Il Tar delle Marche ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata da La Destra che dunque è ufficialmente fuori dalle elezioni comunali.
La mancata firma della candidata Teresa Milione è costata cara. “Ma la colpa non è sua – precisa Pierpaolo Simonelli Paccacerqua (nella foto), consigliere provinciale de La Destra -, l’errore riguarda più persone. Il Tar ha ritenuto fosse giusto non concederci la sospesniva e noi ci atteniamo a questa decisione. La punizione è stata enorme, ma se la legge dice questo la accettiamo. Il nostro impegno sarà comunque grande, sia alle Regionali che alle Comunali dove continueremo ad appoggiare il centrodestra e Fabio Pistarelli. Il boccone è stato amaro ma diventerà dolce quando vinceremo, portando comunque il nostro contributo”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Caro Fabio,
in questa vicenda ti dimostri un vero signore. Altro che Berlusconi…
Bravo Pierpaolo, sei da destra di governo, risorgimentale, direi e assolutamente responsabile.
Tutto un altro stile. Bravo !
“La punizione è stata enorme, ma se la legge dice questo la accettiamo..”
Finalmente una dichiarazione normale…
Una lezione di stile.
Caro Simonelli, confermo tutta la mia stima e simpatia. Mi dispiace che abbia collaboratori non alla tua altezza.
Caro Pierpaolo, sei un vero….democratico di destra: ti ho sempre stimato e oggi ti stimo anche di più. Abbiamo bisogno di questo stile, di persone che rispettano le regole e testimoniano che la legalità è il sale della democrazia e la condizione di ogni confronto. Macerata insegna, Roma no!
A Roma Alfredo Milione
a Macerata Teresa Milione
stranezze elettorali.
***lode al fair play di Simonelli***
comunque, la cosa più sensata ( non so se praticabile giuridicamente in questo caso) che si sarebbe dovuta fare, l’ho sentita da Pannella:
una bella sanatoria, all’italiana d’accordo, ma via di nuovo tutti in pista.
riammessi TUTTI i fuoriregola, non solo le due liste del PDL.
Pierpaolo nn solo è un galantuomo, rappresenta perfettamente il pensiero del nostro partito in questa vicenda.
Amareggiati ma accettiamo ciò che la giustizia decide.
@ Tamara
Pannella è un geniaccio della politica
Giglioni ha ragione: in questo bizzarro Paese, la normalità fa notizia. Dunque complimenti a Pierpaolo e al suo partito per la reazione composta e rispettosa delle leggi dello stato.
Ridurre la posizione dei radicali ad una “sanatoria all’italiana”, oltre ad essere ingeneroso, è soprattutto falso. Non ne faccio una colpa a nessuno, so bene che il tritacarne massmediologico che ci ritroviamo è capace di mistificare sistematicamente tutto e tutti, propinandoci quotidianamente quintali di poltiglia indigeribile: l’esatto opposto del conoscere per deliberare.
Non la voglio far lunga sulla denuncia della illegalità del “caso” Italia, giudicato dai radicali uno stato senza democrazia e senza diritto; sarebbe davvero troppo lunga. Limitiamoci agli ultimi 3/4 mesi.
Nonostante leggiate i giornali e guardiate la televisione (sì, ho detto bene “nonostante”) forse sarete comunque informati del fatto che da ottobre/novembre i radicali denunciano, attraverso anche scioperi della fame e della sete, che queste elezioni sono illegali, soprattutto in seguito alla sistematica violazione degli obblighi di legge da parte sia della stessa amministrazione statale e locale, sia dell’informazione. Vogliamo, en passant, chiederci dov’erano allora quelli che adesso si ergono a vestali della legalità? Ma lasciamo perdere anche questo.
Fatto sta che il bubbone è ora scoppiato ed il riflesso difensivo del sistema è stato quello di aggiungere illegalità a illegalità, vedi decreto “interpretativo”. Una posizione ragionevole potrebbe essere quella di rimandare le elezioni, non per consentire a tutti di rientrare, ma per modificare il quadro normativo da un lato e richiamare gli organi preposti ad assolvere a quello che la legge prescrive, cercando così di ripristinare un minimo di stato di diritto.
Anche perchè (vogliamo dirlo o no?) a ben guardare quante credete possano essere quelle regolari tra le decine di migliaia di firme raccolte in tutta Italia per queste elezioni? Quanti moduli in bianco giravano brevi manu, nei bar, in ufficio, in famiglia? Ricordo che, ex legis, le firme vanno apposte in calce alla lista completa dei candidati ed in presenza di autenticatore. Chi era che diceva che la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici?