La mappa
dello spaccio

Ecco i luoghi dove i ragazzi si procurano hashish e marijuana

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di Giuseppe Bommarito *

La cannabis risulta essere anche a Macerata la sostanza stupefacente più diffusa tra i giovanissimi, i quali vengono a contatto con questa droga già  nelle scuole medie inferiori, ad una età che che sempre più  si abbassa e che oramai si attesta intorno agli 11-12 anni. Dai dati del Sert di Macerata risulta che sono sempre di più, e sempre più giovani, i ragazzi che, inconsapevoli del male che si procurano, iniziano con gli spinelli il loro percorso nel territorio minato della droga.

Il notevole incremento delle operazioni delle forze dell’ordine registratosi nell’ultimo anno, con i sequestri di droga e gli arresti di spacciatori che ne sono conseguiti, ha in verità leggermente ridotto in città la disponibilità sul mercato illegale delle varie sostanze, cannabis compresa. Su questa strada bisogna ovviamente insistere. La nostra provincia resta però, proprio per la scarsa percezione sociale del pericolo, un territorio molto appetibile per le organizzazioni criminali che prosperano sul traffico degli stupefacenti, come dimostrato anche dal recentissimo arresto di un corriere a Fermo con ben mezzo quintale (!!!) di hashish, destinato proprio ai giovanissimi consumatori del fermano e del maceratese.

Ma dove trovano l’hashish e la marijuana i nostri ragazzi? Spesso il contatto con gli spacciatori, conosciuti tramite il passaparola e raggiunti per telefono o anche a mezzo di messaggi apparentemente innocui su facebook (tipo: ci vediamo oggi al solito posto? oppure: troviamoci al solito bar per fare due chiacchiere), avviene su appuntamento in un locale pubblico, per strada, in macchina. Ci sono pure gli spacciatori “supermarket”, che ricevono a casa, offrono sostanze di tutti i tipi e consentono anche l’immediato consumo al riparo da occhi indiscreti: negli ultimi mesi almeno due spacciatori così attrezzati, uno in via Pace e uno in centro storico, sono stati arrestati dai carabinieri.

Altre volte la ricerca del fumo viene fatta dai ragazzi nelle zone dove si sa che gli spacciatori girano. I luoghi dello spaccio a Macerata sono più di uno. Molto frequentati dai giovanissimi sono il tristemente famoso terminal degli autobus, i giardini Diaz e il cosiddetto “triangolo delle Bermuda”, ai cancelli. Qui è possibile vedere ragazzini da poco usciti dalle elementari che cercano nervosamente il contatto giusto, o che vengono avvicinati dai mercanti di morte. Dopo lo scambio velocissimo di soldi (il costo di una dose, poco più di dieci euro, è ormai alla portata di tutti) e hashish o marijuana, il primo consumo, quasi sempre di gruppo, avviene nei vicoli di via Mozzi o in quelli dietro la ex Standa. Discrete attività di spaccio di cannabis vengono anche segnalate, nelle ore giuste, allo skate park, sotto via Mugnoz; nel sottopassaggio che collega via Dante con il parcheggio del Tribunale; nelle adiacenze del centro sociale, vicino all’INPS; il giovedì sera, nei pressi di una discoteca del centro; nei mesi estivi, in via Spalato, poco lontano da una frequentatissima gelateria; nei giardinetti di Sforzacosta,; la sera, appena fuori Macerata, a San Claudio, o nelle immediate vicinanze, precisamente nei dintorni di un bar aperto 24 ore su 24.

C’è poi tutto il microspaccio che avviene nei pressi o dentro tutte le scuole maceratesi, negli ultimi tempi un po’ diminuito per la maggiore vigilanza dei presidi e degli insegnanti e per le ripetute iniziative di informazione e prevenzione.

Centinaia di ragazzi maceratesi vengono così precocemente in contatto con la droga. Alcuni, per fortuna o per l’intervento deciso delle famiglie, riescono a limitarsi ad una esperienza del tutto occasionale con le canne; altri vanno invece avanti, rincitrullendosi di spinelli e candidandosi a pesanti insuccessi scolastici, a danni cognitivi e caratteriali ed anche a vere e proprie malattie psichiatriche; altri ancora passano alla cocaina e all’eroina (per l’85% dei consumatori di cocaina e per 74% di quelli di eroina, la sostanzia di iniziazione è stata infatti la cannabis).

Il tutto mentre ancora tanti adulti, e tra questi anche molti genitori e insegnanti, ignari del fatto che il THC, il principio attivo della cannabis, è passato dal 2% degli anni settanta al 25-30% dei giorni nostri (con pesantissimi effetti collaterali, anche permanenti, in caso di uso ripetuto, quali riduzione delle capacità cognitive, di memoria e psicomotorie, appiattimento volitivo, disturbi psichiatrici, possibili malattie broncopolmonari), seguitano a non contrastarne l’uso, se non a favorirlo: per loro, infatti, rimasti fermi ai miti della ormai lontana giovinezza, le canne sono ancora la dolce droga dei pacifisti felici, che fanno l’amore e non fanno la guerra.

* Avvocato e Presidente dell’Associazione onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza)



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