezzi importanti. A Roma – la capitale! – hanno cessato di esistere diverse strutture di cura e ricovero e proprio in questi giorni sono state smantellate le sale chirurgiche del prestigioso Istituto Oftalmico, a due passi da S. Pietro. Ma non sono casi isolati. Gli ospedali in affanno sono numerosi in Italia. Organici di medici e infermieri ridotti all’osso, tecnologie per indagini scientifiche obsolete, reparti dimezzati e liste di attesa sempre più allungate. Anche il diritto alla salute registra incrinature preoccupanti. E sono in arrivo ticket al Pronto soccorso, per la diagnostica e la specialistica.
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Non va meglio per le scuole. Ovunque, tagli drastici di insegnanti (pagati tra l’altro una miseria) e aule ridotte a dei pollai con trenta e più ragazzi incassettati in pochi metri quadrati, con buona pace per la didattica e l’igiene. I precari protestano? Ma la smettano, ha tuonato ancora quel simpaticone di Brunetta: <Siete la parte peggiore del Paese>. E la migliore, signor ministro, qual è? Forse quella dei faccendieri e dei lobbisti? Quella degli speculatori che trasferiscono i miliardi nei paradisi fiscali? Quella di ministri arroganti e scrocconi che vanno alla partita con la scorta e gli aerei di Stato? O quella delle cricche e dei furbi che non pagano le tasse, che sfruttano i dipendenti o che traggono vantaggi dal lavoro in nero e dall’economia sommersa? Riferisce l’Agenzia La Presse che l’elusione e l’evasione fiscale hanno raggiunto il tetto dei 130 miliardi di euro. Una cifra spaventosa: quasi 260 mila miliardi di vecchie lire sottratti all’Erario e ai cittadini onesti! Paese senza vergogna il nostro, nel quale la pratica della corruzione e dell’affarismo sfrenato è la norma e nel quale una prestazione sessuale può rappresentare il lasciapassare per un dorato posto di lavoro o di potere. E’ truccato anche il campionato di calcio. E le sostanze dopanti infettano vari sport. Questa è l’Italia ai giorni nostri. Ne pagano le conseguenze i poveri cristi, sempre loro; per altri è una cuccagna.
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La crisi intanto non si placa. <Situazione molto grave per gli enti>, commenta Giulio Conti, uomo di destra dalla nascita. <Non si sa dove sbattere la testa>, aggiunge Romano Carancini, del centro sinistra. Nessuno si salva. Si piange anche nel ricco nord-est del Paese. Il <Corriere delle Alpi> – area del ‘’sacro prato’’ della Padania – rileva che i Comuni del Veneto sono al collasso. Nella Valle Brentana – informa l’Eco di Bergamo – molti servizi pubblici sono stati ridotti o eliminati, in altri sono aumentati i balzelli fiscali locali. Si pensa da qualche parte di tenere spenta di notte l’illuminazione pubblica. Diversi imprenditori si sono tolti la vita perché ossessionati dall’idea di dover licenziare i propri dipendenti. C’è ben poco da stare allegri. Ma se il presente fa tristezza, il futuro è un salto nel buio. Soldi non ci sono e gli enti boccheggiano. <Più tasse se vogliamo mantenere tutti i servizi>, annunciano amministratori di destra e di sinistra. Come non bastasse, sono in arrivo altre cure dimagranti. Bollette più care per luce, rifiuti, gas, benzina, acqua, autostrade e trasporti. E cancellazioni di treni (anche in provincia), pedaggi più salati e forte stretta per le pensioni medio basse. Quelle alte sono salve. Intoccabili pure i privilegi dei manager e quelli dei parlamentari che all’indennità di base (la più alta d’Europa) aggiungono benefit sconosciuti in altre parti del mondo: assegni per i portaborse, sanità gratuita, ristoranti a Montecitorio a prezzi stracciati, tessera di libero accesso sugli aerei, sulle navi, sui traghetti, sui bus, sulle corriere, al cinema, nei teatri, negli stadi. Il <rivoluzionario> Fausto Bertinotti, al pari di tutti gli ex presidenti delle più alte istituzioni, non ha più incarichi ma usufruisce ancora della scorta. La cancelliera tedesca Angela Merkel viaggia su aerei di linea e paga il biglietto. Il premier inglese David Cameron gira per Londra in bicicletta, senza nessuno al seguito.
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Con questi chiari di luna anche Macerata e la provincia potrebbero molto presto dover fare i conti con situazioni quanto meno imbarazzanti. Le sforbiciate del Governo sono state micidiali. I bilanci pubblici sono in larga misura assorbiti dalla spesa per i dipendenti, mentre resta ben poco per gli investimenti, con la quasi certezza che non potranno veder la luce molti dei programmi annunciati. Dappertutto, non solo a Macerata. <Non è possibile vivere in un Paese senza regole e con tante disparità>, ha replicato a ‘’Otto e mezzo’’ Lilli Gruber al direttore di ‘’Libero’’ Maurizio Belpietro, il quale minimizzava lo scandalo della P4 dal quale non emergerebbero fatti di rilevanza penale. <Penali o no – ha aggiunto la Gruber – sono vicende gravissime. Tutta la melma che sta venendo a galla non è rassicurante per il nostro Paese. Tu dici, caro Belpietro, che così fan tutti. Ma non è vero. Io sono indignata, come milioni di italiani. E temo che i giovani arriveranno prima o poi armati di forconi…>.
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Clima pesantissimo, dunque, ma è falso sostenere per interessi di bottega (politica) che da noi nulla funziona e che di colpo in questa città si sono addirittura ridotti gli argini della sicurezza. E’ vero invece che i servizi pubblici sono tuttora sufficientemente attivi (speriamo anche nel prossimo futuro, ma non siamo granchè ottimisti) e che la sicurezza, da sempre, non è un problema per il capoluogo. Va comunque ricordato che è di competenza delle Forze dell’ordine e non dei Comuni la sorveglianza del territorio. I sindaci sono amministratori della cosa pubblica e non sceriffi con la stella al petto. Certo, i controlli sarebbero ovunque più capillari se migliaia dei bravissimi nostri poliziotti, finanzieri e carabinieri fossero maggiormente impegnati per le strade e non per fare la guardia alle faraoniche ville dei Soliti Noti. Sempre in tema di sicurezza, piano comunque con le parole in libertà. Potrebbe spingere qualche testa calda a compiere scorribande delittuose il messaggio falsificato di una Macerata indifesa e fertile terreno della malavita. Signori politici, più serietà.
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Caro Battistini,
ti chiedo una cosa soltanto. Una cosa di sinistra, pensa un po’…
Visti i tempi che corrono e le casse prosciugate (come recita il penoso ritornello di questa Amministrazione), come mai i dirigenti percepiscono – oltre il cospicuo stipendio di base – anche l’incentivo?
@davoli… esatto filippo! concordo!!! in tempo di crisi e ristrettezze bisogna, TUTTI, stringere la cinta!!!
E’ vero che i comuni non navigano in buone acque, ma è altrettanto vero che i soldi per certe cose non mancano mai. Basti pensare, come dice anche Davoli, agli stipendi ed agli incentivi dei dirigenti, gli stessi dirigenti che a volte fanno accordi con altri comuni per spartirsi gli incarichi.
Quindi; se non fosse chiaro, spesso i dirigenti hanno: stipendio, incentivo, incarichi professionali supplementari, alla faccia dei precari, dei contrattisti a termine, ma anche dei giovani professionisti che cercano invano qualche piccolo lavoretto negli enti.
Per chi volesse approfondire l’argomento, i suddetti stipendi sono pubblici e su internet. Cercateli e inorridite, voi poveri plebei!!
Egregio Battistini, sine ira ac studio, lei che farebbe? dove prenderebbe i soldi? Cosa e dove taglierebbe?
Concordo in pieno con ciò che hanno scritto i miei predecessori di commento.Devo constatare però,che ciò che ha detto Brunetta non è del tutto sbagliato ossia che i giovani debbano andare a scaricare le cassette della frutta.Per carità non deve esser mica un obbligo,però un pò di formazione lavorativa cominciandosi a sudare un pò di soldi,specialmente nei mesi esitivi,non è che farebbe poi tanto male.Io mi ricordo bene che quando avevo 15 anni andavo al mercato della frutta a piediripa,e con me c erano anche i miei amici con i quali si usciva la sera al bar.Bè da quelle cassette della frutta a distanza di una ventina d anni,sono usciti un avvocato,un architetto,e ben 2 ingegneri.Sinceramente quello che ha detto Brunetta non mi sembra così commovente.
Grazie per la digressione storica, Sig. Mario Meo. Non deviamo dall’argomento, però.
Aggiungerei anche un’altra domandina per l’estensore di questo corsivo che andiamo commentando all’unisono: sempre in tema di mancanza di soldi, da dove spuntano i 500.000,00 euro (se il dubbio su questa spesa viene confermato dagli atti) con cui il Comune avrebbe finanziato l’allestimento del “Così fan tutte”?
Qst “articolo” si commenta da solo…
@ Mario Meo:
ci sono moltissimi giovani che accettano un qualsivoglia lavoro per avere un pò di indipendenza economica, non pensi che siano tutti figli di papà, anzi…
Il commento di Brunetta si inserisce nell’ottica che i giovani devono fare da cuscinetto ai privilegi degli anziani. E’ solo questo il motivo che ha fatto dire questa idiozia al ministro.
C’è un preciso disegno che porta la società a ‘schiavizzare’ i giovani, rendendoli precari non solo nel portafogli, ma anche psicologicamente. Mi spiego meglio. Se uno non ha un lavoro fisso, sicuro, è instabile, ha paura ed è più soggetto a ricatti, fino a quando arriva il politico di turno, gli chiede il voto e gli assicura un lavoretto (precario). Finito tale lavoretto, l’insicurezza ricomincia, la paura prende il sopravvento ed aumenta se nel frattempo si è deciso di metter su famiglia, rendendo il soggetto progressivamente più ricattabile.
Ciò è quello che succede da molti anni e ciò che è venuto fuori, ad esempio, con le inchieste calabresi sulle agenzie di lavoro interinale, create proprio per legalizzare ed ufficializzare il ricatto sopra descritto.
Ciò succederà finché i giovani non si arrabbieranno sul serio e pretenderanno i loro diritti!!!
Caro Mario,
il tuo articolo contiene molti spunti interessanti, spaziando dalla dimensione locale a quella nazionale.
Voglio concentrarmi solo su un paio di aspetti.
Il primo è la difficoltà, in questo momento storico, di amministrare un qualsiasi ente territoriale. La crisi esiste e si fa sentire, i finanziamenti agli enti locali diminuiscono, alcune sacche di privilegio sono dure a morire, e dappertutto chi amministra, dovendo fare i conti con la cassa, è costretto a fare i conti della serva e si lamenta dei tagli e della impossibilità di garantire il livello attuale dei servizi, e, sempre dappertutto, chi sta all’opposizione critica la maggioranza al governo per l’immobilismo, per la mancanza di coraggio, per l’incapacità di saper individuare le giuste priorità. Nella nostra provincia assistiamo a questo balletto, a ruoli invertiti, nei due più importanti Comuni, Macerata e Civitanova Marche.
E’ il gioco delle parti, al quale purtroppo non si sfugge. Secondo me, il problema fondamentale è quello delle priorità. Rimanendo all’ambito locale, credo che queste priorità dovrebbero essere scelte dall’Amministrazione in carica coinvolgendo il più possibile i cittadini, anche con strumenti di consultazione via internet. Questo metodo, se adottato ad esempio circa il rifacimento del manto stradale delle mura, avrebbe forse dirottato i pochi fondi disponibili per le opere pubbliche verso altre scelte, ritenute più impellenti.
Il secondo aspetto è quello della criminalità organizzata. Una premessa è d’obbligo.La criminalizzata organizzata non organizza eventi per far sapere che è arrivata in una certa zona, non affigge manifesti invitando le autorità locali ad un buffet. Al contrario, per iniziare ad insediarsi in una determinata zona (con preferenza in quelle dove minore è l’allarme sociale e dove più sviluppati sono i settori del turismo e degli esercizi pubblici connessi, come, ad esempio, le Marche), cerca di muoversi il più possibile sotto traccia. La sua presenza può essere desunta solo da alcuni indizi, da alcuni segnali.
Nella nostra regione il gen. Francesco Petraroli, comandante regionale sino a qualche giorno fa della Guardia di Finanza, ha in più occasioni dichiarato che le Marche sono già terra di conquista del crimine organizzato. Il Presidente della Corte di Appello ha rilevato nela sua relazione annuale l’aumento percentuale di quasi tutti i crimini tipici delle varie mafie (estorsione, usura, associazioni a delinquere, ecc..). Alcuni recenti sequestri di sostanze stupefacenti, imponenti per la quantità o particolari per le modalità, non possono essere certo attribuiti a qualche delinquentuccio locale (e la droga è il campo privilegiato dell’attività delittuosa delle mafie).
Nel pesarese i più importanti alberghi e ristoranti sono risultati essere in mano ai casalesi. Gli arresti, anche nella nostra provincia, di trafficanti e spacciatori evidenziano che chi tiene in mano le redini del gioco è la malavita organizzata del sud, in sinergia con i gruppi mafiosi albanesi e nigeriani. Anche da noi continuano a sorgere centri commerciali del tutto inutili in relazione alle capacità di spesa del comprensorio (e questo è uno dei settori tipici del riciclaggio del denaro sporco).
E potrei continuare a lungo nel ricordare una serie di segnali e di indizi veramente inquietanti circa la presenza da noi del crimine organizzato. E’ vero, la certezza, sino a situazioni conclamate, non può averla nessuno. Però non ci scordiamo di due cose: nella vicina Romagna, terra con una struttura economica sociale molto simile a quella marchigiana, la presenza delle cosche camorristiche, siciliane e calabresi, è stata da tempo indiscutibilmente accertata; in Lombardia, dove l’allora Prefetto e il Sindaco Moratti respingevano sino a due anni fa con sdegno le inchieste giornalistiche che evidenziavano una sempre maggiore presenza della ‘ndrangheta, le autorità politiche e istituzionali hanno dovuto fare il mea culpa per non aver voluto vedere una realtà criminale che traspariva da molti fatti.
Con stima, Giuseppe Bommarito
Alla signora che si lamentava sotto la loggia per le richieste dell’opposizione vorrei ricordare che trattasi di promesse elettorali della attuale amministrazione e non di richieste dell’opposizione. E in qualche caso (vedi polo natatorio) il mutuo è già in corso a vuoto.
Per quanto riguarda i Comunisti Italiani, beh per fortuna che alzano la voce. Forse sono gli unici in maggioranza che non temono di ritornare al voto. Grazie a loro è stata scoperta la marachella di Carancini sul presidente dell’APM (doppi e tripli incarichi),
Caro Battistini, quando la vede le ricordi questi particolari così magari non penserà che il suo amato sindaco sia un agnellino circondato da lupi feroci.
E le ricordi anche che è grazie alle amministrazioni Meschini / Carancini che si trova a pagare una TARSU aumentata del 23% per far fronte ad una multa della Regione Marche perché non facciamo la raccolta differenziata.
Ma l’articulu parla de Macerata che sta sulla Luna? Perché quella che so conosciutu non pare lu Paradisu!!!
@bimbo triste
Quoto integralmente quello che hai detto..
E’ evidente che l’ex cronista locale ha perso un’occasione per approfondire meglio la realtà locale e magari avvicinarsi di più alla verità, anche se non ha detto delle falsità.
I commenti lo dimostrano.
La particolare “contrattazione decentrata” riservata ai dirigenti del Comune di Macerata, ha prodotto negli anni quella clamorosa escalation dei redditi ricordata da molti commentatori e che costiutisce un primato regionale.
Il problema è che a questi redditi non hanno corrisposto e non corrispondono altrettanto elevate prestazioni, osservando i risultati ottenuti in quasi tutti i settori, dai lavori pubblici all’assistenza sociale sino all’ospitalità turistica e gestione del patrimonio culturale.
Non è un problema di destra o di sinistra, si tratta di ripensare lo strapotere corporativo assunto dalla macchina, non solo comunale, ormai in grado di condizionare anche la guida politica.
Certamente anche la politica amministrativa locale non è esente da gravi responsabilità.